mercoledì 26 novembre 2014

Petrolio in Adriatico: un deciso NO del Consiglio Comunale

Dal consigliere comunale Paola Cianci (Prc), riceviamo una delibera del Consiglio approvata ieri sulla questione petrolio in Adriatico. Una richiesta articolata che dovrebbe rimettere in moto il fronte del No. Solo che i parlamentari locali e regionali della maggioranza - questo lo diciamo noi - qui si dicono contrari, poi vanno a Roma e alzano la mano a favore.
La richiesta del Consiglio è estremamente chiara: "chiedere al Presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi di evitare l’inserimento dei nostri territori nel Piano Energetico previsto dall’art. 38 del Decreto Legge “Sblocca-Italia”.
Ecco il documento nella sua versione integrale.


 IL CONSIGLIO COMUNALE
Premesso che:
le scelte sul modello di sviluppo dei territori devono necessariamente coinvolgere tutti i livelli amministrativi affinché si garantisca una visione condivisa e si realizzi un percorso che tenga conto il più possibile dell’interesse generale dei cittadini;

le garanzie sancite dalla Costituzione in favore degli Enti locali e delle Regioni, impongono il rispetto del principio di leale collaborazione, garantendo che gli Enti territoriali possano effettivamente partecipare ai procedimenti amministrativi;

perseguire la strada delle energie fossili non ha senso sia da un punto di vista energetico che economico, in particolar modo in Abruzzo, dove fonti rinnovabili e un diverso modello di sviluppo del territorio potrebbero portare molta più ricchezza;

le installazioni petrolifere, oltre ad andare in contrasto con l’obiettivo di ridurre la dipendenza dalle fonti di fossili in favore di quelle rinnovabili, comportano l’aumento di emissioni di gas climalteranti, aumentando la conflittualità ambientale in contrasto con le politiche in atto a livello comunitario e locale.

l’attivazione delle trivellazioni in un mare chiuso come l’Adriatico, comporterebbe una seria compromissione dell’attività di pesca e del turismo con gravi ripercussioni economiche per Vasto e per l’intera Regione Abruzzo in quanto ad essa è ad alto rischio ed impatto su tutte le matrici ambientali (suolo, acque, aria) oltre che su flora e fauna e in tutte le fasi del processo: dalla perforazione sino al trasporto;

è da tempo noto che, anche secondo le valutazioni del Ministero dello Sviluppo Economico, il nostro petrolio è poco e di scarsa qualità.

Considerato che:

nelle more della definizione del perimetro del Parco Nazionale della Costa Teatina, come previsto dall’art.8 della L.93/2001, la Regione Abruzzo ha individuato, con la L.R. 30 marzo 2007, n. 5 il “Sistema delle Aree Protette della Costa Teatina” emanando disposizioni urgenti per la tutela e la valorizzazione della costa teatina;

l’Amministrazione del Comune di Vasto, da sempre sostenitrice delle ragioni del Parco come possibilità di rilancio e ridefinizione dell’economia locale, ha avviato un percorso istituzionale sostenendo con forza la necessità di accelerare la concreta attuazione del Parco Nazionale della Costa Teatina;


la costa vastese, all’interno del costituendo parco della Costa Teatina, è ritenuta strategica da un punto di vista turistico-ambientale e insediamenti di tale tipologia comprometterebbero significativamente l’immagine del Parco stesso;

nel territorio di Vasto insistono siti SIC “Punta Aderci e Marina di Vasto” caratterizzati da un habitat di particolare pregio e sottoposti a numerose minacce, di cui si intende migliorare la fruizione e valorizzare e “far conoscere” i valori della biodiversità ivi presenti;

il nascente Parco Nazionale della Costa Teatina, l’esistenza della Riserva di Punta Aderci e delle Aree SIC non possono sopportare tali attività lesive del già delicato equilibrio ambientale;

il Comune di Vasto ha già, ripetutamente, espresso la propria netta contrarietà ai progetti petroliferi che minacciano l’intera costa abruzzese attraverso una serie di azioni di diversa natura quali, nello specifico:

a) Approvazione delibere di Consiglio Comunale:

