Il libro, documentatissimo anche di immagini storiche, contiene approfonditi studi condotti da Mario D'Alessandro, Vito Giovannelli e Antonio Piovano, tre appassionati cultori del nostro patrimonio storico, artistico e musicologico. L'edizione si avvalse del sostegno finanziario della Fondazione della Cassa di Risparmio della Provincia di Chieti. L'argomento è stato più volte, ed ampiamente anche, dibattuto in un ciclo di conferenze volte a "rivendicare l'abruzzesità della zampogna" che, stando alle asserzioni del musicologo Roberto Leydi debba considerarsi di "pertinenza laziale- molisana". Niente di più dubbioso, perché gli studiosi affrontano il tema con deciso intento "rivendicativo" e questo perché, attraverso testimonianze più che consolidate, pervengono alla affermazione della abruzzesità della zampogna, siccome legata alla "cultura musicale popolare" della gente d'Abruzzo, come afferma la prof.ssa Anna Maddalena Zimarino Pennetta nella sua puntuale e dotta presentazione del volume.
"Questo aerofono popolare - spiega la prof.ssa Zimarino - che ha vissuto, all'origine, in simbiosi con la civiltà agro pastorale, dalla sfera dei contadini e dei pastori, si è inserito nella vita urbana, per allietare manifestazioni pubbliche e feste private".
In difesa dell'abruzzesità della Zampogna si schiera Mario D'Alessandro, giacché "inconfutabile il fatto che la zampogna ci sia stata in passato in Abruzzo", mentre Vito Giovannelli, con dati tangibili, riafferma che la zampogna e gli zampognari siano dell'Abruzzo e anche della Puglia, dimostrando, altresì, la realtà della zampogna di Avezzano, in quanto, a voler seguire il docente di storia della musica, Stanislao Porzio, l'Abruzzo "resta un'area importante per la cultura e lo sviluppo della zampogna meridionale".
La "ricostruzione" del repertorio strumentale ed il restauro musicale, attraverso il recupero delle radici popolari, evidenti nelle pastorali strutturate per organo e pianoforte, con descrizione dei brani raccolti negli anni '80 da Padre Donato Di Pasquale, confermano l'autenticità dello strumento tipicamente abruzzese, che ha dato anche adito ad un ricco repertorio musicale ampio e nutrito.
Ma a rimarcare l'impronta abruzzese della zampogna ricorda ancora Anna Maddalena Zimarino, collegando il suo pensiero al francescano Padre Settimio Zimarino, che molte composizioni zimariniane dedicate all'Avvento "si suonano ancora nei cerimoniali natalizi con organi monumentali di grandi cattedrali in tutta Italia.
Per questo il volume intendeva e intende realizzare, sotto il profilo della critica e della storicità, il recupero di questa particolare cultura musicale legata al folklore d'Abruzzo, oltre a suscitare attenzione verso questo tipo di aerofono appartenente alla nostra tradizione, con cui si suonavano le musiche sacre del tempo dell'Avvento e della Passione; assieme alla musica profana, che allietava le feste popolari in abruzzo con le "ballarelle" ed i "saltarelli".
Giuseppe Catania
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