sabato 12 settembre 2015

Mariangela Artese (art-fashion) e Nicola Artese (artista visivo) in Mostra al “Marte - Feria de Arte Contemporáneo” in Spagna

Mariangela Artese, originaria di San Salvo, approdata alcuni anni fa con Erasmus nei Paesi Baschi (Bilbao), dove si sta affermando come giovane, dinamica  e appassionata  diseñadora”  di art-fashion, invitata dall’Organizzazione del “Marte” - Feria de Arte Contemporáneo de Castellón (Valencia - Spagna orientale), in questi giorni espone  in tale località spagnola alcune sue originali
creazioni di arte-moda. I vestiti, come gli accessori, nei quali Mariangela mostra una particolare capacità inventiva, con un disegno e assemblaggio di materiali vari, riproposti e talora riciclati da altra più ordinaria e tradizionale funzione, si pongono all’attenzione del settore in maniera sorprendente e accattivante, frutto creativo di un trend visivo, giovane e spigliato, di un oggetto d’uso che di viene di per sé proposta o coagulo d’arte.
Assieme alle sue creazioni, nell’occasione e unitamente ad altro artista, il fotografo Laurent Leger Adame,  mostra i suoi sempre più raffinati micro-collages l’artista visivo, da tempo noto nell’area socio-culturale vastese Nicola Artese (padre della stilista). Una collaborazione più artistica che famigliare, derivante da una naturale quanto preziosa affinità operativa, che porta Mariangela a immettere o comprendere, originalmente, nei ‘modelli’ da lei disegnati, degli inserti, vivaci quanto raffinati, di ‘pezze’ su cui sono state riprodotte a stampa le ‘tessiture’ carto-cromatiche del padre. Non a caso il “progetto” espositivo Modarte (… “un trabajo conjunto”) di questi giorni viene etichettato come “Sueños de papel "(Sogni di carta).

I collages di Nicola Artese, produzione in cui si esercita da decenni, con apprezzato consenso di pubblico, sono realizzati variamente nel tempo utilizzando carta, colle, resine, persino frammenti d’oggetto, con una straordinaria laboriosità e minuzia certosina, una cura dei particolari volti a ‘significare’, oltre che a dare una cromo-immagine; per costruire e dare sedimentazione ad una storia-metafora dell’attività creativa e non meno esistenziale dell’uomo. Un immaginare ex novo, esplicato, frammento su framment, aggrappandosi - si direbbe - quasi freudianamente, in termini coloristici e non meno per derivazioni metaforiche, culturali e talora poetiche, a ciò che è stato altro, in uso e funzione; realizzando (sorta di altro, contemporaneo, ready-made duchampiano, meno facile e culturalmente più complesso) il nuovo oggetto-sogno figurativo, creato e da fruire ancora, con varia valenza, nell’oggi.
Giuseppe F. Pollutri















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