sabato 2 novembre 2013

COMMEMORAZIONE DEI DEFUNTI: TRADIZIONALE MESSA CON IL VESCOVO

Tantissima gente alla Messa del Vescovo Bruno Forte in ricordo dei defunti.


Favorito dal bel tempo e dalla temperatura gradevole, in tanti hanno partecipato questo pomeriggio alla tradizionale S. Messa in ricordo dei defunti, celebrata da Mons. Bruno Forte, Arcivescovo della diocesi di Chieti-Vasto, all’ingresso del cimitero, lato via dei Conti Ricci.
Molti i sacerdoti vastesi presenti per l’occasione, oltre ai ragazzi e
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giovani dell’Oratorio Salesiano, che si sono occupati dell’animazione della liturgia, al sindaco di Vasto, Luciano Lapenna ed al Presidente del Consiglio, Giuseppe Forte, e tanta gente comune che si è stretta in preghiera in ricordo dei propri cari defunti.
«La prima ragione per cui noi crediamo nella vita eterna – ha spiegato Mons. Bruno Forte durante l’omelia   – è che crediamo in un Dio che è amore e che ci ha invitati a partecipare alla gioia della sua vita. Noi non siamo indifferenti per Dio, noi siamo importanti, ognuno di noi, piccoli e grandi. Lui ci ama tutti, uno per uno, e tutti ci invita a questo banchetto di gioia, di festa, di vita. Allora, la prima ragione per la quale crediamo nella vita eterna e perché crediamo in Dio che è amore, ed essendo amore eterno, Dio quando dice a te “Ti voglio bene”, lo dice per l’eternità, cioè tu esisterai per sempre, entrerai nella sua gioia, parteciperai al suo banchetto. La seconda ragione c’è la dà San Paolo nella seconda lettura – ha proseguito il pastore diocesano – in quanto crediamo nel figlio di Dio che sulla croce è morto per ognuno di noi, facendo sua la nostra morte, e risorgendo alla vita lo ha fatto per dare a noi la sua vita, la vita eterna. Allora noi pensiamo che ci sia una vita dopo la morte perché Dio ci ama uno per uno in eterno e poi perché Gesù si è fatto uno di noi per portare ognuno di noi con sé nella vita eterna di Dio».
Mons. Forte ha ricordato anche le tante vittime di dittature spietate e la sordità dei paesi occidentali che pensano a fare la guerra per prendere la Libia oppure i posti dove magari c’è il petrolio, ma non intervengono dove ci sono tanti che soffrono.


Lino Spadaccini


























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