mercoledì 1 maggio 2019

Nel '500 Vasto patria di illustri madrigalisti

di GIUSEPPE CATANIA
La città del Vasto si vanta d'aver dato i natali a illustri esponenti del mondo della cultura in tutti i campi e in ogni epoca, conquistando un prestigioso primato che, fin dall'antichità, la collocano fra le più insigni città d'Italia, sì da essere nominata "Atene degli Abruzzi".
Tanti i protagonisti che legarono il loro nome e le loro opere alla storia millenaria di Vasto, in tutti i campi.
Anche nella musica che ebbe notevole, risonanza nel XVI secolo, in modo particolare, perché la casata D'Avalos ne propugnò l'affermazione a livello di Corte delle grandi Signorie, proteggendo e promuovendo i fermenti che emergevano a Vasto, oltre agli interessi militari e politici che esercitava presso l'Imperatore. Si hanno notizie di tre illustri famosi madrigalisti vastesi,molto celebrati.
Il più noto, col soprannome "Lupacchino dal Vasto", è Bernardino Carnefresca, che fu sacerdote nella
Chiesa di Santa Maria Maggiore dì Vasto nel 1543, nominato Maestro di Cappella nella Basilica di San Giovanni in Laterano a Roma, dove morì nel 1555. Successe a Paolo Animuccia e fu precursore del Palestrina. Valente maestro di canto, fu autore di successo di mottetti e madrigali di grande suggestione lirica. Le sue opere vennero stampate, già nel 1547 a Venezia da Antonio Cardano.

Altro valente madrigalista vastese tu Gian Battista Petrilli, vissuto tra la fine del 1500 e l'inizio del 1600, appartenente a una famiglia di "dottori secolari ed ecclesiastici". Se ne ha notizia da una pubblicazione stampata a Napoli nel 1608 da Gian Giacomo Carlini e Costantino Vitali, scritta da Dattilo Roccia di Venafro il quale, certamente, fu maestro del Petrilli, giacché, nella dedica sottolinea: "da me apprese questa scientia" riferendosi ad alcuni madrigali composti dal musicista vastese. Peraltro, Dattilo Roccia dedica un suo volume al Cardinale Innigo D'Avalos, riferimento questo che riscontriamo anche nel "Lupacchino dal Vasto" che musicò un'ottava dell'Orlando Furioso di Torqualo Tasso (canto 32°) in cui si celebrano le glorie dei Marchesi D'Avalos.

 E che il casato D'Avalos proteggesse le arti e le lettere lo si scopre attraverso un altro madrigalista vastese, Oratio Crisci, di cui la prof. Cinzia Scafetta ha pubblicato negli anni scorsi un prezioso studio "I madrigali di Oratio Crisci dal Vasto". La studiosa, nel suo "profilo critico-storico", accenna al periodo in cui visse il Crisci e rileva che nel 1581 il madrigalista dedicava una sua opera a Innigo D'Avalos, Cardinale D'Aragona. Anzi, scopre che grazie al mecenatismo dei D'Avalos, il Crisci ottenne l'incarico di organista nella cattedrale di Mantova, sicuramente colà indirizzato dalla Corte dei Gonzaga. Crisci venne favorito da Isabella Gonzaga, moglie del Marchese del Vasto Ferrante Francesco D'Avalos.

Genii musicali vastesi "emigrati" verso i più prestigiosi incarichi, ma che seppero legare il loro nome e la loro fama alla terra natia, per sè la gloria l'ottennero altrove. Ed è attraverso la "riscoperta" di preziosi documenti e testimonianze - e lo studio di Cinzia Scafetta in particolare ne offre una completa fonte storica, artistica e bibliografica - che oggi possiamo affermare che la Città del Vasto può vantare, nella sua splendida tradizione culturale, un primato di tutto prestigio.
 Giuseppe Catania

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