Particolare del manifesto della Festa del Carmine 2015 |
di GIUSEPPE CATANIA
Viva e costante è la devozione dei vastesi verso la Madonna del Carmine, per invocarne la
protezione e la salvezza dell'anima.
Nella tradizione della fede cristiana e nella particolare vocazione a Maria Santissima, i fedeli, consacrandosi alla Vergine del Carmine, indossano il Santo Scapolare e, con le insegne di questa meravigliosa livrea, invocano amore e protezione, professando pazienza ed umiltà, contro gli assalti del demonio ed a difesa dei pericoli della terra.
A Maria del Carmelo i devoti si rivolgono quale fonte di grazia e pioggia di santità sull'arsura del male, col pensiero volto alla terra della Palestina, dove è il promontorio del Monte Carmelo, testimone di un evento miracoloso, come si legge in un episodio dell'Antico Testamento.
Qui, infatti, durante una grave siccità che aveva colpito la terra di Israele, il Profeta Elia, assorto in fervida preghiera, vide una nuvola che sciogliendosi in pioggia ristoratrice recò fertilità e abbondanza di frutti. La nuvola e la pioggia caduta miracolosamente dal cielo sono considerate, tra le molte figure profetiche di Maria Vergine, fonte di grazie per l'umanità sofferente.
Ed il profeta Elia, secondo le tradizioni, avrebbe istituito sul Monte Carmelo un ordine di solitari che onorano, nella preghiera e nella penitenza, la Vergine Maria, non ancora nata, destinata ad essere Madre del Redentore.
Nella storia dell'Ordine Carmelitano fa spicco la figura veneranda di San Simone, detto Stock, nato nel Kent (Inghilterra ra) nel 1185, fuggito, appena dodicenne, dalla casa paterna ed eremita nel tronco cavo di una quercia. Simone Stock divenne superiore generale dell'Ordine ed ottenne dal Pontefice l'approvazione della Regola che era già stata codificata da San Broccardo e dal Beato Alberto.
Nel 1251 a Simone Stock apparve la Madonna in sembianze dì Nostra Signora del Carmelo, consegnando al vegliardo il prodigioso scapolare che avrebbe liberato dalle pene dell'inferno quanti lo avessero indossato.
La grande diffusione dell'Ordine Carmelitano si ebbe tra il XIII e XIV secolo e, quando Papa Onorio II approvò la regola monastica nel 1226, venne istituita anche la festa della Madonna del Monte Carmelo, non solo per la memoria della Regola, bensì anche per ricordare la spiritualità dell'Evento. Nella festa della Madonna del Carmelo si incontrano, infatti, i millenni dell'antica alleanza ed i secoli della «Redenzione, proprio nel mirabile fulcro che ha splendore di amore e fonte di ogni grazia, nel nome di Maria, all'insegna dell'umiltà.
Gli eremiti del Monte Carmelo, peraltro, in piena umiltà, chinando il capo, ripetevano: "Ecco ì servi della Serva del Signore. Sia fatto di noi secondo la Sua Volontà.'"
Tale volontà era insita nella Regola che il Beato Alberto Avogadro, Vescovo di Gerusalemme, aveva dettato nel 1209 per gli eremiti del Monte Carmelo, quale esaltazione della più amata virtù della Vergine Maria, appunto, l'umiltà.
Il culto della Madonna del Monte Carmelo a Vasto prende avvio nella seconda metà del 1500, quando la Confraternita di San Nicola degli Schiavoni venne cambiata in quella de! Carmine con la costruzione di una apposita chiesa dedicata alla Madonna che, in luogo della cappella già esistente dal 1362, mantenne l'altare dedicato a San Nicola. Fu nel 1688, che, su intervento di Diego D'Avalos, la Confraternità del Carmelo accolse i Chierici Regolari e, successivamente, la Chiesa di Santa Maria Maggiore conferì loro la giurisdizione spirituale della Chiesa del Carmine, con solenne funzione avvenuta il 6 novembre 1690.
Nella Novena della Madonna del Carmine si canta un inno composto da Antonio Rossetti.
"Tra le varie statue di mediocre altezza - ricorda Luigi Marchesani (Storia di Vasto) vi è quella della Madonna del Carmine lavorato dal concittadino Antonio Molino."
Fervore di fede e amore per la tradizione cristiana che sono legati al ricordo esaltante di tanti secoli e che trovano radici profonde nella fedeltà perenne del popolo di Vasto.
GIUSEPPE CATANIA
. Da un disegno di Giuseppe Catania pubblicato su "Il Giornale d'Italia", del 1956 |
Nel 1251 a Simone Stock apparve la Madonna in sembianze dì Nostra Signora del Carmelo, consegnando al vegliardo il prodigioso scapolare che avrebbe liberato dalle pene dell'inferno quanti lo avessero indossato.
La grande diffusione dell'Ordine Carmelitano si ebbe tra il XIII e XIV secolo e, quando Papa Onorio II approvò la regola monastica nel 1226, venne istituita anche la festa della Madonna del Monte Carmelo, non solo per la memoria della Regola, bensì anche per ricordare la spiritualità dell'Evento. Nella festa della Madonna del Carmelo si incontrano, infatti, i millenni dell'antica alleanza ed i secoli della «Redenzione, proprio nel mirabile fulcro che ha splendore di amore e fonte di ogni grazia, nel nome di Maria, all'insegna dell'umiltà.
Gli eremiti del Monte Carmelo, peraltro, in piena umiltà, chinando il capo, ripetevano: "Ecco ì servi della Serva del Signore. Sia fatto di noi secondo la Sua Volontà.'"
Tale volontà era insita nella Regola che il Beato Alberto Avogadro, Vescovo di Gerusalemme, aveva dettato nel 1209 per gli eremiti del Monte Carmelo, quale esaltazione della più amata virtù della Vergine Maria, appunto, l'umiltà.
Il culto della Madonna del Monte Carmelo a Vasto prende avvio nella seconda metà del 1500, quando la Confraternita di San Nicola degli Schiavoni venne cambiata in quella de! Carmine con la costruzione di una apposita chiesa dedicata alla Madonna che, in luogo della cappella già esistente dal 1362, mantenne l'altare dedicato a San Nicola. Fu nel 1688, che, su intervento di Diego D'Avalos, la Confraternità del Carmelo accolse i Chierici Regolari e, successivamente, la Chiesa di Santa Maria Maggiore conferì loro la giurisdizione spirituale della Chiesa del Carmine, con solenne funzione avvenuta il 6 novembre 1690.
Nella Novena della Madonna del Carmine si canta un inno composto da Antonio Rossetti.
"Tra le varie statue di mediocre altezza - ricorda Luigi Marchesani (Storia di Vasto) vi è quella della Madonna del Carmine lavorato dal concittadino Antonio Molino."
Fervore di fede e amore per la tradizione cristiana che sono legati al ricordo esaltante di tanti secoli e che trovano radici profonde nella fedeltà perenne del popolo di Vasto.
GIUSEPPE CATANIA
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