di GIUSEPPE CATANIA
La città del Vasto si vanta
d'aver dato i natali a illustri esponenti
del mondo della cultura in
tutti i campi e in ogni epoca, conquistando
un prestigioso primato
che, fin dall'antichità, la collocano
fra le più insigni città d'Italia, sì da
essere nominata "Atene degli Abruzzi".
Tanti i protagonisti che legarono
il loro nome e le loro opere alla storia
millenaria di Vasto, in tutti i campi.
Anche nella musica che ebbe notevole, risonanza nel XVI
secolo, in modo particolare, perché la casata D'Avalos ne propugnò
l'affermazione a livello di
Corte delle grandi Signorie, proteggendo
e promuovendo i fermenti che emergevano a Vasto, oltre
agli interessi militari e politici che
esercitava presso l'Imperatore.
Si hanno notizie di tre illustri
famosi madrigalisti vastesi,molto
celebrati.
Il più noto, col soprannome
"Lupacchino dal Vasto", è Bernardino
Carnefresca, che fu sacerdote
nella
Chiesa di Santa Maria
Maggiore dì Vasto nel 1543, nominato
Maestro di Cappella nella Basilica
di San Giovanni in Laterano
a Roma, dove morì nel 1555. Successe a Paolo Animuccia e fu precursore del Palestrina. Valente
maestro di canto, fu autore di successo
di mottetti e madrigali di
grande suggestione lirica. Le sue
opere vennero stampate, già nel
1547 a Venezia da Antonio Cardano.
Altro valente madrigalista vastese tu Gian Battista Petrilli, vissuto
tra la fine del 1500 e l'inizio del 1600, appartenente a una famiglia
di "dottori secolari ed ecclesiastici".
Se ne ha notizia da una
pubblicazione stampata a Napoli
nel 1608 da Gian Giacomo Carlini
e Costantino Vitali, scritta da Dattilo
Roccia di Venafro il quale, certamente,
fu maestro del Petrilli,
giacché, nella dedica sottolinea:
"da me apprese questa scientia" riferendosi
ad alcuni madrigali composti
dal musicista vastese.
Peraltro, Dattilo Roccia dedica
un suo volume al Cardinale Innigo
D'Avalos, riferimento questo
che riscontriamo anche nel "Lupacchino
dal Vasto" che musicò
un'ottava dell'Orlando Furioso di
Torqualo Tasso (canto 32°) in cui
si celebrano le glorie dei Marchesi
D'Avalos.
E che il casato D'Avalos
proteggesse le arti e le lettere lo
si scopre attraverso un altro madrigalista
vastese, Oratio Crisci, di
cui la prof. Cinzia Scafetta ha pubblicato negli anni scorsi un prezioso studio "I madrigali
di Oratio Crisci dal Vasto".
La studiosa, nel suo "profilo
critico-storico", accenna al periodo
in cui visse il Crisci e rileva che
nel 1581 il madrigalista dedicava
una sua opera a Innigo D'Avalos,
Cardinale D'Aragona. Anzi, scopre
che grazie al mecenatismo dei
D'Avalos, il Crisci ottenne l'incarico
di organista nella cattedrale di
Mantova, sicuramente colà indirizzato dalla Corte dei Gonzaga.
Crisci venne favorito da Isabella
Gonzaga, moglie del Marchese
del Vasto Ferrante Francesco
D'Avalos.
Genii musicali vastesi "emigrati"
verso i più prestigiosi incarichi,
ma che seppero legare il loro
nome e la loro fama alla terra natia,
per sè la gloria l'ottennero altrove.
Ed è attraverso la "riscoperta"
di preziosi documenti e testimonianze -
e lo studio di Cinzia Scafetta
in particolare ne offre una
completa fonte storica, artistica e
bibliografica - che oggi possiamo
affermare che la Città del Vasto
può vantare, nella sua splendida
tradizione culturale, un primato di
tutto prestigio.
Giuseppe Catania
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