venerdì 5 aprile 2013

Giovedì Rossettiani: ieri Erri De Luca a Vasto


Giovedì Rossettiani 2013 - Erri De Luca
PAROLE E IMMAGINI
di Mirko Menna
Un applauso e un grazie tributato con affetto e stima a Erri De Luca dal pubblico di Vasto.

Così si è chiuso l'incontro di apertura dei "Giovedì Rossettiani 2013 V Edizione - To The Sweet South" che non poteva aprirsi che con  un'ospite d'eccezione come De Luca per inaugurare il tema del Dolce Sud.
L'entrata timida, e in largo anticipo sull'orario, lo sguardo attento, le parole misurate, i
silenzi, le pause hanno rivelato la persona riflessa dalla sua scrittura, lontana da magniloquenze e grandi architetture narrative, ma vicina ai gesti delle parole quotidiane, alla scrittura orale- come ama definirla - quadri di società contemporanea, imbevuti di realismo magico o forse più misticismo meridionale come quello che avvolgeva eremiti e asceti di un tempo. Pesa quello che dice e il come, perché frutto di elaborazioni durate nel tempo, a colloquio con sé stesso, con la Natura e con Dio, ma anche col "Vuoto che mi fa compagnia" - dice a un certo punto: Napoli, il mare, i viaggi per il mondo, la fede e la montagna, sono temi che lo toccano da vicino, sembrano le uniche passioni che compongono e scompongono l'ordine interiore sentimentale di De Luca e che è poi alla base della
sua vena creativa. Una vena come un torrente in piena, romanzo, racconto, poesia, teatro, cinema, sono contenitori della sua scrittura che poco contano, alla luce dei fatti; quel che restano sono le parole. De Luca si racconta allo stesso modo, cercando gli altri con frasi e dialoghi brevi, in cui conosce e conserva energia e freschezza un tempo andato. Il dialogo con Giovanni Tesio è una rimpatriata tra vecchi amici, che scioglie la tensione dell'attesa e dell' incontenibile affluenza di pubblico, e che rinfranca lo spirito per spontaneità, naturalezza e commozione. Le considerazioni sulla guerra, l'aneddoto su Giuseppina, il padre e la madre di cui non accetta la separazione e la distanza, la verticalità e l'orizzontalità di vette e onde che si affrontano allo stesso modo, in sostanza, la scrittura e lo studio delle sacre scritture per De Luca non è fatica, è lavoro senza sudore ma fa da consolazione e religione del non credente. La politica, invece, è un mondo troppo lontano nel ricordo e nel presente. Poche parole che scivolano via. Via, a passo veloce, va Erri De Luca, ma senza negare un sorriso, una foto e un autografo. Domani si parte di nuovo, direzione Tel Aviv. Intanto ieri Vasto e tutto l'Abruzzo lo hanno accolto a braccia aperte come Il Dolce Sud, appunto.
Mirko Menna

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