1. n.67 del 20 maggio 2010 “APPROVAZIONE O.D.G. SULL’INSTALLAZIONE DI PIATTAFORME PETROLIFERE LUNGO LA COSTA VASTESE”;

2. n.69 del 08 giugno 2011 “TRIVELLAZIONE PETROLIFERE NELLA COSTA ADRIATICA – APPROVAZIONE O.D.G.”;

3. n.94 del 18 dicembre 2012 “PROGETTO DI COLTIVAZIONE DEL GIACIMENTO DI IDROCARBURI OMBRINA MARE”;

4. n.19 del 14 marzo 2014 “PROGETTO OMBRINA MARE 2 – PROVVEDIMENTI”;

5. n.60 del 30/07/2014 “ ODG. Rospo Mare Provvedimenti.

b) Presentazione di osservazioni:

1. “OMBRINA MARE”, osservazioni del 07 dicembre 2012 (prot. n.47866);

2. “ROSPO A MARE”, osservazioni del 24 gennaio 2013 (prot. n.4149);

3. “OMBRINA MARE”, osservazioni del 29 luglio 2014 (prot. n.32365).

c) Azioni giudiziarie:

1. Ricorso amministrativo dinanzi al T.A.R. Lazio contro il progetto “ELSA” della società “PETROCELTIC INTERNATIONAL plc” conclusosi, positivamente, con sentenza n.08202/2012 (REG. PROV. COLL.), depositata in data 01 ottobre 2012;

2. Atto di intervento del 18 ottobre 2013, nel giudizio n.8033/2013, dinanzi al T.A.R. Lazio contro il progetto “OMBRINA MARE” della società “MEDOILGAS ITALIA S.P.A.”.


d) Azioni politiche:

1. il 23 Aprile 2014, il Sindaco di Vasto, anche a nome degli altri Sindaci abruzzesi della costa, ha espresso, dopo aver relazionato alla Commissione Ambiente ed Attività produttive della Camera dei Deputati, la netta contrarietà ai progetti di trivellazione dell’Adriatico;

2. in più occasioni il Sindaco ha riaffermato con forza il dissenso della Amministrazione alle trivellazioni, attraverso la partecipazione a numerosi incontri e manifestazioni anche extraregionali, come in occasione della manifestazione del 13 Aprile 2013 a Pescara in cui oltre 40.000 persone, insieme a operatori economici, associazioni imprenditoriali, associazioni ambientaliste, associazioni di agricoltori, Sindacati, Regione Abruzzo, Province di Pescara e Chieti e moltissimi Comuni, hanno espresso la loro netta contrarietà alle perforazioni petrolifere;

3. il Sindaco di Vasto, nei primi giorni del mese di novembre, a nome dell’ANCI, nella Sala del Consiglio Comunale di Pescara, esprimeva il suo dissenso all’art.38 del Decreto Legge n.133/2014 cd. Sblocca-Italia, alla presenza delle Province, dei Consiglieri Regionali e dei Parlamentari.


Preso atto che:
l’articolo 38 del Decreto Legge n. 133/2014 (pubblicato in GU n. 212 del 12 settembre 2014) concernente “Misure urgenti per l’apertura dei cantieri, la realizzazione delle opere pubbliche, la digitalizzazione del paese, la semplificazione burocratica, l’emergenza del dissesto idrogeologico e per la ripresa delle attività produttive”, meglio identificato come decreto “Sblocca-Italia”, ha previsto misure che potranno avere un significativo impatto anche sul territorio e sul mare della nostra Regione aggravandone le già precarie condizioni;

nel Decreto Legge “Sblocca-Italia” tutte le procedure di Valutazione di Impatto Ambientale per le attività di ricerca, prospezione ed estrazione in terraferma sono sottratte alle Regioni ed assegnate allo Stato, in contrasto con quanto stabilito nel Titolo V della Costituzione e con conseguente accentramento dei poteri a discapito del diritto delle comunità che abitano sul territorio di far sentire la propria voce;

