giovedì 30 agosto 2018

Monteodorisio (2/7)nel '500: i giovani del posto preferivano sposarsi con le belle slave

Ma ai giovani slavi era proibito sposarsi con le ragazze di Monteodorisio
Gli antichi borghi del Circondario di Vasto
GENTI ILLIRICHE ABITARONO LA TERRA DI MONTEODORISIO

 di Giuseppe Catania

Il borgo di Monteodorisio era già popolato e consentì di ospitare una colonie di profughi provenienti dalla Schiavonia sfuggiti alla sanguinosa invasione turca del XV e XVI secolo. Questa gente prese dimora presso la contrada "Capo di Rocco" e
venne impiegata per lavorare la terra. Ben presto la clonia divenne alquanto numerosa e salda, riuscendo ad attestarsi sulla sommità di una collina che venne chiamata "glavizza" (in Slavo roccaforte), conservando la lingua e i costumi della loro terra di origine.
Case del borgo antico
 Archivio G. Catania

 Fra Serafino Razzi (nel suo "Viaggio in Abruzzo alla fine del '500", nel diario del 1° settembre 1577 cose seguite nel Vasto .nel rimanente di questo anno MDLXXVII), così li descrive, quando fu "ricerco d'andar a una Villa di Schiavoni". "Questo pertanto villaggio a cui fummo chiamati, fa d'intorno a' cento fuochi, et habitano ancora per la maggior parte sotto capanne, nelle quali fanno fuoco; hanno camere, cellaro, e stalla. E sono benestanti, come quelli che nel sudore del volto loro adoperano bene la terra, e la fanno pure assai fruttare. Mantengono fra loro il favellare schiavone chiamando il pane "bruca", la carne "vesa" , i cacio "sire", l'uova "iaia", il vino "vina" e l'acqua "uode".. Hanno la propria chiesa, lontana dalla Villa quasi a tiro d'arco, cinta d'ogni intorno da capevole cimitero, e quello da un fosso. Osservai questa mattina, come le donne quasi tutte venendo alla messa portavano a'cintola, come sogliono i soldati i pugnali, uno aspersorio con ispogna in cima: et in mano un mazzetto di candele per accenderle a' loro altari.Et in ispalla una o due conocchie di lino, o vero una piccia dì pane in grembo per offerir all'altare, essendo la domenica prima del mese. Arrivate alla porta della chiesa tuffano il loro aspersorio in una gran pila d'acqua benedetta, e poi con esso girano per lo cimitero intorno dando l'acqua santa alle sepolture coperte di grossi sassi e pietre, per cagione credo che le fiere divoratrici non le scavino. Et il prete bisogna che tenga sempre buona provvigione di acqua Santa. Sono gli schiavoni rpersone robuste e da fatiche. E si governano molto prudentemente in queste loro ville, e quasi Colonie, tenendoci macello, le panetterie,et altre officine necessario".

 La storia non precisa gli sviluppi che ne susseguirono negli anni a venire, ma si è propensi a ritenere di dover soffermare l'attenzione sul problema "cherchez la femme". Infatti tra gli abitanti di Monteodorosi o e gli occupanti della "glavizza" sorsero dei contrasti alquanto seri.

I monteodorisiani bramavano unirsi in matrimonio con le donne della schiavonia, ma proibivano ai glavizziani di sposare le donne della Contea. Per non incorrere in guai maggiori giacchè gli schiavoni erano usi a rapire, a fine di matrimonio, le donne di Monteodorisio, si giunse ad un compromesso. 

 Molti nuclei familiari illirici, insofferenti alla imposta proibizione, preferirono uscire da una delle quattro porte della Fortezza di Monteodorisio, che venne poi detta "Porta di Cupello", dando così origine ad un'altra colonia detta "Villa degli Schiavoni" poi cambiata in "Villa Cupello", poi "Le Copelle" o "Cupelle" come è citato in alcune mappe. Cupello, forse, prese nome dall'insediamento urbano posto sulla collina dove, è accertato, gli schiavoni cominciarono a fabbricare le tegole, dette "Coppelle", con le quali coprivano i loro capanni, sostituendo i tetti di paglia.

 GIUSEPPE CATANIA (Foto di G.Catania)

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