domenica 6 luglio 2014

IERI IL PAPA IN MOLISE, ACCOLTO DA UN POPOLO FESTANTE




LA STORICA ED INDIMENTICABILE VISITA DI PAPA FRANCESCO IN TERRA MOLISANA – AD ISERNIA DICHIARATO APERTO L’ANNO GIUBILARE CELESTINIANO
di Luigi Medea
Sabato 5 luglio 2014 è stata vissuta dal popolo molisano (ma tanti sono venuti anche dalle regioni limitrofe) un’esperienza unica e indimenticabile in occasione della visita di Papa Francesco. Anche in Molise il Papa ha dimostrato di possedere quella “marcia in più”, che sorprende tutti. E’ giunto, infatti, a

Campobasso in elicottero con quindici minuti di anticipo rispetto alla tabella di marcia.
E’ iniziato, quindi, il programma fitto di appuntamenti: l’incontro nell’Aula
Magna dell’Università  con il mondo del lavoro; la celebrazione della Messa all’
aperto all’ex stadio Romagnoli; il pranzo con i poveri alla mensa della Casa
degli Angeli (tagliatelle ai funghi, un assaggio di caponata e una fetta di
torta al limone); l’abbraccio paterno con i giovani dell’Abruzzo e del Molise
al Santuario di Castelpetroso, luogo di preghiera dedicato all’Addolorata.
Ovunque il Santo Padre ha pronunciato parole profonde, incisive, fuori dai
soliti schemi, le quali hanno provocato ondate di emozioni, motivi di
riflessione, stimoli ad un impegno maggiore di vita cristiana. Papa Francesco
ha parlato soprattutto della dignità del lavoro (“Si può riuscire a mangiare,
tramite la mensa dei poveri o un club, ma non avere il lavoro e non riuscire a
portare il pane a casa aliena l’uomo dalla dignità ed è questo uno dei problemi
più grandi da affrontare”); dell’esigenza da parte delle giovani coppie di
“perdere del tempo con i propri figli”; della riscoperta etica della domenica
libera dal lavoro (“La domenica libera dal lavoro – eccettuati i servizi
necessari – sta ad affermare che la priorità non è all’economico, ma all’umano,
al gratuito, alle relazioni non commerciali, ma familiari, amicali, per i
credenti alla relazione con Dio e con la comunità” ); del servizio che deve
rendere il popolo di Dio (“Il servizio a Dio si realizza in diversi modi, in
particolare nella preghiera e nell’adorazione, nell’annuncio del Vangelo e
nella testimonianza della carità” ); della necessità di porre la dignità della
persona al centro di ogni prospettiva e azione (“Gli altri interessi, anche se
legittimi, sono secondari. Al centro c’è la dignità della persona umana.
Perché? Perché la persona umana è immagine di Dio”).
Di grande apertura alare il discorso rivolto ai giovani radunati a
Castelpetroso: “L’entusiasmo e il clima di festa che sapete creare sono
contagiosi. Siete aperti alla speranza e desiderosi di pienezza, di dare
significato al vostro futuro, alla vostra intera vita”.
Il Papa ha, però, aggiunto: “E’ triste trovare giovani ‘né-né”: né studiano
perché non possono, né lavorano. Questa è la sfida che tutti dobbiamo vincere.
Non possiamo essere rassegnati a perdere una generazione che non ha lavoro e
per questo non ha dignità”.
La conclusione si è innervata sia sull’invito ai giovani presenti ad essere
coraggiosi, con speranza e solidarietà, perché “la provvisorietà non va bene,
fa venire la mente buia e il cuore freddo”, e sia su di un fondamentale monito:
“Voi giovani dovete percorrere appieno la vita, non aggirarla!”.
Sempre giungendo in elicottero, intorno alle 16, 30 Papa Francesco ha iniziato
la sua visita pastorale nell’altro capoluogo molisano. Per questa prima storica
presenza di un Pontefice, Isernia si è vestita a festa, con bandiere,
palloncini, scritte inneggianti al Papa, Vicario di Cristo e Messaggero di
Pace.
Il primo appuntamento in città è stato presso il Carcere di Ponte S. Leonardo.
Ai circa settanta carcerati il Papa ha portato il suo messaggio di speranza, di
misericordia e d’amore, come profezia di un mondo nuovo.
Poi c’è stato il lungo (ben quattro chilometri) e caloroso bagno di folla,
mentre la “papamobile” percorreva Corso Garibaldi, Piazza della Repubblica,
Piazza Tullio Tedeschi, Piazza Celestino V, Corso Marcelli e Piazza della
Cattedrale. Qui, sul palco, appositamente preparato, dopo che il Papa ha
incontrato in Cattedrale gli ammalati, c’è stato l’indirizzo di saluto del neo-
vescovo Mons. Camillo Cibotti, che ha iniziato ricordando come il 5 luglio 1294
il popolo di Isernia esultò perché uno dei suoi figli, Pietro Angelerio del
Morrone, fu assunto al soglio pontificio con il nome di Celestino V.
Mons. Cibotti ha subito aggiunto: “Ancora una volta, oggi, la Provvidenza
divina vuole che questo popolo sia colmo di gioia, perché il successore del suo
figlio prediletto, il Vescovo di Roma, è in mezzo a noi. Benvenuto, Santità!”
Il Vescovo ha proseguito, sottolineando che la piccola comunità di Isernia-
Venafro, pur provata da difficoltà sociali ed economiche, non ha mai smarrito
la sua vera identità, possedendo “un patrimonio interiore, culturale e naturale
che ha attraversato i secoli”.
Ed ha concluso: “L’indizione dell’anno celestiniano e l’indulgenza plenaria
concessaci saranno particolari strumenti di grazia che vorremmo non avessero i
confini di questa Diocesi”.
Il discorso del Santo Padre, prendendo lo spunto dal luogo simbolico della
Piazza Cattedrale, si è sviluppato sul tema della “non-contraddizione” che c’è 
nel cristianesimo tra sacro e profano. Ed ha aggiunto: “C’è un’idea forte che
mi ha colpito, pensando all’eredità di Celestino V. Lui, come S. Francesco d’
Assisi, ha avuto un senso fortissimo della misericordia di Dio e del fatto che
la misericordia di Dio rinnova il mondo”
“Ecco allora – ha esclamato a questo punto il Pontefice – il senso di una
nuova cittadinanza che sentiamo fortemente qui, in questa piazza davanti alla
Cattedrale, da dove ci parla la memoria di San Pietro del Morrone Celestino V.
Ecco il senso attualissimo dell’Anno giubilare Celestiniano, che da questo
momento dichiaro aperto, e durante il quale sarà spalancata per tutti la porta
della divina misericordia”.
La Benedizione finale, a cui è stata annessa l’indulgenza plenaria, è stata il
suggello più bello di una giornata di fede e di comunione filiale con il Capo
del mondo cattolico.
Domenica mattina 6 luglio, sullo stesso palco “papale”, il Vescovo Mons.
Camillo Cibotti ha presieduto la Concelebrazione Eucaristica, ringraziando il
Signore per il dono della visita del Vicario di Cristo in terra molisana e
utilizzando il calice donato alla Diocesi di Isernia-Venafro da Papa Francesco.
All’omelia il Vescovo, richiamandosi alla parole pronunciate dal Papa
(“cattedrale e piazza devono andare in armonia”) ha invitato clero e fedeli,
all’inizio dell’Anno Giubilare Celestiniano, a respirare l’aria nuova della
grazia ed a vivere nelle realtà di ogni giorno la vera dimensione di Chiesa.

LUIGI MEDEA































































































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