IL CASTELLO DI ILICE O ERCE
di GIUSEPPE CATANIA
L'esistenza del castello di Ilice o Erce è collegata al sito di Punta Penna di Vasto e alla memoria che si ha della città di Buca, dotata di sicuro porto nel tratto della penisola sprofondata nel mare e di cui si notano le rovine più note con l'appellativo di "Aspra".
Si ha però notizia (1) che nel 1006, il Monastero di Santo Stefano in Rivo Maris possedeva la chiesa dedicata a S.Eustachio in città di Buca.
Che poi l'Abbazia di San Giovanni in Venere annoverava alla prepositura di San Pietro di Vasto, nel sec. XII la chiesa di San Paolo Apostolo in Buca.
Tanto per confermare che
il longobardo Trasmondo, Duca fiume Sangro, nel 1015, il Monastero di San Giovanni in Venere, affidandolo alla regola di San Benedetto e dotandolo di molti feudi ove era anche compreso il Castello di Aimone (2 ) e quello di Ilice o Erce.
Queste roccaforti subirono le devastazioni provocate dal passaggio, nel 1194, delle numerose schiere di Crociati e delle truppe di Arrigo VI, radunate presso la foce del fiume Sangro, per imbarcarsi alla volta della Terra Santa.
Eguale devastazione subirono le terre vicine ad opere delle scorrerie dei barbari.
Ma già Alessandro III confermava il possesso del Castello ai monaci benedettini di San Giovanni in Venere con bolla del 1° luglio 1176. Possesso che venne rinnovato con bolla di Papa Innocenze III, nel 1204, insieme alla metà di Colle Martino.
Purtroppo, altre notizie non sono pervenute se non quella che, nel 1145, come risulta da un rogito vergato dal Notaio Giovanni Luce di Atri, dove si fa menzione che nel castello di Ilice era la chiesa intitolata a San Martino di cui era preposto Diodato de Gambono.
Molto si discute sulla denominazione del Castello di Ilice o Erce,di cui si hanno però labili tracce.
GIUSEPPE CATANIA
(1)-Reg.delle Chiese e dei beni stabili di S.Stefano in
Rivo Maris-Arch.S.Giovanni in Venere-Romanelli:Scoverte
Patrie T.I, p.332.
(2)-Diploma di Enrico III del 1°.3.1047.
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