| San Biagio,Taranta Peligna |
A causa della sua fede venne imprigionato dai romani. Durante il processo, si rifiutò di rinnegare la fede cristiana e per questo fu straziato i con pettini di ferro, che si usano per cardare la lana. Morì decapitato nel 316.
I fedeli si rivolgono a San Biagio nella sua qualità di medico, anche per la cura dei mali fisici e in particolare per le malattie legate alla gola. Questo perché si racconta che lui era medico, ma sanava le infermità non con le medicine, bensì con l’aiuto del Signore. Se qualcuno ingoiava un osso o una spina e questa si metteva di traverso in gola, San Biagio, con la preghiera, l’estraeva.
Per questo, ancora oggi in molte chiese, durante la S. Messa i sacerdoti benedicono le gole dei fedeli accostando ad esse due candele incrociate.
San Biagio era molto venerato anche a Vasto, nella chiesa del Convento di S. Spirito, dove sin dal 1573 era presente una
Inoltre, dobbiamo ricordare la presenza di contrada S.
Biagio dove ancora oggi sono presenti i resti della caratteristica porta.
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| Contrada San Biagio,anni '90 |
Come ricordava Espedito Ferrara ne “Il nostro Calendario”, a Vasto si usava dire che
Tré ssènde fa pahìure:
Sande Varevìute (Sant’Antonio
abate)
Sande Freccìute (San Sebastiano)
Sande Cannarìute (San Biagio)
Questo perché il primo è padrone del fuoco, il secondo della polmonite ed
il terzo delle malattie di gola.
Secondo un’antica usanza, il giorno della festività de Sande
Biasce (lu Suande Cannarìute), i giovani regalavano alle loro fidanzate una
ciambella chiamata “lu taralle”.
| San Biagio, Taranta Peligna |

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