I più anziani narrano di strane leggende che aleggiavano attorno ai camminamenti sotterranei che, fra l'altro celerebbero anche misteriosi tesori nascosti - e qui dimenticati - dagli antichi feudatari della Contea
di GIUSEPPE CATANIA
Feudo di un Odorisio,conte dei Marsi; ereditato da Roberto di Loritello, nipote di Roberto il Guiscardo. Nel 1256 in feudo a Corrado di Antiochia nipote di Federico II. La contea fu possesso di Sordello da Goito. Numerosi altri feudatari, fino ai D'Avalos e a Guglielmo Amblingh. Gli edifici storici, il Santuario della Madonna delle Grazie. L'acqua miracolosa. Il castello difensivo.
Ridente centro dell'entroterra vastese Monteodorisio è posto su di un colle, alla sinistra del Fiume Sinello. L'abitato è collocato a gradinata ai piedi del castello che si affaccia, nel lato orientale, sul vallone "Maltempo". Nel X secolo divenne feudo di Odorisio, conte dei Marsi, e capoluogo di una Contea, nel
secolo successivo.
Nel 1027 era possesso del conte Pandolfo, figlio di Odorisio e, in epoca normanno-sveva, fu ereditato da Roberto di Loritello, nipote di Roberto il Guiscardo.
Nel 1256 passò in feudo a Corredo di Antiochia, nipote di Federico II.
La contea di Monteodorisio fu, poi, possesso di Sordello da Goito.
Era costui un poeta e trovatore italiano in lingua provenzale al seguito della corte di Riccardo di San Bonifacio, signore di Verona. Sordello si invaghì della moglie del suo signore,Cunizza da Rosano,e la rapì con l'aiuto del fratello del conte, Ezzellino, nel 1224. Si rifugiò nella marca Trevigiana, poi si recò in Provenza, a Tolosa, poi nel Poitou. Passò al servizio di Carlo 1° d'Angiò, conte di Provenza. Durante la spedizione di Carlo in Italia,venne fatto prigioniero e ristretto nelle carceri di Novara, nel 1226. Per sollecitazione di Papa Clemente IV fu riscattato dal re angioino ed ottenne, nel 1269 quale ricompensa per i servigi prestati al re, cinque castelli in Abruzzo, tra cui quello della Contea di Monteodorisio. Sordello è ricordato da Dante Alighieri,nella Divina Commedia-Purgatorio-Canto VI,versi da 74.
Monteodorisio passò, quindi, a Bonifacio da Galimberte, poi, per privilegio di Giovanna I^ a Piero Lalle Camponeschi dell'Aquila, al quale successe la famiglia dei Del Gozzo o del Borgo, signori di Pescara.
Il borgo è citato in documenti dei primi anni del XIV secolo.
Il castello turrito di origine medievale, è a pianta pentagonale con torri cilindriche angolari.
Dopo l'anno 1000 resistette a numerosi assedi, tra cui quelli degli angioini e dei normanni. Nel 1391 Monteodorisio divenne possesso del Conte Francesco del Borgo, la cui figlia Giovannella, nel 1407 dettò gli Statuti del paese.
Occupato da Braccio di Montone nel 1433, subì la devastazione ad opera di Giovanni della Rovere nel 1458.
Nei primi decenni del XVII secolo passò ai principi di Conca e successivamente ai D'Avalos.
Al seguito di Cesare Michelangelo D'Avalos, marchese del Vasto era l'illustre personaggio Guglielmo Amblingh, figlio di Giovanni Guglielmo e di Barbara Sviburg, nato a Graz nel 1679. Divenuto segretario del marchese del Vasto, insieme alla consoste Anna Maria Brusvin, si trasferì a Vasto, acquisendo alti meriti, tanto che il marchese lo ricompensò, nominandolo, nel 1723, comandante delle truppe di casa D'Avalos, Barone di S. Ancino, feudo di Casalbordino,vice conte di Monteodorisio, con la carica di Governatore della Contea.
Tra i monumenti architettonici ancora ben conservati, la Chiesa di San Giovanni (sec.XVIII) e il Palazzo Suriani (1840) in stile rinascimentale, con ricchi saloni decorati (1).
Il Santuario della Madonna delle Grazie,
su disegno dell'arch.Del Debbio, è opera dell'architetto vastese Benedetti. La festa si celebra la prima domenica di settembre e richiama grande concorso di popolo che vi giunge in pellegrinaggio da tutte le regioni d'Italia e dall'estero. Reca i segni armonici rinascimentali ed è posto a fianco dall'antico convento dei Celestini,dove esisteva l'umile cappella votive della Vergine. Nella facciata un bel rosone a foggia gotica e la pianta del tempio è a tre navate a croce greca. All'interno il pittore di scuola napoletana D'Agostino, vi seguì le decorazioni nei primi del '900.
