Nicola D'Adamo interviene per dire basta agli attriti tra Vasto e San Salvo |
Stesso giorno, (quasi) stessa ora : OGGI due iniziative di alto livello sul futuro del territorio, una a Vasto sul modello sviluppo del comprensorio, una a San Salvo sul Turismo partecipato. Scelta deliberatamente voluta o pura coincidenza?
A pensar male è peccato, ma spesso ci si azzecca, diceva Andreotti. E quindi noi pensiamo che le date e le iniziative siano state decise ad arte per
contrastarsi a vicenda. E questo certamente non fa bene al comprensorio ed ai suoi futuri scenari.
Facciamo appello allora a persone libere di buona volontà delle due città di far sentire la loro autorevole voce per dire basta agli attriti di campanile e lavorare tutti assieme per un comune progetto di sviluppo.
Il sindaco di Vasto Nicola Notaro ci aveva provato negli anni ’70. Dopo 40 anni di silenzio, nel 2009 ci riprovarono La Penna e Marchese con l’ambizioso “Piano Strategico Macroarea Vasto-San Salvo”, di cui purtroppo oggi non parla più nessuno. E si gira a vuoto, come dimostra l'esempio di oggi.
Eppure sembrava una buona leva per lo sviluppo. Tra l’altro, il Piano così presentava: “E' diventato indispensabile riferire qualsiasi progetto di sviluppo ad una “visione” di scala territoriale (…) La dimensione territoriale di scala vasta deve essere vista come luogo delle opportunità, per mettere in relazione gli aspetti economici con quelli tecnici, urbanistici, ambientali, sociali, culturali e istituzionali; ma la visione strategica non deve essere confusa con i tradizionali piani territoriali, perché in questi ultimi l’esigenza di ottenere l’unanimità dei consensi provoca spesso l’impoverimento dei contenuti fino a farli diventare quasi del tutto privi di proposte innovative. Rinunciando esplicitamente alla “centralità istituzionale” e alla “durabilità” del piano, la visione strategica si può permettere di essere più “disimpegnata” (nel senso che può evitare di farsi carico di tutti i problemi del territorio) e più “parziale” (nel senso che può fondarsi sul consenso dei soli soggetti interessati ai contenuti specifici del programma d’azione). L’incontro tra le istanze dal basso e le esigenze globali dello sviluppo non può che avvenire sulla scorta di una forte condivisione del quadro interpretativo del territorio e della visione di sviluppo della comunità locale; ed è per questo che diventa fondamentale impostare il percorso di pianificazione strategica con un forte atteggiamento collaborativo che deve informare tutti i soggetti istituzionali.
Il piano strategico di Vasto-San Salvo deve poter fornire alla comunità locale gli strumenti per individuare collegialmente i fattori dello sviluppo futuro e per definire nel dettaglio gli ambiti di azione tesi ad attuare le scelte che ne derivano".
Così veniva detto nel 2009, ma questa è la teoria. La pratica è la quotidiana battaglia politica, fatta con mezzucci che lasciano il tempo che trova. E il comprensorio rimane fermo!
Nicola D'Adamo (NoiVastesi)
6 commenti:
Pienamente condivisibile. Bisognerebbe - preziosa che sia la specificità identitaria portatrice di valori vari e diversi - ...essere, ed anzi divenire, con una apertura mentale nuova, che la Comunicazione globale e social oggi ci offre e permette, ...meno "noi-vastesi" e più cittadini del vasto-mondo!
Magari cominciando con San Salvo, passando augurabilmente con la riunificazione amministrativa e anche culturale, di storico fondamento e di mutuo interesse, degli Abruzzi!
Amministrazioni di colore diverso,vince la politica,perdono il territorio e i cittadini.Un vastese deluso.
Nel caso bisogna ritrovarla la fiducia. Per questo ho avvertito come ben positivo e opportuno questo richiamo di NDA.
Altrimenti - di là di ciò che deve comunque interessarci che si realizzi - si rischia di dare ragione a coloro che ...hanno torto!
Nicola Notaro sindaco a Vasto 40 anni fa, è stato l'unico che aveva il pallino della !"programmazione" e dei piani di sviluppo. Voleva unire Vasto e San Salvo; mettere assieme tutti i comuni del comprensorio: quelli della valle del Trigno. Tentò anche di mettere assieme tutti i comuni della costa da Campomarino a Torino di Sangro. Dopo di lui BUIO TOTALE!!!
Nicola Notaro è stato un imprenditore, e un politico. Guardiamoci negli occhi, a Piazza Barbacani chi ha costruito qualcosa fuori dalla politica, con quale esperienza professionale ci si imbatte. Scorriamo i curricula, e non troveremo niente fuori dalle mura cittadine,nessuna esperienza di projet management significativa a livello di media o grande impresa. Quest'ultima non è una cosa che si improvvisa se non l'hai vissuta in prima persona.
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