lunedì 19 ottobre 2015

Ecco tutti i "Cittadini Onorari" di Vasto: tra di loro un nome imbarazzante, Mussolini

TRA GLI ALTRI  REMO GASPARI, RAFFAELE PAOLUCCI, IL CARDINALE FAGIOLO , GIORGIO CRISCI.


di LINO SPADACCINI 

Tra confusione e dimenticanze, spunta il nome di un nuovo cittadino onorario di Vasto, quello di Edoardo Molisani, illustre conterraneo nativo di Monteodorisio, emigrato negli Stati Uniti agli inizi del secolo scorso, e
personaggio di spicco dell'I.L.G.W.U., il potente sindacato americano del settore tessile.
Ma prima di addentrarci nella figura di questo illustre personaggio, che approfondiremo nella giornata di domani, oggi vogliamo ricordare brevemente tutti coloro che per i meriti conseguiti, per le loro opere o per il loro legame alla nostra città, nel corso degli ultimi duecento anni, hanno ricevuto la cittadinanza onoraria.
Il primo in ordine cronologico è Carlo Antonio Manhes (1777-1854), generale di Gioacchino Murat, ricordato per aver combattuto il brigantaggio che infestava in Abruzzo. La Città del Vasto, il 10 aprile del 1810 lo acclamò suo cittadino onorario e per l’occasione murò una lapide, che ancora oggi possiamo leggere, seppur gravemente deteriorata, sulla facciata della cattedrale di S. Giuseppe:
AL FORTE GUERRIERO D’AURILLAC
CARLO ANTONIO MANHES
MEMBRO DELLA LEG. D’ONORE E CAV. DELLE DUE SIC.
GENER. AJUT. DI CAMPO DI S.M.
GIOACCHINO NAPOLEONE
DISTRUTTORE DE’ BRIGANTI
RESTAURATORE DELLA PUBBLICA QUIETE
NELLE CONTRADE D’ABRUZZO
PER VOTO UNIVERSALE ACCLAMATO
PRIMO CITTADINO
DEL
VASTO
NEL GIORNO X APRILE MDCCCX
A RICONOSCENZA DEL POPOLO VASTESE
QUESTO MONUMENTO CONSACRA

Ricordato per la sua ferocia e fermezza, il generale Mahnes nel suo ordine del giorno del 17 maggio 1810, proclamò che la tranquillità era ristabilita in Abruzzo e che nella sola provincia di Chieti furono uccisi 125 briganti e arrestati altri 166. Fra i molti briganti che il Manhes riuscì a catturare vi fu anche il famoso Saverio Pomponio, alias Centodiavoli, il quale venne rinchiuso nelle carceri vecchie di S. Maria (oggi Palazzo Mucci) per poi essere giustiziato il 13 febbraio del 1810.
Il barone Giuseppe Nicola Durini (1765-1845), primo Sottintendente vastese, meritò la cittadinanza per aver respinto l’assedio dei banditi nei giorni 12 e 13 aprile del 1814. I briganti erano capeggiati da Fulvio Quici, nato a Trivento nel 1776, Pasquale Preside (o Pressete), sanguinario brigante di Scerni con più di cento omicidi alle spalle, e Basso Tomeo, che si faceva chiamare il Re delle campagne.
Questa volta i briganti non ebbero vita facile perché s’imbatterono in un uomo tenace e coraggioso, il barone Durini, il quale vincendo la resistenza di quelli che volevano raggiungere un accordo con gli assalitori, convinse il popolo a prendere le armi per respingerli. Fece chiudere le porte della città e dall’alto delle mura e dai bastioni del Castello rispose con decisione al fuoco nemico.
Per i meriti conseguiti, nella seduta consigliare del 24 aprile 1814, il sindaco Pietro Muzii, offrì la cittadinanza onoraria al Durini: "Ecco dunque l’Eroe il Difensore della Patria, e’l nostro Cittadino", si legge nella delibera conservata nell'Archivio Storico "G. Rossetti", "A tante lodevoli, e virtuose azioni altro compenso non trovo, che di umiliare a Sua Maestà a nome dell’intera Cittadinanza l’attaccamento, e lo zelo, di cui un sì degno Magistrato à fatto pompa in quel tristo avvenimento, nonché la prudenza, e le virtù che lo adornano. E simultaneamente segnare il suo nome nell’Albo de’ Cittadini, acciò sia di gloria a se stesso, ed alla Patria. Questo picciolo tributo è solo, che la Città del Vasto affettuosamente suol presentare nelle attuali sue circostanze; e che la bontà di un sì benemerito Personaggio possa accettarlo di buon grado".
Per l’occasione fu coniato un medaglione del diametro di quaranta centimetri, con l’effigie del barone Durini, realizzato dallo scultore vastese Florindo Naglieri.
Con l’entrata in carica della prima amministrazione fascista cittadina, presieduta dal prof. Pietro Suriani, in data primo giugno 1924, venne conferita la cittadinanza onoraria all'allora Presidente del Consiglio, Benito Mussolini (1883-1945).
Il Commissario Prefettizio Rag. Cesare Perdisa, nella sua lunga e ragionata Relazione al ricostituito consiglio comunale di Vasto, ad un certo punto affermò: "E la promessa fu mantenuta col plebiscito del 6 aprile in cui i vastesi affermarono superbamente la loro fede ed il loro consenso per quel Governo che ha salvato l’Italia sull’orlo del precipizio. Di questa fede e di questo consenso voi, signori Consiglieri, in numero di 29 su 30, vi siete resi interpreti invitandomi a conferire la cittadinanza onoraria di Vasto a S. E. il Presidente del Consiglio. Ed io, proclamando Benito Mussolini vostro concittadino onorario, ho sentito l’ineffabile orgoglio di coronare la mia missione con l’atto che consacra per sempre la redenzione di Vasto!".
Le parole pronunciate da Perdisa davanti al ricostituito consiglio comunale sono inequivocabili e rafforzate dal successivo telegramma inviato al Presidente del Consiglio dei Ministri Benito Mussolini, con il seguente testo: "Amministrazione Comunale Fascista Vasto acclamando cittadino onorario con fervido giuramento operare grandezza Italia".
Nella stessa occasione, venne attribuita la cittadinanza onoraria all'On. Giacomo Acerbo (1888-1969), su proposta dell'ing. Giuseppe Peluzzo "pel suo autorevole e cordiale interessamento impiegato per la risoluzione dei vitali problemi cittadini". 

