venerdì 6 giugno 2014

LA SCOMPARSA DELL'ING. UMBERTO MARINO: IL RICORDO DI ANGELA POLI MOLINO

Vasto ha perso un altro dei suoi figli illustri. Il 31 maggio scorso è venuto a mancare, nella sua casa di Brescia, l’ingegnere Umberto Marino, manager di grande spessore e figura di spicco dell’industria meccanica nazionale tra gli anni cinquanta e la seconda metà degli anni novanta.  
Umberto era nato a Vasto il 2 ottobre del 1925. Dopo la maturità aveva scelto di continuare gli studi all’Università di Pisa dove studiava anche un altro grande vastese, Mario Molino, e, conseguita la laurea in Ingegneria Industriale Meccanica, nel 1954 approdava alla Breda Meccanica Bresciana, la società nata proprio nel 1925, dopo aver
lavorato al Centro Ricerche Breda.
L’azienda era stata ricostruita dopo la distruzione bellica e fu proprio l’ing. Marino a farsi carico del suo sviluppo fino a portarla ad essere uno dei fiori all’occhiello di Finmeccanica, in cui la Breda confluì nel 1992, ed un’eccellenza dell’industria nazionale.
Il Giornale Di Brescia, diretto da Giacomo Scanzi, ne ha ricordato “il rigore e la passione per la Breda, che poi era la passione per la meccanica fine e per gli uomini che sapevano costruire macchine complesse…che da Brescia finivano sulle navi di tutte le marine del mondo”
Nel 1962 Marino sposa Eugenia Gressent, matrimonio dal quale nascerà Giuseppe, il tutto mentre il suo percorso all’interno della società bresciana diventa sempre più importante al punto da portarlo a ricoprire la carica di Amministratore Delegato nel 1980 e Presidente nel 1981.
Le sue indubbie qualità lo portano ad entrare nei Consigli di Amministrazione di varie società: sarà Amministratore Delegato della OtoBreda Sud, vice-Presidente delle Officine Galileo, vice-Presidente della Benelli Armi.
Nel 1985 viene nominato Amministratore Delegato della Finanziaria Ernesto Breda, l’anno successivo Presidente ed A.D. della Oto Melara, società nata a La Spezia nel 1905. Nel 1997 diventa presidente della Fonderia di Torbole, altra storica azienda del bresciano.
Umberto Marino, però, amava profondamente la sua città nella quale era solito tornare ogni anno, dove aveva continuato ad avere amici ed estimatori e che ha scelto come sua ultima dimora.
“Con Berto (così lo chiama affettuosamente chi ha avuto la fortuna di conoscerlo) c’era un rapporto speciale – ricorda Angela Poli Molino - Ricordo che il giorno che mi sposai, il giorno più bello della mia vita, venne lui a suonare il campanello di casa e ad accompagnarmi in chiesa. Con Mario (Molino, ndr) erano davvero tanto amici, avevano studiato insieme e da lì era nato un rapporto profondo basato sulla stima e sul rispetto reciproco. Due figure di altri tempi, distinte, cordiali che mai hanno ostentato la loro preparazione né il loro successo”.
Quando le chiediamo un breve profilo di quella figura di grandissimo spessore la Poli Molino non si lascia pregare: “Per ricordare la grandezza di Berto voglio citare quanto mi ha scritto suo figlio Giuseppe  proprio l’altro ieri e che condivido appieno. Rivolgendosi a mio figlio Massimo ha scritto “abbiamo avuto la fortuna di avere dei padri veramente eccezionali che ci hanno insegnato valori importanti come lealtà, impegno, passione e dignità”. E, poi, ha aggiunto “vi lascio questa frase che mi sembra sintetizzi il ricordo che ha lasciato in molti: il suo sguardo fiero non riusciva a nascondere la sua grande umanità e il suo alto profilo etico”.
Un passaggio che rende lucidi gli occhi di Angelina che, però, non perde l’occasione  per avanzare anche una richiesta doverosa: “mi auguro che la città del Vasto voglia onorare al più presto questo illustrissimo figlio nel modo opportuno, magari intestando al suo nome lucente una strada o una piazza”.

Un invito condivisibile che noi giriamo a chi di dovere.

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