Legato alla storia del Santuario un avvenimento miracoloso: dovendosi restaurare la Cappelletta, durante i lavori, sgorgò dell'acqua da una fenditura. L'addetto ai lavori, un certo Cesare Turco, consigliò una donna di Cupello, che aveva una fanciulletta colpita da grave malattia, di bagnare la piccina con quell'acqua. La bimba, dopo tre giorni cominciò a migliorare fino a guarire in breve tempo. Il fatto miracoloso si diffuse ed altri prodigi si manifestarono e vennero riconosciuti dalle autorità ecclesiastiche.
Fra le altre attrattive che distinguono le terre del contado, le belle colline ubertose, la vallata del fiume Sinello che scorre come una lingua d'argento inframezzata da scorgi di borghi appollaiati sulle colline circostanti.
Un tempo, numerose erano a Monteodorisio le torri di vedetta collegate con la cerchia difensiva del castello, munite di camminamemti che mettevano in comunicazione i sotterranei della roccaforte. Anzi il Castello era collegato da una lunga galleria con la torre che era posta sul greto del fiume, attraverso la quale i soldati accedevano per accorrere a difesa del borgo e dove la popolazione trovala rifugio,durante le scorrerie dei pirati che, sbarcati alla foce del fiume, penetravano all'interno seguendone l'alveo.
I più anziani narrano di strane leggende che aleggiavano attorno ai sotterranei camminamenti che, fra l'altro celerebbero anche misteriosi tesori nascosti - e qui dimenticati - dagli antichi feudatari della Contea.
Giuseppe Catania
Nota (l)
Palazzo Suriani,costruito tra il 1830 e 1840, su progetto dell'architetto Romano, è un edificio fra i più prestigiosi della provincia di Chieti.
In puro stile Rinascimento, è arricchito da ampi saloni magistralmente affrescati da uno dei più famosi pittori della scuola napoletana del '900,Nicola Biondi.
Tra la fine dell'ottocento e l'inizio del novecento, Palazzo Suriani è stato il cenacolo di tutta la cultura abruzzese. Fra i molti personaggi che l'hanno frequentato:Gabriele D'Annunzio, Benedetto Croce, Raffaele Paolucci, Antonio Di Jorio, Enrico Del Debbio. Durante le ultime guerre le vaste cantine sotterranee del palazzo erano adibite a rifugio contro i bombardamenti per tutti i cittadini di Monteodorisio.
E’ vivo ancora il ricordo di Ottavio Suriani, sensibile drammaturgo, di animo dolce, Pompeo Suriani, politico e amministratore di acuto ingegno e carisma, per oltre 20 anni Presidente della Provincia di Chieti; Giovanni Suriani più volte sindaco di Monteodorisio, Alfonso Suriani sensibile poeta dialettale legato alla istituzione dell'Istituto Agrario Cosimo Ridolfi di Scemi.
GIUSEPPE CATANIA
Ridente centro dell'entroterra vastese Monteodorisio è posto su di un colle, alla sinistra del Fiume Sinello. L'abitato è collocato a gradinata ai piedi del castello che si affaccia, nel lato orientale, sul vallone "Maltempo". Nel X secolo divenne feudo di Odorisio, conte dei Marsi, e capoluogo di una Contea, nel
secolo successivo.
Nel 1027 era possesso del conte Pandolfo, figlio di Odorisio e, in epoca normanno-sveva, fu ereditato da Roberto di Loritello, nipote di Roberto il Guiscardo.
Nel 1256 passò in feudo a Corredo di Antiochia, nipote di Federico II.
La contea di Monteodorisio fu, poi, possesso di Sordello da Goito.
Era costui un poeta e trovatore italiano in lingua provenzale al seguito della corte di Riccardo di San Bonifacio, signore di Verona. Sordello si invaghì della moglie del suo signore,Cunizza da Rosano,e la rapì con l'aiuto del fratello del conte, Ezzellino, nel 1224. Si rifugiò nella marca Trevigiana, poi si recò in Provenza, a Tolosa, poi nel Poitou. Passò al servizio di Carlo 1° d'Angiò, conte di Provenza. Durante la spedizione di Carlo in Italia,venne fatto prigioniero e ristretto nelle carceri di Novara, nel 1226. Per sollecitazione di Papa Clemente IV fu riscattato dal re angioino ed ottenne, nel 1269 quale ricompensa per i servigi prestati al re, cinque castelli in Abruzzo, tra cui quello della Contea di Monteodorisio. Sordello è ricordato da Dante Alighieri,nella Divina Commedia-Purgatorio-Canto VI,versi da 74.
Monteodorisio passò, quindi, a Bonifacio da Galimberte, poi, per privilegio di Giovanna I^ a Piero Lalle Camponeschi dell'Aquila, al quale successe la famiglia dei Del Gozzo o del Borgo, signori di Pescara.
Il borgo è citato in documenti dei primi anni del XIV secolo.
Il castello turrito di origine medievale, è a pianta pentagonale con torri cilindriche angolari.
