Filippo PALIZZI , Testa di vitello |
Dopo oltre un secolo dalla morte di Filippo Palizzi, è ancora tutta da scoprire la sua produzione artistica e quella dei fratelli Giuseppe, Nicola e Francesco Paolo, fra i maggiori esponenti della pittura dell'Ottocento napoletano.
Infatti, i Palizzi hanno eseguito innumerevoli opere d'arte che risultano sparse un po' per tutto il mondo, anche perché nei paesi d'Europa e della Russia, essi viaggiarono e sostarono, riuscendo a influenzare gli artisti d'oltre Alpi.
Nel misterioso ed affascinante percorso esistenziale che i
fratelli Palizzi hanno tracciato in Europa, peraltro, si collocano alcune opere di cui si ha conoscenza nelle riproduzioni, ma che con il trascorrere del tempo sono andate disperse o sono incognite perché in collezioni private.
Sui "Palizzi ritrovati", negli ultimi decenni è stato aperto un avventuroso capitolo che si innesta nel più ampio contesto della Mostra che il Comune di Vasto ha dedicato
in occasione del Primo Centenario della Morte (1999) di Filippo Palizzi, ospitata nella Pinacoteca dei Musei Civici di Pa lazzo d'Avalos.
Ma già negli anni 1988 e 1989 a Palazzo d'Avalos vennero allestite due memorabili mostre su ''Filippo Palizzi e il suo tempo" e "I Fratelli Palizzi", curate entrambe con relativi ricchi cataloghi dell'esperto e critico d'arte Angelo Ricciardi, animato dall'intento dell'amore patrio e dell'arte immortale dei fratelli Palizzi in modo particolare.
Angelo Ricciardi |
Alcuni capolavori pressoché sconosciuti, grazie a questo amore di Angelo Ricciardi, vennero esposti in quelle due rassegne che, però, vennero osservate con disattenzione dalle autorità che si lasciarono sfuggire l'occasione di poterle acquisire.
Ed è in virtù di quell'amore che Angelo Ricciardi, successivamente, nell’estate del 2000 ripropose nei Musei Civici di Palazzo d'Avalos, giacimento inesauribile di inestimabili capolavori d’arte, la mostra “Usi e Costumi di Napoli” esposizione delle aqueforti acquerellate a mano da Filippo Palizzi, Nicola Palizzi, T. Ghezzi, S. Altamura, C. Martorana. T. Duclére.
Non solo, ma dei fratelli Palizzi Angelo Ricciardi espose anche alcuni capolavori che è riuscito ad acquistare inseguendoli nelle aste d'America e di Inghilterra, riportandoli in Patria, a Vasto.
Opere di grande significato ed intenso fervore artistico, che rappresentano autentici prototipi attraverso i quali poter interpretare le risorse estetiche dei quattro artisti, oltre che leggere il profondo respiro del loro animo sempre assorto al cospetto del miracolo della natura.
Quella stessa che i fratelli Palizzi hanno rappresentato con assoluta fedeltà, quale espressione sublime di quello che possiamo definire il gesto signico del genio.
Gli scavi di Pompei |
In questa irripetibile Mostra del 2000 scopriamo per la prima volta di Filippo Palizzi la "Testa di Vitello" recuperata da Angelo Ricciardi nel 1992 a New York Galleria Sotheby; di Nicola Palizzi "Gli scavi di Pompei'' (di cui una copia con alcune variazioni venne anche dipinta rispettivamente da Filippo e F. Paolo); di Giuseppe uno splendido "Paesaggio" dai colori delicati e tenui; di Francesco Paolo una "Natura morta con pesci", soggetto congeniale e aderente alla versatilità dell'artista vastese.
Ma, nell'opera di recupero delle opere dei fratelli Palizzi sparse nel mondo, Angelo Ricciardi ha rinvenuto ancora di Nicola il dipinto "Filippo a cavallo" su tavola; di Giuseppe "La brébis ègaree" (La pecora sperduta) del 1844 e "Natura morta con cane" rintracciati a Parigi.
È nel collezionismo privato che giace l'inesauribile miniera dei capolavori dei fratelli Palizzi ed è qui che Angelo Ricciardi, cui riconosciamo la spiccata sensibilità artistica, ha potuto recuperare le opere che ora si mostrano. Opera che è poi continuata nell'ultimo decennio. (Di questo ci occuperemo in un successivo servizio).
Quadri che, per la loro originalità e l'inestimabile valore artistico, ben figurerebbero fra le altre che sono custodite nella Pinacoteca dei Musei Civici di Palazzo d'Avalos.
Giuseppe Catania
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