Nella tradizione vastese le festività
religiose sono sentite dalla popolazione,
con devozione particolare. Tra
le feste più importanti che ricadono
a gennaio ed al principio di febbraio,
meritano d'essere rievocate quelle dedicate
a S. Antonio Abate, San Sebastiano
e San Biagio.
V'è un detto popolare,
ormai dimenticato, che è legato
ad una credenza riferita anche alla
collocazione di questi santi nel calendario
metereologico, che dice: «II barbato
(S. Antonio), il frecciato (S. Sebastiano), il Mitrato (S. Biagio), il freddo
è andato».
Per indicare che ormai l'aria è più
calda e l'inverno tende a terminare,
anche perché il sole comincia leggermente
ad alzarsi sull'orizzonte e le
giornate si sono allungate. Nel dialetto
nostrano i tre santi sono così distinti:
«Lu vàrvute», cioè S. Antonio per
via della lunga barba, invocato contro
il fuoco (detto di S. Antonio); «lu furzùte
», cioè S. Sebastiano, per via della
forza e del coraggio dimostrato nel
corso del martirio, invocato contro la
polmonite; S. Biagio «lu garehazzute
» (da gargarozzo, cioè gola), invocato
contro il mal di gola.
La popolarità di S. Antonio è assai
diffusa nel mondo e la leggenda riferisce
che dopo aver superato una delle
tantissime tentazioni del demonio, S.
Antonio si rivolse a Gesù: «Dove eri tu,
buon Gesù? Dove eri Tu? Perché non
sei stato sempre vicino ad aiutarmi?».
E Gesù gli rispose: «Ero qui, ma aspettavo
di vedere la tua lotta; ora, giacché hai combattuto fieramente, ti farò
ricordare per tutto il mondo». San Sebastiano,
secondo la leggenda, fu trafitto
da tante frecce da sembrare un
riccio. Ma gli artisti lo hanno raffigurato
come un «cervo ferito, innocente
e mansueto» per esaltare il coraggio.
San Biagio, oltre ad essere invocato
contro il mal di gola, è anche invocato
a protezione dei cardatori per via delle
punte di ferro, simili a quelli usati
per cardare la lana, con cui i carnefici
gli strapparono le carni.
GIUSEPPE CATANIA
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