I viandanti di Filippo Palizzi |
Di tanto in tanto affiora qualche opera inedita di Filippo Palizzi, la cui ampia raccolta deve essere ancora scoperta nella sua interezza, per avere un profilo completo non "solo della ispirazione, ma, soprattutto, della sua attività instancabile di pittore ed artista di grande talento.
Singolare è la storia di un quadro del tutto inedito e sorprendente che negli anni scorsi Angelo Ricciardi, consulente ed Esperto d'arte, ha rintracciato nell'asta a Palazzo Broggi di Milano per "Sotheby's".
“Nelle mie continue ricerche sui Palizzi - ricorda Angelo Ricciardi nella sua nota critica - mi sono imbattuto in un autentico capolavoro di Filippo. Un'opera inedita datata 1845, dal titolo "I viandanti", olio su tela(cm. 82 x 117,5). Uno splendido paesaggio della costa sorrentina, di spiccata scuola Posillipiana, con riferimento a Giacinto Gigante, grande vedutista della zona”.
“Il movimento dei personaggi che completa l'opera, ricorda te scene narrative delle feste verso Montevergine e ritorno, narrate su dipinti e acqueforti di "Usi e Costumi di Napoli", continua Ricciardi.
“Nella parte destra, seduto su di un muretto, un frate con bisaccia e bastone, che riposa, stanco della questua di giornata; nel centro un gruppo di viandanti con due giovani a cavallo bardato a festa; sulla sinistra un gruppo di contadini in cammino, allegri e festanti. Un dipinto essenziale per valutare Filippo Palizzi come pittore "posillipiano", della stessa epoca del dipinto "Asinelio" e "Paesaggio rupestre" della Pinacoteca Comunale di Vasto. Dobbiamo riconoscere che con questo dipinto il Palizzi non è, o non è solo, pittore di "pecore" e "vitelli", ma prova che è un solitario, ma immenso, artista che dà il meglio di sé nei dipinti più ampi, dove sembra prevalere una tecnica raffinata da grande artista del passato, che non è usuale riscontrare sempre nella sua vasta produzione, quando ammiriamo, per esempio, in splendidi esemplari, come "L'Arca", "Il guado" e in questo "I viandanti", per citarne alcuni. Vi scorgiamo il medesimo fascino delle famose Tavolette".
“Dal 1840 alla fine del 1850 – conclude Angelo Ricciardi - Filippo Palizzi esegue un buon numero di piccoli dipinti raffiguranti bambini e pastori, oltre a molte scene pastorali riprendendo gli aspetti più semplici della vita, allettevoli solo per facoltosi stranieri che frequentavano Napoli e portandosi via le opere più significative che ora sono a noi sconosciute. E' questo il Palizzi da amare, un grande maestro ancora da scoprire, un grande patrimonio da ammirare e rintracciare. Un impegno di ricerca per tutti coloro che si avvicinano all'arte di Filippo Palizzi”
G.C.
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