LUIGI ANELLI |
di Lino Spadaccini
Settant'anni fa, il 14 dicembre del 1944, si spegneva Luigi
Anelli, poeta, storico, giornalista e drammaturgo, molto amato ed apprezzato
nella nostra città, per tutto ciò che ha fatto e per le opere che ci ha
lasciato, che ancora oggi fanno scuola, soprattutto per quanti voglio
accostarsi alla poesia dialettale.
Nel giornalismo, Luigi Anelli ha mosso i suoi primi passi a
18 anni, collaborando nel giornale In
vacanza (1878), a fianco a
personaggi del calibro di Edoardo Scarfoglio, Giuseppe Mezzanotte, Domenico
Tinozzi e Francesco Consalvo, poi ha collaborato, tra la fine dell’Ottocento e
l’inizio del nuovo secolo, nell’Istonio
diretto da Emilio Monacelli. Ma dove ha lasciato una traccia indelebile è
sicuramente il foglietto quindicinale Il
Vastese d’Oltre Oceano, stampato dal
1923 al 1933. Quasi interamente scritto da lui, questo
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giornale ancora oggi rappresenta un punto di riferimento importante per la storia della nostra città degli anni ’20 e ‘30 del secolo scorso, ma anche un ponte ideale per raggiungere gli emigranti vastesi al di là dell'Atlantico. Oltre al Vastese Anelli fu anche corrispondente di altre testate importanti quali il Corriere della Sera e il Giornale d’Italia.
Nel 1929, per l'editore Guglielmo Guzzetti, Luigi Anelli ha
pubblicato l’elegante volume Histonium ed
il Vasto attraverso i secoli, raccontando la storia della nostra città in
una maniera semplice e immediata, arricchito da una serie straordinaria di
fotografie sulle bellezze naturali, i palazzi storici, le storiche chiese e le
sue raccolte artistiche; lo stesso La
città del Vasto nel 1799 (1899) e Ricordi
di Storia Vastese, pubblicata in tre edizioni (1885, 1897 e 1906) più due
ristampe (1982 e 1996), rappresentano libri indispensabili per la conoscenza
delle nostre radici.
Non dobbiamo dimenticare che Luigi Anelli è stato anche un
importante editore, per la pubblicazione dei suoi libri, ma anche di altri autori
provenienti da fuori Vasto, e poi come non ricordare la preziosissima
collezione di cartoline, stampate per la gran parte su foto del cugino Nicola
Anelli, che hanno portato le immagini della nostra città in giro per il mondo.
Attaccato alla propria terra, alle proprie radici e alla propria
parlata "uaštareule", Luigi Anelli ci ha lasciato pagine preziose e indimenticabili
per la conservazione del nostro dialetto: stiamo parlando soprattutto della
raccolta di sonetti Fujj’ ammëšche (foglie
di verdure miste). Pubblicata per i tipi Anelli & Manzitti nel 1892, la
raccolta contiene alcune poesie che ormai sono diventate dei classici del
vernacolo vastese, attraverso un linguaggio genuino e reale, dove ritroviamo la
vera parlatura "uaštareule". Nella successiva edizione del 1940,
quattro anni prima della morte, Luigi Anelli aggiunse alla raccolta diverse
composizioni, ma più che poesie rappresentavano vere e proprie “macchiette”,
con dialoghi tratte da scene di vita quotidiana.
Dalla prima raccolta di poesie, vi proponiamo il sonetto scritto
nel 1885, che da il titolo alla raccolta:
Fujj' ammëšche
Du' fujj' ammëšche
ájj' accungiat' aèsse,
circh' e ddummanne šta
a 'ssa grimbitèlle:
cascëgne, panarazz' e
ciucurelle,
cionne di pècher' e
hallëine gresse!
Mo' ti ci truve,
prùvel' e ppò 'resse'
ca ti piace; la sete,
vë', šta aèlle;
assìttete, 'cá, si
sso' puvurelle,
pi' lu bbon ghéure
doppe ni' mmi pesse!
Vëite can in è rrobba
pirlibbate;
è jerve nate senza la
sumende,
senz' addacquà', senza
nu Patrinnoštre.
Ma canda doppe hune l'
á 'ssaggiate,
ala vâcche l' addáure
ci li sende
dila mundagne e dilu
mare noštre!
Oltre a Origine di alcuni modi di dire nel dialetto
vastese (1897), Proverbi vastesi (1897),
e ancora il Vocabolario vastese (1901),
pubblicato fino alla lettera D, un'altra pagina fondamentale della produzione
dialettale è rappresentata dalle tre commedie Crešte gna váite accuscë' pruváite! (1894), A ch' attoch' attocche!
