Napoli costituiva la tappa d'obbligo per i pittori vastesi dell'Ottocento.
Aveva già attratto, al Vicolo del Vasto n. 15, poi Vico Vetriera, nei pressi di San Carlo alle Mortelle, Gabriele Smargiassi, giovane di grandi speranze e di ingegno e fra i meglio dotati con le sue guizzanti macchiette di umore pittorico.
Poi Filippo Palizzi, piacevole nell'illustrazione, di temperamento culturale dalle vedute liriche, erede, insieme al fratello Giuseppe, di quella ben definita corrente che si poneva, quale mèta, il superamento del vedutismo, per approdare ad una maggiore resa della realtà naturale; Francesco Paolo, che, a Parigi, tenta anche la pittura del genere,seguendo le orme del fratello Giuseppe; Nicola, che prese ispirazione dal vedutismo paesaggistico dei fratelli alla scuola di Posillipo.
A Napoli ancora Valerico Laccetti, le cui ispirazioni pittoriche ebbero appagamento nella trattazione di temi biblo-storici.
G.C.
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