Tantissima
gente alla Messa del Vescovo Bruno Forte in ricordo dei defunti.
Favorito
dal bel tempo e dalla temperatura gradevole, in tanti hanno partecipato questo
pomeriggio alla tradizionale S. Messa in ricordo dei defunti, celebrata da
Mons. Bruno Forte, Arcivescovo della diocesi di Chieti-Vasto, all’ingresso del
cimitero, lato via dei Conti Ricci.
Molti
i sacerdoti vastesi presenti per l’occasione, oltre ai ragazzi e
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giovani
dell’Oratorio Salesiano, che si sono occupati dell’animazione della liturgia,
al sindaco di Vasto, Luciano Lapenna ed al Presidente del Consiglio, Giuseppe
Forte, e tanta gente comune che si è stretta in preghiera in ricordo dei propri
cari defunti.
«La prima ragione per cui noi crediamo nella
vita eterna – ha spiegato Mons. Bruno Forte durante l’omelia – è
che crediamo in un Dio che è amore e che ci ha invitati a partecipare alla
gioia della sua vita. Noi non siamo indifferenti per Dio, noi siamo importanti,
ognuno di noi, piccoli e grandi. Lui ci ama tutti, uno per uno, e tutti ci
invita a questo banchetto di gioia, di festa, di vita. Allora, la prima ragione
per la quale crediamo nella vita eterna e perché crediamo in Dio che è amore,
ed essendo amore eterno, Dio quando dice a te “Ti voglio bene”, lo dice per
l’eternità, cioè tu esisterai per sempre, entrerai nella sua gioia,
parteciperai al suo banchetto. La seconda ragione c’è la dà San Paolo nella
seconda lettura – ha proseguito il pastore diocesano – in quanto crediamo nel figlio di Dio che sulla croce è morto per
ognuno di noi, facendo sua la nostra morte, e risorgendo alla vita lo ha fatto
per dare a noi la sua vita, la vita eterna. Allora noi pensiamo che ci sia una
vita dopo la morte perché Dio ci ama uno per uno in eterno e poi perché Gesù si
è fatto uno di noi per portare ognuno di noi con sé nella vita eterna di Dio».
Mons.
Forte ha ricordato anche le tante vittime di dittature spietate e la sordità
dei paesi occidentali che pensano a fare la guerra per prendere la Libia oppure
i posti dove magari c’è il petrolio, ma non intervengono dove ci sono tanti che
soffrono.
Lino
Spadaccini
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