Durante i periodi di festa, quando ci si riunisce nelle
case di parenti o amici, spesso vengono rispolverati i
vecchi ricordi d’infanzia, ma anche storielle o aneddoti, sospesi tra la realtà
e l’invenzione, con l’unico scopo di divertirsi e far divertire.
Come per le barzellette, se ascoltate a voce, queste storie
hanno un effetto sicuramente diverso, ma proviamo lo stesso a trascriverle,
nella speranza di mantenerne intatta tutta l‘ironia.
Si racconta che tanti anni fa Palmieri, il padrone del
Castello Caldoresco, amava fare lunghissime passeggiate.
Una mattina s’incamminò verso la campagna e, mentre meditava
sui suoi passi, vide una scena curiosa: un asino s’era impuntato sulla strada e
non ne voleva sapere di andare avanti. Il contadino allora prese un bastone e
picchiò più volte l’asino sul posteriore per farlo muovere.
Il Palmieri, dopo aver assistito alla scena, si avvicinò al
contadino e disse:
“Perché stai
picchiando questo povero asino?”.
Il contadino a quelle parole s’inginocchiò davanti all’asino
e a mani giunte in preghiera disse:
“Scuseme asene mé,
‘nzapeve ca a lu Uašte tinive li parinde!”.
Tanti anni fa la sede del Comune si
trovava in via Vescovado (nell’attuale Palazzo Arcivescovile) e proprio lì
davanti i contadini attaccavano i loro muli per andare a vendere la merce al
mercato, che si svolgeva in Piazza Barbacani, davanti al Castello.
Ad un certo punto della mattinata, i muli non potendone più,
cominciavano a ragliare così forte da disturbare gli impiegati che si trovavano
negli uffici ai piani superiori.
Vista la situazione insostenibile, gl’impiegati si riunirono
e decisero di andare a parlare al Sindaco:
“Non si riesce più a
lavorare con tutto questo rumore, bisogna prendere dei provvedimenti!”.
“Sì, avete ragione!”,
ribatté il Sindaco, “Scrivete un cartello
ed esponetelo vicino la porta d’ingresso”.
Allora un impiegato solerte, ma non troppo sveglio, scrisse
un cartello e lo appese secondo le indicazioni ricevute. Nel cartello c’era
scritto: “Non attaccate gli asini di sotto
perché danno fastidio a quelli di sopra”.
Da allora i cittadini arguti non si lasciarono scappare
l’occasione di prendere in giro… gli asini di sopra.
Lino
Spadaccini
1 commento:
L'impiegato forse era arguto!
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