di Luigi Murolo
Come lo possiamo definire? Mutuando una celebre espressione di Gustave
Flaubert che connota la seconda parte
del Bouvard et Pécuchet:
«sciocchezzaio». Con tutta la buona volontà non si può parlare d’altro per
la
somma di errori concentrati nella sequenza toponomastica che qui viene
proposta:
1.
Ex via Gabriele Rossetti via Francesco
Pietrocola
2.
Via F. Paolo Della Penna
3.
Via Giuseppe Imbastato
4.
Stemma di Vasto
Una denominazione davvero complicata quella della prima targa. Ma se
conosciamo l’identità del primo soggetto indicato, francamente ignoriamo quella
del secondo. In verità, sono tanti i Pietrocola che meriterebbero un’intitolazione di strada (Floriano, Nicolamaria, Giuseppe, Teodorico,
Emanuele ecc.). Ma, per quanto è dato di sapere, salvo un vivente, ignoriamo
altri Francesco nella genealogia Pietrocola. A ben vedere, lo stesso Gabriele è ascrivibile
alla medesima famiglia. La madre era una Pietrocola. Ma appunto perché era la
madre – evidentemente una donna – non poteva essere il padre – che era, salvo
prova contraria, un maschio –! E dato che la madre si chiamava Maria Francesca,
la strada poteva essere intestata anche a lei. Ma con una precisazione – e la
cosa non pare affatto ovvia –: il nome sarebbe dovuto essere declinato al
femminile. E allora? Non poteva rimanere via Gabriele Rossetti?
Oh, perbacco, dirà qualcuno: ma non esiste già una Piazza Rossetti? Se
per questo, troviamo anche un Teatro “Gabriele Rossetti” e una Scuola media
“Gabriele Rossetti”, un “Centro europeo di Studi Rossettiani”. Quasi non bastasse, anche una via intitolata
a “Dante Gabriel Rossetti” (che era il figlio). Insomma, un’inflazione di
Gabriele Rossetti (evitiamo, in questo caso, il riferimento a Cristina
Rossetti, figlia di Gabriele). E con tutti questi Rossetti in campo (all’appello mancano solo William
Michael e Maria Francesca) sarebbe davvero pesato tanto far rimanere una
piccola strada intitolata sempre al “Veggente in solitudine”? Così facendo si
sarebbe evitata, da un lato, l’intitolazione della via a un soggetto
mai-esistito (che, paradossalmente, nemmeno risulta comparabile con l’armatura
vuota del Cavaliere inesistente di calviniana memoria). Dall’altro, si sarebbe
elusa la soppressione di una targa toponomastica esposta lì dal 1872, primo
tributo toponomastico della città al nome dell’exul immeritus. Questa piccola lastra è rimasta funzionale per ben 143 anni: dal 1872 al 2015. È coesistita
con un'altra denominata Largo Gabriele
Rossetti (di fronte al Largo Rossetti ) prima dell’istituzione dell’omonima
piazza. Poi, per decisione di un misterioso signor non-so-chi, la via è stata
intitolata per corrispondenza d’amorosi sensi proprio al misterioso signor
non-so-chi. Malgrado, la mia segnalazione, nulla è cambiato.
Chi ne è stato l’autore, per cortesia, alzi la mano!
E per il sig. F. Paolo Della Penna indicato all’Incoronata? La glossa
dice che, probabilmente, la “F” possa essere riferita a un Francesco: dunque,
“Francesco Paolo”. Ma se poi possa rispondere a un Ferdinando, a un Filippo, a
un Federico, a un Furio, a un Felice o a qualcun altro tutto questo non può
essere escluso. Mi preme solo sottolineare che, da una rapida indagine condotta
sugli indici degli atti di nascita di Vasto redatti tra il 1° gennaio 1809 e il
31 dicembre 1865 (posso parlarne perché la privacy termina cento anni dopo
l’ultima menzione), su un elenco di 23116 nominativi nati a Vasto, sono
indicati solo tre soggetti:
Della Penna Francesco Paolo
di Antonio (Contadino) e Anna Cicchini (Borgo Case Nuove) 5-6-1856;
Della Penna Francesco Paolo
di Natale (Marinaro) e Maddalena D’Annunzio (Str.Stanziani) 14-8-1859;
Della Penna Francesco Paolo
di Sebastiano (Vetturale) e M.Giuseppa di Chiacchio (Str.S.Maria) 10-9-1862.
Dunque, non ne sono molti. Così, se l’indicazione toponomastica è da
riferire ai nati della prima metà dell’Ottocento, uno di questi individui può
essere sicuramente il candidato. Se poi si tratta di qualcuno nato
successivamente a tale data, beh!, allora, proprio non saprei dire.
Casualmente, mi sono preso la briga di andare a consultare l’elenco on line
delle pagine bianche. Con mia somma sorpresa, mi sono accorto che non esiste
alcun abbonato telefonico rispondente al nome di Francesco Paolo (o
Francescopaolo) Della Penna. Se le cose stanno in questi termini, potrei avere
– non dico una piccola biografia – ma almeno il nome per esteso di questo
personaggio? Ahi, ahi, ahi il famoso e misterioso signor non-so-chi riserva
sempre piacevoli sorprese sulla toponomastica. Anche sul sig. Della Penna.
Malgrado la segnalazione di Nicola D’Adamo, nulla è cambiato.
Chi ne è stato l’autore, per cortesia, può alzare la mano?
Non parliamo poi dello stemma sbagliato di Vasto che, il 29 agosto 2015, compare sulla targa
toponomastica di Piazza della Guardia Costiera inaugurata quel giorno e che
viene velocemente rimossa in seguito alla segnalazione di Paolo D’Adamo. Bene.
Ma che cosa succede poi? Che per curiosità vado a controllare lo Statuto
Comunale di Vasto e cosa trovo? Che secondo l’art. 2.6 di questa normativa
lo stemma di Vasto è descritto – semplifico la spiegazione – di giallo,
di bianco e di rosso, e non solo bianco-rosso. Scrivo due articoli sull’argomento
chiedendo l’intervento di un consigliere per chiedere una spiegazione e nessuno
dice nulla.
Ma, insomma, si può sapere che diavolo sta succedendo in Comune? I
cittadini possono avere chiarimenti? Se poi aggiungiamo l’ultima perla scoperta
da Zona Locale su “Giuseppe Imbastato” (e non “Impastato”) vuol dire che
qualcuno (e non si sa chi!) sta agendo provocatoriamente per prendere in giro
la città.
Insomma, si può sapere se esiste un responsabile? Se c’è un impiegato,
una commissione toponomastica o tizio qualsiasi ufficialmente predisposto al
controllo? Ma, soprattutto, chi sceglie i nomi?
La sopportazione ha raggiunto davvero il limite.
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