L’11 gennaio la chiesa cattolica festeggia S.Liberata
Vergine e Martire.
Cattedrale di San Giuseppe: la reliquia di un osso del braccio e la statua d S. Liberata |
A molti questo nome potrebbe non dire nulla, ma in realtà la
nostra città è legata a Santa Liberata da antica devozione, come testimoniato
dalla presenza nelle chiese vastesi di alcune statue e di una preziosa
reliquia.
S. Liberata era figlia di Lucio Catelio Severo, già console
di Roma e governatore del nord-est della penisola Iberica nell'anno 122. La
madre Calsia, mentre il marito era assente, partorì nove gemelle. Spaventata
dal parto così numeroso, decise di annegarle in mare, dando incarico di ciò
alla levatrice che, in quanto cristiana non le obbedì. Salvate le neonate, le
battezzò con i nomi di
Ginevra, Vittoria, Eufemia, Germana, Marina, Marciana,
Basilisa, Quiteria e Liberata. Più tardi, dopo numerose peripezie, morirono
tutte martiri sotto le persecuzioni dell'imperatore Adriano.
Il corpo di S. Liberata si conserva nella cattedrale di
Siguenza in Spagna. Fu don Giovanni Sanmillàn, Vescovo di Tuy, che diffuse il
culto delle nove sante a partire dell'anno 1564. Oggi è venerata in molte
località della Francia, della Spagna, in America Latina e in Italia,
soprattutto in Liguria, Calabria, Molise e Abruzzo.
In molte località dove è venerata, la Santa viene
raffigurata sulla croce, ma in realtà, si tratta di un falso storico, in quanto
la giovane fu martirizzata “capitis abscissione”, cioè con un colpo di spada
che le tagliò la testa, oppure fu pugnalata.
Santa Liberata è venerata come colei che ha il potere di togliere i tristi pensieri; da ciò si deve dedurre che la sua protezione si estende a tutti i mali che si desiderano evitare, soprattutto infermità e afflizioni.
Santa Liberata è venerata come colei che ha il potere di togliere i tristi pensieri; da ciò si deve dedurre che la sua protezione si estende a tutti i mali che si desiderano evitare, soprattutto infermità e afflizioni.
A Vasto attualmente esistono due statue dedicate a Santa
Liberata, una presente all’interno della chiesa di Sant’Antonio di Padova ed
una nella chiesa di S. Giuseppe. La prima, ottocentesca, realizzata in
terracotta, è attribuita all’artista vastese Florindo Naglieri, mentre quella
presente in Cattedrale, si trova in una nicchia all’interno della cappella
della Madonna di Lourdes. La statua è di scuola settecentesca napoletana ed è
stata restaurata nel 2007. Qui si conserva e venera anche una reliquia della
Martire: si tratta di un osso del braccio, conservato all’interno di un bel
reliquiario d’argento a forma di braccio, con la mano che regge la palma del
martirio. La preziosa Reliquia venne portata in processione il 25 febbraio
1956, insieme a quelle della Sacra Spina e del Legno della Croce, ed alla
statua dell'Arcangelo Michele, per chiedere protezione contro il pericolo della
frana, che solo tre giorni prima aveva fatto scivolare a valle buona parte del Muro delle Lame.
Fino al diciottesimo secolo, era presente una statua
dedicata a Santa Liberata anche nella Chiesa dell’Annunziata a Portanuova,
mentre lo storico Luigi Marchesani, nella sua Storia di Vasto, riferisce la presenza di una cappella dedicata a
Santa Liberata, presente in una contrada a lei intitolata, probabilmente
situata poco fuori le mura della città.
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