sabato 10 luglio 2021

Storielle & aneddoti d'altri tempi: quando l'asino era un eccezionale protagonista

Durante i periodi di festa,  quando ci si riunisce nelle case di parenti o amici, spesso vengono rispolverati i vecchi ricordi d’infanzia, ma anche storielle o aneddoti, sospesi tra la realtà e l’invenzione, con l’unico scopo di divertirsi e far divertire.
Come per le barzellette, se ascoltate a voce, queste storie hanno un effetto sicuramente diverso, ma proviamo lo stesso a trascriverle, nella speranza di mantenerne intatta tutta l‘ironia.

Si racconta che tanti anni fa Palmieri, il padrone del Castello Caldoresco, amava fare lunghissime passeggiate.
Una mattina s’incamminò verso la campagna e, mentre meditava sui suoi passi, vide una scena curiosa: un asino s’era impuntato sulla strada e non ne voleva sapere di andare avanti. Il contadino allora prese un bastone e picchiò più volte l’asino sul posteriore per farlo muovere.
Il Palmieri, dopo aver assistito alla scena, si avvicinò al contadino e disse:
Perché stai picchiando questo povero asino?”.
Il contadino a quelle parole s’inginocchiò davanti all’asino e a mani giunte in preghiera disse:
Scuseme asene mé, ‘nzapeve ca a lu Uašte tinive li parinde!”.

Tanti anni fa la sede del Comune si trovava in via Vescovado (nell’attuale Palazzo Arcivescovile) e proprio lì davanti i contadini attaccavano i loro muli per andare a vendere la merce al mercato, che si svolgeva in Piazza Barbacani, davanti al Castello.
Ad un certo punto della mattinata, i muli non potendone più, cominciavano a ragliare così forte da disturbare gli impiegati che si trovavano negli uffici ai piani superiori.
Vista la situazione insostenibile, gl’impiegati si riunirono e decisero di andare a parlare al Sindaco:
Non si riesce più a lavorare con tutto questo rumore, bisogna prendere dei provvedimenti!”.
Sì, avete ragione!”, ribatté il Sindaco, “Scrivete un cartello ed esponetelo vicino la porta d’ingresso”.
Allora un impiegato solerte, ma non troppo sveglio, scrisse un cartello e lo appese secondo le indicazioni ricevute. Nel cartello c’era scritto: Non attaccate gli asini di sotto perché danno fastidio a quelli di sopra”.
Da allora i cittadini arguti non si lasciarono scappare l’occasione di prendere in giro… gli asini di sopra.

Lino Spadaccini

1 commento:

Mariella Di Falco ha detto...

L'impiegato forse era arguto!