martedì 21 novembre 2017

La Chiesa di Pennaluce sorge su un antico santuario frentano

di GIUSEPPE CATANIA

La Festa di Maria Santissima di Pennaluce, che ricade la seconda domenica di maggio, è una fra le più caratteristiche feste vastesi, nel solco delle tradizioni devozionali verso la Madonna.

L'immagine della Vergine è custodita nella chiesetta che sorge sulla spianata di Punta Penna dove la folla da
sempre si reca in pellegrinaggio per rinnovare il fervore di fede alla Madonna miracolosa.

Nel giorno dedicato alla festa la statua della Madonna col Bambino in braccio, cui la gente di mare è particolarmente devota, viene portata in solenne processione lungo la spianata di Punta Penna e, quindi, imbarcata sui pescherecci con il gran pavese inalberato.

Si salpa per un ampio giro sul mare, col seguito di un numeroso corteo di barche piene di popolo festoso. Dopo la benedizione delle acque, la statua viene portata a riva e ricondotta nella chiesa tra ali di folla esultante.

Molti i fedeli che diffondono canti e l'invocazione di "Viva Maria, Maria Evviva !" Nelle pause delle litanie, in un mistico, profondo silenzio, la voce irrompe chiedendo la grazia alla Madonna per la salvezza dei pescatori sul mare. Vengono distribuite al popolo le immaginette-ricordo benedette, mentre si ode il suono della banda musicale, intervenuta per rallegrare la festa della contrada.

Antichissima è la memoria del culto di Maria Santissima di Pennaluce, la cui chiesetta apparteneva alla omonima città che sorgeva sulle rovine della romana Buca, fiorente porto della Frentania nel secolo IX.

Nel 1252 Pennaluce era annoverata fra le Università dell'Abruzzo e diede nome ad un Feudo molto esteso, fornito di porto naturale sicuro, con attivo commercio con i paesi del lontano oriente.

Nel 1304 vi sorgeva anche un convento dedicato a S.Agostino di Pennaluce, che cadde in rovina insieme al castello munito di torri meravigliose, dopo la pestilenza che funestò la popolazione e devastò l'Università, nel 1416.

Sulle rovine di costruzioni risalenti ad epoca anteriore alla civiltà romana, nella metà del 1700 sorse la chiesetta della Madonna di Pennaluce, di cui già nel 1500 si aveva notizia dell'esistenza di una cappelletta intitolata a Santa Maria della Penna.

Il 30 ottobre 1618 vennero eseguiti i lavori di ristrutturazione della transennatura d'ingresso e negli anni 1676-1689 Diego D’Avalos Marchese del Vasto provvide a farla restaurare, dandole una nuova forma.

Papa Innocenzo XI concesse indulgenza plenaria ai fedeli visitatori della chiesa nel giorno di lunedì in Albis, come per le basiliche romane.

Il Marchese D'Avalos la dotò di 2000 ducati di rendita ed il Pontefice poi la costituì come Abbazia padronale di Casa D'Avalos, con obbligo di farvi soggiornare un cappellano per la celebrazione delle messe, oltre a munirla di custodi armati durante l'estate, per difenderla dai pirati.

Con nota del 25.10.1983 (n.15339) la Soprintendenza per i Beni ambientali Achitettonici e Storici per l'Abruzzo dell'Aquila, vincolava la chiesa della Madonna di Punta Penna, ai sensi dell'art. 1 della legge 1.6.1939, a seguito del Decreto del Ministero dei Beni Culturali del 17.1.1983, includendola nei programmi di recupero per il triennio 1983/1986.

Nel periodo, a fianco della chiesetta, nella parte posteriore, sono stati effettuati degli scavi archeologici che hanno evidenziato la presenza di notevoli tratti di fondamenta

di edifici, sicuramente appartenenti alla distrutta città di Pennaluce o forse anche della scomparsa città di Buca.

Ma qui doveva sorgere, a parere degli esperti, il più importante Santuario (centro amministrativo e governativo ndr) della regione Frentana, confermato anche dalla presenza di una struttura di un pilastro con paravento affiorato nel corso degli scavi.

GIUSEPPE CATANIA

1 commento:

profmugoni ha detto...

Grazie, stimato giornalista Catania, da sempre attento ai risvolti storici della Città di Vasto, e -come dire- quasi mette a braccetto la "vile" cronaca di ogni giorno con le grandi pagine della storia nostra.
Certo, bene ha fatto a fermare la nostra attenzione sui valori religiosi e storici della Madonna di Pennaluce: infatti mi pare di poter dire che la Storia della Città di Vasto ha come preso le mosse da quel felice sito, magnificamente esposto ai commerci e all'incontro fra culture e popoli.
Ne approfitto, e solo due cose mi permetto di sottolineare: a) La Soprintendenza dell'Aquila, a seguito di scavi del dott. Usai di Sassari, ebbe scoperto in quel tratto di costa le fondamenta con relativi reperti di alcune capanne dell'età eneolitica, a testimoniare le più antiche presenze dell'uomo nel vastese.
b)Altro reperto preziosissimo, e che fa la sua figura al Museo della Città, è un'iscrizione in lingua osca, che sta ad attestare la primissima civiltà italica, autoctona, dei Frentani a Vasto. Si tratta di un reperto che riporta i noi di due magistrati locali.
Insomma, il primo documento scritto che quindi vorrebbe inaugurare l'inizio della Storia nella nostra Città.
Grazie ancora al giornalista Catania del suo speciale contributo per la riscoperta della Storia e delle tradizioni di Vasto. Ad maiora.
prof. mugoni