sabato 28 novembre 2015

Vittoria Colonna: nel 1998 la "Casa Di Dante" pubblicò le sue rime inedite in morte del marito Ferrante d'Avalos

di GIUSEPPE CATANIA

Dal "Modello delle matrone e lo specchio delle virtù femminili", così i contemporanei scrissero di Vittoria Colonna, la più illustre delle rimatrici cui Ludovico Ariosto dedicò quattro stanze nell'Orlando Furioso (cant. XXXVIII), "in cui disse ciò che con altrettanta altezza non cantò mai poeta di veruna altra donna".

Vittoria Colonna nacque circa il 1490 da Fabrizio, Gran Contestabile del Regno di Napoli, e da Anna di Montefeltro, figlia del Duca di Urbino. Andò sposa a Ferdinando Francesco D'Avalos, Marchese del Vasto e di Pescara, l'Achille dell'armata cesarea dell'imperatore Carlo V.

Un tenero amore turbato dalla prigionia del marito, catturato nella
battaglia di Ravenna il giorno 11 aprile 1512, e dalla sopraggiunta morte il 24 febbrario 1525, a seguito delle ferite riportate nella vittoriosa battaglia di Pavia in cui venne fatto prigioniero Francesco I, Re di Francia.

Fu durante la prigionia che Ferdinando Francesco D'Avalos compose il "Dialogo d'amore" che dedicò alla moglie Vittoria Colonna, illustre donna di cultura, famosa poetessa e gloria d'Italia, dandole così prova di affetto e di eleganza nello scrivere.

Vittoria Colonna sfogò il suo immenso dolore per la sorte toccata al consorte, rifugiandosi nella composizione poetica, prima sostando a Napoli e poi ad Ischìa nella solitudine di un monastero, per poi trasferirsi definitivamente a Roma dove morì nel febbraio 1547.

Le rime di Vittoria Colonna divennero subito celebri e, mentre era ancora in vita se ne stamparono ben quattro edizioni.

"Esse per vero dire, non la cedano a quelle degli altri rimatori petrarcheschi di questo secolo, ed ebbero il vanto di aver mostrato come felicemente si possa la volgare poesia rivolgere ai sacri argomenti" (cfr. G. Maffei "Storia della Letteratura Italiana voi. II - Napoli 1849").

Il rinvenimento di alcuni componimenti inediti e la scoperta di un nuovo testimone manoscritto della prima metà del '500, attualmente alla biblioteca Nazionale "Vittorio Emanuele III", di Napoli, consentirono negli anni ’90 al prof. Tobia R. Toscano, di ricostruire, su nuovi elementi, la formazione "napoletana" di Vittoria Colonna e riprendere il discorso sulla produzione poetica in memoria di Ferdinando Francesco D'Avalos, Marchese del Vasto e di Pescara.
Un fondamentale contributo alla ulteriore conoscenza delle poetica di Vittoria Colonna fu offerto dalla Fondazione Caripe, non solo per incrementare ogni settore della cultura, ma anche per tributare un doveroso e degno omaggio alla figura della grande poetessa.

Una iniziativa questa, promossa dalla "Casa di Dante in Abruzzo" e realizzata nel 1998 con particolare cura grafica dall'Editoriale Giorgio Mondadori di Milano, con la pubblicazione del volume "Vittoria Colonna - Sonetti in morte di Francesco Ferrante D'Avalos Marchese di Pescara". Una ricca e pregevole monografia curata dal prof. Tobia R. Toscano, Docente di Letteratura Rinascimentale all'Università Federico II di Napoli. Indubbiamente un ulteriore e decisivo contributo che l'illustre studioso e cattedratico offre, con profondità di indagine sulla lettura delle rime di Vittoria Colonna, attraverso soprattutto, acuti ed opportuni commenti, affinchè se ne abbiano una esauriente interpretazione nel più meticoloso ed attento confronto analitico circa le fonti ispirative utilizzate da Vittoria Colonna.


Nel volume il direttore responsabile della "Casa di Dante in Abruzzo", Corrado Gizzi (1915-2012), peraltro, intrattiene, con encomiabile intento, alcune considerazioni sul merito che Vittoria Colonna ebbe di "aver saputo, come nessun altro, parlare al cuore scontroso del grande Michelangelo". Un tema di grande attualità e assai dibattuto dai critici, che Corrado Gizzi riprende in "appendice" al volume, per ampliarlo con ulteriori ed opportuni dettagli, anche per rammentare che la "Casa di Dante in Abruzzo", nel 1993 ha dedicato una Mostra a "Michelangelo e Vittoria Colonna, Marchesa di Pescara" con gli autorevoli interventi dei proff. Alessandro Tornei e Gianni Oliva (Univ. D'Annunzio); Tobia R. Toscano (Univ. Napoli); Concetta Ranieri e Francesco Sabatini (Univ: Roma). In quella occasione venne mostrato, nella sala della Giunta Provinciale di Pescara, il "Crocifisso", disegno a carboncino su carta, custodito nel British Museum di Londra, copia dell'originale dipinto e donato da Michelangelo a Vittoria Colonna il 6 febbraio 1545, ora introvabile. Per testimoniare che l'artista non cessò mai di dedicare a lei opere d'arte e versi traboccanti di speranza, col desiderio di poter appagare la bramosia d'esser corrisposto. Mentre lei, mite, discreta, sdegnosa d'ogni polemica, non dedicò mai versi a lui, restando in silenzioso romitaggio, nella solitudine, ad intristire coi ricordi d'una giovinezza spezzata nel fiore degli anni.

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