in particolare l’articolo 38 prevede una concessione unica per ricerca e coltivazione in contrasto con la distinzione tra le autorizzazioni per prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi e applica impropriamente e erroneamente la Valutazione Ambientale Strategica e la Valutazione di Impatto Ambientale, a danno della tutela dell’ambiente e della biodiversità e in pieno contrasto con la Direttiva Offshore 2013/13/UE e la nuova Direttiva 2014/52/UE sulla Valutazione di impatto Ambientale, che l’Italia è obbligata a recepire;

il provvedimento approvato solleva dubbi di legittimità in relazione alle garanzie sancite dalla Costituzione in favore degli Enti locali e delle Regioni ordinarie.

Tenuto conto che:

nel merito della questione delle estrazioni petrolifere e del gas numerose amministrazioni e associazioni e tanti semplici cittadini abruzzesi, hanno espresso la propria ferma opposizione;

i nostri territori, da diversi anni a questa parte si stanno spendendo per sostenere uno sviluppo armonico non solo con le attività agricole e della pesca, in quanto spina dorsale del tessuto produttivo locale, ma anche con altri settori più direttamente connessi al turismo sostenibile, all’artigianato tradizionale, al piccolo commercio ed alla fruizione dei beni culturali ed ambientali, di cui l’Abruzzo è ricco;

in più occasioni il Presidente della Regione Abruzzo ha manifestato la contrarietà a quanto legiferato dal Parlamento.


Per quanto sopra esposto ed in considerazione che:
non è accettabile la logica di dover subire, di volta in volta, decisioni calate dall’alto, che sistematicamente si rivelano pregiudizievoli per il territorio;

tale prassi, anche contro il dettato costituzionale, emargina gli enti locali e inibisce la partecipazione dei cittadini, costituisce un’offesa per la democrazia e la sovranità dei cittadini, perché è assurdo investire un territorio di una problematica così pesante, qual è appunto l’estrazione del petrolio, senza sentire, a priori, il parere delle istituzioni locali e senza tenere conto della volontà delle persone che in questo territorio vivono e che in esso ripongono tutte le aspettative per uno sviluppo duraturo e sostenibile;

è fondamentale tutelare la salute dei cittadini così come è prioritario difendere e tutelare il territorio, l’ecosistema locale e le sue risorse naturali e paesaggistiche (terrestri e marine) -garantendo un futuro alle economie locali, e salvaguardarle anche attraverso una forte opposizione a ogni atto che comporti qualsivoglia pericolo per le persone e per il territorio.

SI DELIBERA DI CHIEDERE

al Presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi di evitare l’inserimento dei nostri territori nel Piano Energetico previsto dall’art. 38 del Decreto Legge “Sblocca-Italia”;

ai rappresentanti delle istituzioni abruzzesi, ad ogni livello, un impegno per modificare il suddetto articolo;

al Governatore della Regione Abruzzo, Dott. Luciano D’Alfonso, di chiedere al Governo e al Relatore del decreto legge Sblocca Italia di abrogare l’articolo 38 del D.L. n.133/2014, e, in caso di conversione in legge del decreto, di procedere all’impugnazione di detto articolo di fronte alla Corte Costituzionale, previa convocazione urgente del Consiglio regionale per quanto di sua competenza;

al Governatore della Regione Abruzzo di intraprendere ogni azione, anche dinanzi la Corte Costituzionale, al fine di far decadere il provvedimento per manifesta infondatezza;


di impegnare il Sindaco, anche nella sua veste di Presidente Regionale ANCI Abruzzo, a rappresentare in tutte le sedi la contrarietà del nostro Ente nei confronti di quanto disposto dall’art.38 del Decreto Legge “Sblocca-Italia”;

di dichiarare il presente atto immediatamente eseguibile ai sensi dell’ex art. 134 – comma 4, del D.L.vo 267/2000. Copia di tale deliberazione del Consiglio Comunale sarà inviata al Presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi, ai Deputati e Senatori eletti in Abruzzo, al Governatore della Regione Abruzzo, Dott. Luciano D’Alfonso per gli atti conseguenti.









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