(1896) e Lu zije spiccichete (1923).
"La prima
commedia, d'ambiente strettamente popolare", scriveva Francesco
Pisarri agli inizi degli anni '30 sulle pagine de Il Vastese d'Oltre Oceano, "riproduce le innocenti astuzie di una madre, moglie di un popolare
ciabattino filosofo, per maritare una giovane figliuola bella ma ingenua e
timida". Anche la seconda commedia, davvero gustosa e di gran
successo, ottenne il favore del pubblico per "le situazioni create dalla vista di un'antica amante ad un povero
maestro elementare sposato per denari a una vecchia bisbetica gelosa e
immortale, messa su da un prete interessato, contro il quale esplode alla fine
la vendetta increunta ma clamorosa del disgraziato".
Eguale successo anche per la terza commedia Lu zije spiccichete, tradotta anche in
siciliano da Giovanni Grasso junior e recitato per molte sere al Teatro
Sannazzaro di Napoli. In occasione della rappresentazione di quest'ultima
commedia negli Stati Uniti, data dai filodrammatici del Circolo
"Vasto" di New York, l'emigrante Nicola Ciotti compose una gustosa
poesia, di cui riportiamo alcuni passi:
Si fin' a Novajorche
mo è rruvéte
La cummedie: "Lu
zije spiccichéte!",
J prime salutà vujje
l'autore
Chi la cumboste 'stu
capilavore;
Doppe a vvu' che l'
avet' aricitate,
E tant'applause avete
miritate.
Appena lu stupette s'è
rraperte
Donna Leonore à fatte
la scuperte,
Ca pi' frate tinè nu
sbruvugnate…
E sta parte Martelle
l'ha pittate,
Ni' vi diche nijende
di Palmucce
Chi n'ha fatte chiù
esse che Catucce,
Sempre pronte a fa
mbrujje e ma confuse…
Grazie alle sue qualità di storico e archeologo, sempre
attento alle cose patrie, nel 1899 fu nominato direttore del Museo Comunale,
carica che mantenne fin quasi alla morte. Il merito di Luigi Anelli fu quello
di riordinare tutto il Museo arricchendolo con marmi e cimeli rinvenuti dalla
sua passione ricercatrice nella necropoli di Histonium, di varie raccolte
artistiche, fra cui, non meno importante, quella di numismatica, da lui
catalogata e donata.
Nel 1907, venne nominato Ispettore Onorario dei Monumenti e
Scavi, carica che mantenne fino al 1923, dopo essersi dimesso per protestare
contro le ulteriori deturpazioni
compiute sul Castello Caldoresco dal suo padrone Filoteo Palmieri, che aveva
fatto costruire nel cortile un enorme fabbricato senza gli idonei permessi.
Per i meriti conseguiti, per la stima e il profondo affetto
verso il poeta e storico vastese, il 28 agosto 1971 i suoi concittadini gli
eressero un busto in bronzo nella Villa Comunale, purtroppo trafugato qualche
anno fa da ignoti. In realtà il busto era stato già trafugato con un'azione
definita dai giornali dell'epoca "goliardica", nel novembre del 1971,
pochi mesi dopo l'inaugurazione. Sul biglietto lasciato sul posto, da parte del
"Sacer ordo tosatorum" (cioè il sacro ordine dei tosatori) di Chieti,
era indicato il prezzo del riscatto per la restituzione del busto, ovvero una
sigaretta.
Chiudiamo con una bella poesia a lui dedicata, purtroppo
priva di firma, conservata dattiloscritta presso l'Archivio Storico
"G.Rossetti", scritta in occasione del primo anniversario della
scomparsa del poeta e storico vastese.
Luigi Anelli
Che i giorni della vita
tenace
Raccolse a contendere ai
secoli
Le vestigia e le memorie
Della sua terra
A che fosse ai Vastesi
Speranza dell’avvenire
La nobiltà del passato
E al culto della terra
natia
Chiamò di la dagli
oceani
Memori i cuori e le
azioni
E di Vasto amoroso
Studiò
Storia lingua costume
L’amara quotidiana
saggezza
Consolando nel pensoso
sorriso
E la vita d’ogni giorno
ricreando
Nella verità universale
Della Poesia
Il popolo di Vasto
Evoca onora addita
Al visitatore
Che qui porti amore
della Città
Cui egli consacrò
Pugnace l’ingegno
fervido il cuore devota la vita.
Nel primo anniversario
della morte
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