Uomo politico e professore di economia e politica agraria nell'Università di Roma, Giacomo Acerbo, abruzzese, nativo di Loreto Aprutino, fu più volte decorato al valor militare. Deputato fascista, dopo la marcia su Roma fu sottosegretario alla presidenza del Consiglio fino al 1924, quindi vicepresidente della Camera, ministro dell'Agricoltura e Foreste (1929-1935) e delle Finanze (1943). Membro del Gran Consiglio del fascismo, il 25 luglio 1943 votò contro Mussolini nel ordine del giorno Grandi, che in sostanza restituita il comando delle forze armate al re. Costretto a fuggire, in seguito alla condanna a morte emessa dal Gran Consiglio, venne successivamente catturato dagli Alleati e condannato dall'Alta Corte di Giustizia per le sanzioni contro il Fascismo a 48 anni di reclusione, successivamente ridotti a 30. Trasferito presso il carcere dell'isola di Procida, insegnò per breve tempo matematica agli ergastolani. Annullata la sentenza dalla Cassazione il 25 luglio 1947, venne riabilitato e nel 1951 riammesso all'insegnamento universitario.

Raffaele Paolucci (1882-1958), medico chirurgo di fama mondiale, partecipò alla prima guerra mondiale come ufficiale di complemento della Marina e, per i meriti conseguiti, venne insignito della Medaglia d’oro al Valor Militare. Capo dei Nazionalisti italiani, svolse la sua vita politica nel Partito Nazionale Fascista in cinque legislature, rappresentante del collegio di Lanciano e Vasto.
A Vasto, Raffaele Paolucci era persona molto stimata e amata. Nel 1925 ottenne l’istituzione del Regio Istituto Tecnico Commerciale ad indirizzo mercantile, e i vastesi, per riconoscenza, vollero intitolare la scuola alla memoria di Nicola Paolucci, suo padre. Ancora oggi una scuola media e la sezione dell’Associazione Marinai in congedo, portano il suo nome. La cittadinanza onoraria gli venne conferita il 15 settembre 1924 su proposta dell'assessore Salvatore Pisarri, "per le sue eccezionali benemerenze e pel validissimo interessamento nella difesa degli interessi e dei diritti della città e del circondario di Vasto".
Alberto de’ Stefani (1879-1969), conseguì la laurea in Giurisprudenza a Padova,  perfezionandosi in Economia a Venezia. Fu per vari anni docente universitario a Roma e nel 1920 aderì al Partito Nazionale Fascista. Squadrista della prima ora, fu ministro delle Finanze (1922) e, successivamente, del Tesoro (1923) sotto il governo Mussolini, mantenendo tali incarichi fino al 1925. Nel 1932 divenne membro del Gran Consiglio del Fascismo e dal 1939 Accademico dei Lincei e Vicepresidente dell'Accademia d’Italia. La cittadinanza onoraria gli venne conferita nella seduta consiliare del 18 marzo 1925, su proposta del sindaco Pietro Suriani, con la seguente motivazione: “Alle grandi benemerenze nazionali ha congiunto il merito di valorizzare, con la fondazione del regio Istituto Commerciale, quale estremo lembo della terra d’Abruzzo”.
La Giunta Municipale presieduta dall'Avv. Giuseppe Nasci Sindaco di Vasto, nella seduta del 12 gennaio 1945, attribuì la cittadinanza onoraria al Ministro di Grazia e Giustizia Umberto Tupini (1889-1973), 
