Il 21 maggio del 1960 ci lasciava Don Romeo Rucci, un grande
sacerdote vastese, maestro di vita e di fede.
Nato a Vasto il 7 luglio 1880, da Gaetano e Teresa De
Guglielmo Palizzi, Don Romeo venne ordinato sacerdote il 19 dicembre 1903 da
Mons. Gennaro Costagliola. Per sedici anni, dal 1905 al
1921, ricoprì la carica di viceparroco nella cattedrale di S. Giuseppe. Nominato nuovo parroco di S. Pietro il 3 aprile del 1921, prese possesso della parrocchia il 4 maggio successivo e la mantenne fino al giorno della sua morte.
1921, ricoprì la carica di viceparroco nella cattedrale di S. Giuseppe. Nominato nuovo parroco di S. Pietro il 3 aprile del 1921, prese possesso della parrocchia il 4 maggio successivo e la mantenne fino al giorno della sua morte.
Sin dai primi anni, l’attività pastorale del giovane don
Romeo fu molto attenta e vivace.
Il Bollettino Diocesano Teatino, l’organo
ufficiale per gli atti delle curie di Chieti e Vasto, nel dicembre del 1922
così elogiava il parroco vastese: “Nella
Parrocchia di S. Pietro il 29 ottobre il Parroco Rucci indisse una giornata per
e vocazioni ecclesiastiche. L’esito fu soddisfacentissimo ed anche l’obolo
raccolto con i chierici poveri non fu scarso; L.310,00. Siamo lieti che i
nostri parroci cominciano ad interessare il popolo per un argomento di capitale
importanza per la nostra Diocesi. Un ringraziamento speciale al Parroco anche
perché è stato l’unico che ha raccolto l’obolo per la Russia nelle parrocchie di
Vasto città”.
Molto devoto alla Madonna, dal 1950 e fino all’anno della
sua morte, ogni anno organizzò un pellegrinaggio a Lourdes, saltuariamente
abbinando anche il santuario della Madonna di Fatima, per estenuanti viaggi di
oltre venti giorni, ma che la gente era felice di compiere portandone il
ricordo nel cuore per anni. Nel 1954, nell’Anno Mariano indetto da Pio XII,
ogni mese organizzò per i parrocchiani una visita in forma di processione in
una chiesa di Vasto dedicata alla Madonna.
Un’altra data sicuramente da ricordare fu il pellegrinaggio
avvenuto il 25 maggio 1925 a Roma , quando don Romeo insieme a 400 vastesi,
partiti di buon mattino con il treno, vennero ricevuti in udienza dal Sommo
Pontefice Pio XI.
Sotto il parrocato di don Romeo, furono ordinati ben otto
sacerdoti, da lui seguiti dall’ingresso al seminario fino al giorno
dell’ordinazione. Tra loro ricordiamo don Felice Piccirilli, don Salvatore
Pepe, don Giuseppe Cinquina e don Michele Ronzitti.Don Gaetano Meaolo, in una sua pubblicazione, così parlava
di don Romeo: “Aiutava i Sacerdoti con
consigli paterni, più che fraterni. Era felice di offrire ospitalità ai preti e
ai predicatori di passaggio, e quasi tutti rimanevano ammirati ed edificati per
la sua fede, bontà e giovialità… A buon diritto D. Salvatore Pepe così ebbe a
definirle D. Romeo: l’incoraggiatore, l’educatore e il padre di tutti i giovani
Sacerdoti vastesi”.
Don Michele Ronzitti, recentemente scomparso, negli ultimi
anni ha dedicato un piccolo omaggio al suo padre spirituale, di cui è stato
vice parroco dal 1948 al 1960, pubblicando il libro “Don Romeo Rucci e vita religiosa di Vasto nel 1900”. “La sua parrocchia di circa seimila anime
aveva pochi professionisti, era fatta di pescatori, muratori, contadini e tanti
artigiani, e tutti, specialmente i pescatori, lo amavano con sincero affetto”, ricordava don Michele nel suo libro, “Circa l’assistenza agli ammalati, a
qualsiasi ora andava per dare gli ultimi Sacramenti, e durante l’epidemia della
spagnola, dopo la 1’ Grande Guerra, portava addosso le ostie consacrate per
assistere al più presto i moribondi colpiti dall’epidemia, che ha fatto tante
vittime. Per i giovani sacrificava intere serate per stare con loro nel circolo
giovanile, scherzava e pregava con loro”.
Per la parrocchia e soprattutto per la sua chiesa, don Romeo
dedicò tutta la sua vita. Quando cominciò lo smantellamento di S. Pietro, in
seguito alle lesioni riportate dalla frana del 1956, la sofferenza fu troppa
grande e la malattia da lì ha poco tempo lo strappò alla vita terrena.
Tre anni fa, in occasione della S. Messa celebrata in
occasione del 50° dalla morte, don Michele Ronzitti così ricordava il
sacerdote: “Vogliamo ricordare don Romeo
perché ci aiuti a vivere santamente. Non si deve pensare a cose straordinarie.
La santità consiste nell’amare Dio e nell’amare gli altri. Questo ha fatto don
Romeo: ha amato Dio e ha amato gli altri. Alle 6 del mattino si alzava e andava
in chiesa a pregare, anche quando per la frana del 1956 è stata chiusa la
chiesa di S. Pietro, ha continuato ad alzarsi presto e pregare nella chiesa
della Madonna delle Grazie.
Ricordo l’ultima festa
di S. Antonio fatta da don Romeo nel giugno del 1959. Si faceva la tredicina ed
era molto frequentata. Nel giorno della vigilia, mentre io celebravo la
S. Messa lui è rimasto a confessare
ininterrottamente dalle sei del mattino alle nove di sera. Era sempre
disponibile. Era molto ricercato come padre spirituale, lo stesso vescovo
Monterisi si confessava da lui e anche mons. Falcucci veniva da Chieti a Vasto
per farsi confessare.
Ricordo della sua
bontà. Lui non ha mai parlato male di un prete, anzi, quando qualche prete
aveva qualche problema, il vescovo lo mandava da don Romeo per rimetterlosulla
buona strada.
Ricordate le breccioline
del mare? Aveva le tasche piene di breccioline e i bambini andavano da lui per
avere una piccola brecciolina.
Nel 1941 è stato
colpito da un tremendo esaurimento nervoso. Spesso cadeva anche a terra
svenuto. Per sei mesi ha celebrato la S. Messa
nella canonica. Ma nel luglio di quell’anno è stato ordinato sacerdote don
Giuseppe Cinquina. Da quel giorno è uscito dalla canonica completamente guarito”.
Se a cinquantatré anni dalla morte rimane ancora viva la
memoria di questo grande sacerdote, vuol dire che ci ha lasciato non un
semplice ricordo, ma una testimonianza profonda che deve servire da esempio per
le generazioni future.
Un ringraziamento particolare a Tonino
Pollutri, per averci permesso la pubblicazione delle foto del funerale di don
Romeo.
Lino Spadaccini
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