Ogni sera si alterneranno cinque sacerdoti, i quali
proporranno approfondimenti sugli ultimi momenti della vita di Gesù. La prima
riflessione è affidata a don Domenico Spagnoli, parroco
di Santa Maria Maggiore, con la catechesi dal titolo “Patì sotto Ponzio
Pilato”, lunedì sarà la volta di
don Nicola Del Bianco, direttore de “Il Nuovo
Amico del Popolo”, sull’argomento “Passione educatrice”, quindi don Nicola
Florio con “La faticosa verità”, don Nicola Fioriti con “Li amò sino alla
fine”, ed a chiudere don Giuseppe De Virgilio, docente di Esegesi Biblica, con
la meditazione dal titolo “Umiliò se stesso”.Venerdì 22 marzo ore 18 la processione |
Venerdì prossimo, Festa della Sacra Spina, verranno
celebrate le Sante Messe alle ore 7,30 – 8,30 – 9,30 e 11,00, mentre alle ore
18 è prevista la Solenne Concelebrazione Eucaristica presieduta da Mons. Bruno
Forte, a cui seguirà la processione lungo le vie del centro cittadino.
Secondo la tradizione cristiana si vuole che la corona di Gesù Cristo sia stata
recuperata da Luigi IX di Francia e poi da lui donata alla Cattedrale di
Notre-Dame di Parigi. Da questo oggetto, nel corso dei secoli, furono tolte
numerose spine per essere donate a chiese e santuari.
La prima notizia sulla Sacra Spina le troviamo sul manoscritto Memoria dell’antichità del Vasto di Nicola Alfonso Viti: “Solo in tal giorno apparisce in cima a
questa reliquia, come un fiore di certa materia, che par lanugine bianca; ond’è
che non può dubitarsi, che sia altro una di quelle benedette spine…”. Ma le
informazioni più complete le possiamo leggere in un piccolo libricino stampato
nel 1778, dove sono riportate, oltre ad informazioni storiche utili, anche
alcune testimonianze dirette vissute da alcuni personaggi e dall’autore stesso
del testo: “È questa una Spina intiera
lunga oncie tre ed un minuto di palmo architettonico Romano, aspersa nella
punta del divin Sangue; graziosamente
conceduto dal Pontefice Pio IV al famoso D. Ferdinando Davalos Governatore di
Milano, e Delegato al Concilio di Trento come Ambasciatore del Re di Spagna Filippo
II, dopo la di cui morte, fu ella da D. Alfonso Davalos di lui erede,
trasportata a Vasto, e decentemente situata nella Chiesa Parrocchiale, oggi
Real Collegiata insigne di S. Maria Maggiore, dove presentemente si venera”.
Nel 1647 il Marchese D. Diego D’Avalos, per un maggior
decoro fece erigere una “maestosa
Cappella”, e i suoi successori, D. Cesare e D. Ippolita, la arricchirono
con ricche suppellettili sacre. Oggi la Sacra Spina si conserva nell’omonima
cappella realizzata nel 1921 su progetto (1890) del giovane architetto vastese
Roberto Benedetti.
Lino Spadaccini
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