artefice principale dell'istituzione del Tribunale di Vasto, in quanto "vincendo difficoltà ed ostacoli, con animo coraggioso e con alto senso di equanimità, non tollerò che si presentasse l'iniqua condizione fatta in passato alla nostra Città".
Tre anni più tardi, il Ministro Tupini, spostato ai Lavori Pubblici, partecipò alla di posa della prima pietra del Porto di Vasto. La cerimonia avvenne il 2 maggio 1948, alla presenza dell'On. Giuseppe Spataro, Mons. Falcucci, e altre autorità civili e militari.
Saltando Edoardo Molisani, insignito della cittadinanza onoraria nell'autunno del 1947, di cui parleremo più approfonditamente nella giornata di domani, passiamo a Giorgio Crisci, nato da famiglia di origine vastese. Laureato in giurisprudenza nel 1947 e successivamente passato nella Magistratura ordinaria fino al 1955, per quasi un quarantennio svolse le sue funzioni nell’ambito del Consiglio di Stato, ricoprendo vari incarichi fino ad arrivare alla nomina di Presidente (8 gennaio 1986). Partecipò attivamente all’attività amministrativa quale Capo Gabinetto di vari Ministeri.
 Il consiglio comunale vastese nell’ottobre 1986 gli conferì la cittadinanza onoraria, mentre nel 2001 gli venne consegnato il Premio San Michele.
Mons. Vincenzo Fagiolo (1918-2000) il 20 novembre 1971 venne eletto, da papa Paolo VI, Arcivescovo di Chieti e il successivo 19 dicembre ricevette l’ordinazione episcopale dal cardinale Carlo Confalonieri. Dal 1979 ricoprì la carica di vicepresidente della CEI e Presidente della Caritas Italiana. Il 15 luglio 1984 lasciò l’Arcidiocesi di Chieti-Vasto per prestare servizio a Roma. Nel concistoro del 26 novembre 1994 venne elevato al rango di cardinale da Papa Giovanni Paolo II.
La cittadinanza onoraria gli venne conferita il 30 novembre 1995 per la preziosa attività missionaria ed evangelizzatrice quale Arcivescovo Metropolita Teatino e primo Vescovo di Vasto.
Mons. Pascual Chávez, Rettore Maggiore dei Salesiani, nono successore di Don Bosco, venne insignito della cittadinanza onoraria il 1° giugno del 2003. Nel discorso di ringraziamento, il successore di Don Bosco sottolineò il legame dei Salesiani e la Città, un legame iniziato nel 1959 per "merito di persone come il Sen. Giuseppe Spataro, sincero ammiratore dei Salesiani, e il Comm. Carlo Della Penna, impresario vastese in Argentina, insigne benefattore dell’Opera Salesiana di Vasto. La stima e l’apprezzamento per il lavoro da essi compiuto sono quanto mai vivi e sentiti".
Ultimo a ricevere le chiavi della città, il 3 luglio 2010, l'On. Remo Gaspari (1921-2011), politico di lunga data, 10 volte deputato e 16 volte Ministro della Repubblica italiana. "Zio Remo", così come era affettuosamente chiamato, è stato tra gli artefici del progresso non solo del nostro circondario, ma di tutto l'Abruzzo, come egli stesso affermava, rivendicando il merito di aver portato la nostra regione fuori dall'arretratezza del Sud, collegandola a Roma con le autostrade e assicurando alla regione l'insediamento di diversi nuclei industriali e la canalizzazione di ingenti finanziamenti.


Lino Spadaccini















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