Dopo l'anno 1000 resistette a numerosi assedi, tra cui quelli degli angioini e dei normanni. Nel 1391 Monteodorisio divenne possesso del Conte Francesco del Borgo, la cui figlia Giovannella, nel 1407 dettò gli Statuti del paese.
Occupato da Braccio di Montone nel 1433, subì la devastazione ad opera di Giovanni della Rovere nel 1458.
Nei primi decenni del XVII secolo passò ai principi di Conca e successivamente ai D'Avalos.
Al seguito di Cesare Michelangelo D'Avalos, marchese del Vasto era l'illustre personaggio Guglielmo Amblingh, figlio di Giovanni Guglielmo e di Barbara Sviburg, nato a Graz nel 1679. Divenuto segretario del marchese del Vasto, insieme alla consoste Anna Maria Brusvin, si trasferì a Vasto, acquisendo alti meriti, tanto che il marchese lo ricompensò, nominandolo, nel 1723, comandante delle truppe di casa D'Avalos, Barone di S. Ancino, feudo di Casalbordino,vice conte di Monteodorisio, con la carica di Governatore della Contea.
Tra i monumenti architettonici ancora ben conservati, la Chiesa di San Giovanni (sec.XVIII) e il Palazzo Suriani (1840) in stile rinascimentale, con ricchi saloni decorati (1).
Il Santuario della Madonna delle Grazie,
su disegno dell'arch.Del Debbio, è opera dell'architetto vastese Benedetti. La festa si celebra la prima domenica di settembre e richiama grande concorso di popolo che vi giunge in pellegrinaggio da tutte le regioni d'Italia e dall'estero. Reca i segni armonici rinascimentali ed è posto a fianco dall'antico convento dei Celestini,dove esisteva l'umile cappella votive della Vergine. Nella facciata un bel rosone a foggia gotica e la pianta del tempio è a tre navate a croce greca. All'interno il pittore di scuola napoletana D'Agostino, vi seguì le decorazioni nei primi del '900.
Legato alla storia del Santuario un avvenimento miracoloso: dovendosi restaurare la Cappelletta, durante i lavori, sgorgò dell'acqua da una fenditura. L'addetto ai lavori, un certo Cesare Turco, consigliò una donna di Cupello, che aveva una fanciulletta colpita da grave malattia, di bagnare la piccina con quell'acqua. La bimba, dopo tre giorni cominciò a migliorare fino a guarire in breve tempo. Il fatto miracoloso si diffuse ed altri prodigi si manifestarono e vennero riconosciuti dalle autorità ecclesiastiche.
Fra le altre attrattive che distinguono le terre del contado, le belle colline ubertose, la vallata del fiume Sinello che scorre come una lingua d'argento inframezzata da scorgi di borghi appollaiati sulle colline circostanti.
Un tempo, numerose erano a Monteodorisio le torri di vedetta collegate con la cerchia difensiva del castello, munite di camminamemti che mettevano in comunicazione i sotterranei della roccaforte. Anzi il Castello era collegato da una lunga galleria con la torre che era posta sul greto del fiume, attraverso la quale i soldati accedevano per accorrere a difesa del borgo e dove la popolazione trovala rifugio,durante le scorrerie dei pirati che, sbarcati alla foce del fiume, penetravano all'interno seguendone l'alveo.
I più anziani narrano di strane leggende che aleggiavano attorno ai sotterranei camminamenti che, fra l'altro celerebbero anche misteriosi tesori nascosti - e qui dimenticati - dagli antichi feudatari della Contea.
Giuseppe Catania
Nota (l)
Palazzo Suriani,costruito tra il 1830 e 1840, su progetto dell'architetto Romano, è un edificio fra i più prestigiosi della provincia di Chieti.
In puro stile Rinascimento, è arricchito da ampi saloni magistralmente affrescati da uno dei più famosi pittori della scuola napoletana del '900,Nicola Biondi.
Tra la fine dell'ottocento e l'inizio del novecento, Palazzo Suriani è stato il cenacolo di tutta la cultura abruzzese. Fra i molti personaggi che l'hanno frequentato:Gabriele D'Annunzio, Benedetto Croce, Raffaele Paolucci, Antonio Di Jorio, Enrico Del Debbio. Durante le ultime guerre le vaste cantine sotterranee del palazzo erano adibite a rifugio contro i bombardamenti per tutti i cittadini di Monteodorisio.
E’ vivo ancora il ricordo di Ottavio Suriani, sensibile drammaturgo, di animo dolce, Pompeo Suriani, politico e amministratore di acuto ingegno e carisma, per oltre 20 anni Presidente della Provincia di Chieti; Giovanni Suriani più volte sindaco di Monteodorisio, Alfonso Suriani sensibile poeta dialettale legato alla istituzione dell'Istituto Agrario Cosimo Ridolfi di Scemi.
GIUSEPPE CATANIA
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