IL TEMPO E LA MEMORIA a cura di BENIAMINO FIORE
Così soavemente il Pascoli, in una cornice di poesia che si diffonde nella notte santa, in una dolcezza sempre nuova:
“Udii tra il sonno le ciaramelle,
ho udito un suono di ninne nanne.
Ci sono in cielo tutte le stelle,
ci sono i lumi nelle capanne.
Sono venute dai monti oscuri
le ciaramelle senza dir niente;
hanno destata ne' suoi tuguri
tutta la buona povera gente.
E' Natale! Gli zampognari, questi umilissimi attori di primo piano nella scena natalizia, rinnovando nel nostro Abruzzo una tradizione cara al cuore delle nostre genti, hanno ancora più contribuito a diffondere nella regione quel senso mistico, che appassiona e conquista. Anche quest'anno gli zampognari sono scesi dalle loro montagne, con i loro strumenti tanto primitivi; ma sempre più dolci: e di casa in casa hanno cantato le novene in onore della Madonna e del Bambin Gesù, sussurrando a tutti: amatevi, siate fratelli!
Zampogna e ciaramella: quanti ricordi di gioventù! L'anima e il cuore ci si gonfiano in un mistico sentimento di religione e di fede; con il pensiero, ognuno di noi eleva un inno di ringraziamento alla vita di Dio! Da quanto tempo gli zampognari esercitano sui cuori il loro fascino religioso?
Forse da sempre!
E tutti sentono che si rinnova nel tempo l'evento meraviglioso, mentre i bimbi attribuiscono a questi gravi personaggi un significato di giocondo prodigio.
Eccoli, gli zampognari! Nelle gelide giornate con i loro fidi e primitivi strumenti, son passati di casa in casa, per cantare la lieta novella e quante care fantasie infantili si sono accese attorno ad essi!
Suona la ninna-nanna al Bambin Gesù il pastore d'Abruzzo; e la musica lenta della cornamusa, par che abbracci e culli anche coloro che l'ascoltano, in un sogno morbido come le cenere che ricopre la rossa brace del ceppo tradizionale d'Abruzzo.
E tutto è grave e solenne in questi montanari con zampogna e ciaramella!
Tutto sembra scolpito nella roccia; quella roccia che ci richiama alla maestosità del Gran Sasso, possente e massiccio; sullo sfondo di quelle divine armonie, ogni cosa pare illuminata da una luce misteriosa, quasi irreale. E' una tradizione cara al cuore delle nostre genti, che si rinnova, in un modo sempre nuovo, più bello e nostalgico: chi potrà dimenticare questa coppia di mistici suonatori, questi pellegrini di sacri riti che ogni volta sempre di più appassionano?
Questo è il nostro Abruzzo pittoresco, caratteristico e tradizionale.
O
ciaramelle degli anni primi,
d'avanti
il giorno, d'avanti il vero,
or che
le stelle son là sublimi,
conscie
del nostro breve mistero.
(B. Fiore)
1 commento:
Che bei ricordi Beniamino...Bravo e grazie...Franco Smargiassi Vastese-Australiano
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