martedì 4 settembre 2018

Società e politica a Vasto dall'unità al fascismo “RICORDI” di FRANCESCO CICCARONE

Nel 1998 Cannarsa ha pubblicato “Ricordi” di Francesco Ciccarone, deputato di Vasto ad inizio ’900. Un  volume che non è soltanto la biografia di un prestigioso casato, ma anche un prezioso contributo, da un osservatorio tutto particolare, per la comprensione più in generale della storia cittadina e nazionale. Un documento, sempre attuale, per capire il passato. 

Dall'inedito manoscritto, lo spaccato di una storia cittadina fondata su dirette testimonianze. 
di GIUSEPPE CATANIA
Il patrimonio archivistico: prezioso giacimento di inesplorate memorie del passato, talvolta riserva, all'uomo del presente, affinchè l'affidi ai posteri, le vicende civili del passato, il gusto di assaporare
le gesta e gli avvenimento dei protagonisti che hanno segnato il cammino della nostra società.
Ed è dall'archivio dell'antica famiglia vastese Ciccarone, "ben custodito ed ordinato grazie alle cure che proprio lui vi dedicò", balza un personaggio di grande rilievo nel controverso periodo postunitario e che molta parte ebbe nel processo di integrazione della città del Vasto, nel contesto del rinnovamento italiano.
Per i tipi di Renato Cannarsa Editore Vasto è stato pubblicato il ponderoso volume "Ricordi" Società e politica a Vasto dall'unità al fascismo", a cura di Maria De Luca e Costantino Felice.
E’ un "manoscritto" di Francesco Ciccarone (Vasto 29.5.1859 - 5.12.1938), conservato nella biblioteca di famiglia, che ci consente di conoscere questo vastese eletto deputato nel Collegio di Vasto per tre legislature, dal 1904 al 1914, artefice di interventi in Parlamento e di interpellanze sulla vita pubblica italiana tra Otto e Novecento.
Dalle memorie di Francesco  affiora lo spaccato di una storia cittadina basata su testimonianze dirette e talvolta al lettore può apparire la narrazione dì avvenimenti, circostanze, personaggi che hanno caratterizzato episodi singolari che, peraltro assumono anche il significato di note autobiografiche, ma che, invero, assumono più ampio significato di natura sociale, culturale, economica, politica, a cominciare dal decennio postunitario, anche se taluni "ricordi" ai proiettano in una visione più antica. Ne traspare una Vasto, in modo particolare, anche se non mancano riferimenti a numerosi centri del teatino, proiettata, all’epoca, in un panorama in evoluzione sotto gli aspetti socio-culturali e, per restare in un contesto socio-politico, in atteggiamento di palese condizionamento ai tempi perché gli avvenimenti locali sono configurati in una dimensione nazionale, di cui le popolazioni del Circondario vastese fanno parte integrante.
"Con i suoi ricordi Francesco  introduce in una galleria di personaggi i cui ritratti fanno risaltare tutta la complessità ed il fascino di un ceto notabile travolto dal vortice di una melanconica decadenza”, rilevano i curatori dell'opera, ma che si stagliano in figure notevoli che ancora oggi costituiscono quel retaggio socio-civile di cui la Città del Vasto è fiera, ricevendone decoro e prestigio.

"Ricordi" diretti che Francesco Ciccarone ha sulla militanza su padre Silvio nel "Partito moderato" di allora, lungo quei percorsi politici da cui emergono i personaggi di grande statura e rapporti saldi e forti tra la famiglia Ciccarone e Silvio Spaventa e Benedetto Croce.
"Ricordi" che Francesco Ciccarone affida ai posteri quali momenti anche di meditazione, dopo aver annotato l'evolversi della storicità locale inserita in un contesto nazionale, con una fedele esposizione, specialmente nello sviluppo degli appunti riferiti alla sua famiglia, anche se lo stesso autore mette in guardia il lettore su possibili "inesattezze e lacune" nel primo capitolo. "Ma chi leggerà - scrive Ciccarone - dovrà ricordare che sono vecchio e che queste notizie sono attinte quasi esclusivamente dalla stanca mia memoria". Peraltro, questa "avvertenza" reca la data del 26 luglio 1938 e Francesco Ciccarone morirà cinque mesi dopo (15 dicembre).

Scorre agevole nei "Ricordi" di Francesco Ciccarone, la galleria di illustri personaggi e famiglie, tra le quali emergono Spaventa, Cardone, Nasci, Spataro, De Riseis, Marcantonio, Mayo, Del Re, Mucci, Castelli, Conti, Miscione, Volpe, Vaselli, per citarne alcune, che costituivano all'epoca il "notabilato vastese ed abruzzese" le cui vicende, per ragioni politiche e parentali, ai sono intrecciatre con quelle dei Ciccarone. Sotto gli aspetti culturali non viene dimenticato il ruolo che i notabili di Vasto avevano per prestigiosi studi compiuti negli atenei di Roma e Napoli e, quindi, in un ambito di intercomunicabilità con i personaggi più illustri, tra cui spiccano Gabriele D'Annunzio e il pittore Filippo Palizzi, il primo più volte ospite delle famiglie di Vasto, il secondo "emigrato vastese" nel capoluogo campano, tra i fondatori della scuola di pittura napoletana di "Posillipo", in un vortice di avvenimenti che, con Giuseppe Spataro poi, proiettano su Vasto e nella locale considerazione socio-etico-politica, il delinearsi di una nuova svolta.
Certamente un "prezioso contributo da un osservatorio tutto particolare, per la comprensione più generale della storia cittadina e nazionale”.
Ricordi di Francesco Ciccarone, ma anche "storia, costume di vita di un popolo, quello di Vasto, inserito in uno spaccato sociale tra attività pubblica e private, attraverso una appassionata "ricostruzione" fatta da un uomo che ha vissuto un'epoca caratterizzata da svolte importanti per la civiltà vastese ed italiana.
Maria De Luca e Costantino Felice ne annotano con puntualizzazioni aderenti al momento storico e culturale, i particolari essenziali con richiami bibliografici di grande significato.
E tanto rende i "Ricordi" di Francesco , più prezioso, arricchendone la completezza e dare, altresì, merito alla famiglia  di aver aperto il ricco patrimonio archivistico, oltre ad offrire un notevole contributo per un ulteriore approfondimento di un periodo della storia di Vasto.

GIUSEPPE CATANIA



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