Caro Sindaco, cari assessori, caro presidente del
Consiglio, cari consiglieri, credo sia giunta l’ora di far sapere alla
cittadinanza cosa vuol fare il Comune del Palazzo Genova Rulli a Porta Nuova.
Ricordiamo che il Consiglio Comunale di Vasto con delibera 47 del 3 agosto 2005 decide di acquisire in comodato d’uso il palazzo Genova Rulli a Porta Nuova. In data 31 gennaio 2006 tra Comune (Amministrazione Pietrocola) e Seminario Arcivescovile di Chieti-Vasto è sottoscritto il “contratto di comodato d’uso”.
I dettagli sono i seguenti: “Il
comodato avrà la durata di 60 anni, oltre a due anni per ogni 500.000 euro investiti, fino ad un totale massimo di ulteriori 20 anni”; al Comune viene riconosciuto il diritto di prelazione in caso di vendita o affitto; “passati 15 anni, qualora il comodatario non avesse dato corso ad alcun tipo di azione finalizzata al recupero, il Comodante può recedere dal contratto”; “Il Comune di Vasto si obbliga ad effettuare tutti gli interventi di recupero e restauro conservativo necessari per completo ripristino della fruibilità dell’immobile”; da “eseguire a propria cura e spese”.
comodato avrà la durata di 60 anni, oltre a due anni per ogni 500.000 euro investiti, fino ad un totale massimo di ulteriori 20 anni”; al Comune viene riconosciuto il diritto di prelazione in caso di vendita o affitto; “passati 15 anni, qualora il comodatario non avesse dato corso ad alcun tipo di azione finalizzata al recupero, il Comodante può recedere dal contratto”; “Il Comune di Vasto si obbliga ad effettuare tutti gli interventi di recupero e restauro conservativo necessari per completo ripristino della fruibilità dell’immobile”; da “eseguire a propria cura e spese”.
A giugno 2006 subentra l’Amministrazione Lapenna e dell’argomento non si discute mai seriamente, tanto che il piano di Recupero del Centro Storico del prof. Cervellati non prevede interventi e non assegna funzioni al prestigioso complesso edilizio, che tra l’altro ha aumentato il suo valore con la disponibilità del confinante vecchio Istituto d’Arte di proprietà comunale.
Chi scrive, all’epoca consigliere comunale, in data 30.6.2009 ha presentato una interrogazione al Sindaco: la risposta di Lapenna è stata che, al di la del problema dei soldi che non ci sono, il Comune non poteva intervenire su un immobile che "non era di sua proprietà", ventilando anche il rischio di un eventuale intervento della Corte dei Conti.
Non contento di questa risposta, lo scrivente in data 26.3.2010 ha presentato un’altra interrogazione per “essere messo a conoscenza dei seguenti aspetti:
- se effettivamente il Comune “in termini legali” è nella impossibilità di intervenire sul Complesso Genova Rulli; se tale impossibilità sia stata già verificata con quesito alla Corte dei Conti e quale sia stata la sua risposta;
- e se le cose stanno come ha detto il Sindaco in aula (non si può intervenire perché non è un bene di proprietà del Comune) quale sarà il futuro del Complesso Genova Rulli, tenuto anche conto che la cittadinanza si aspetta da anni una valorizzazione dello storico complesso”.
La risposta del Sindaco in aula fu che “in termini legali” non avendo la proprietà il Comune non poteva intervenire (non dicendo comunque se era stato posto un quesito alla Corte dei Conti). Il consigliere Tagliente ha chiesto la parola smentendo il Sindaco e dicendo che se ne sarebbe discusso in un altro Consiglio comunale.
A tutt’oggi dopo due anni e mezzo l’argomento non è stato ripreso, da nessun assessore, da nessun consigliere.
E intanto la bellissima struttura deperisce.
L’obiettivo di questa lettera aperta è di chiarire una volta per sempre se il Comune può intervenire oppure no in un immobile "non di sua proprietà". Se legalmente il Comune non può intervenire, allora bisognerebbe chiedere al Vescovo di cedere l’intera struttura.
Non avanziamo ipotesi sull’utilizzo del Genova Rulli perché le possibilità sono veramente tante. Bisogna però prima acquisirlo e poi ristrutturarlo. C’è tempo!
Nicola D’Adamo
L’obiettivo di questa lettera aperta è di chiarire una volta per sempre se il Comune può intervenire oppure no in un immobile "non di sua proprietà". Se legalmente il Comune non può intervenire, allora bisognerebbe chiedere al Vescovo di cedere l’intera struttura.
Non avanziamo ipotesi sull’utilizzo del Genova Rulli perché le possibilità sono veramente tante. Bisogna però prima acquisirlo e poi ristrutturarlo. C’è tempo!
Nicola D’Adamo
(NoiVastesi)
4 commenti:
Il sindaco che ha firmato a suo tempo l’accordo non sente il dovere morale e civico verso i cittadini di spiegare perché l'ha fatto? Quali erano i suoi obiettivi? Perché non si sono potuti realizzare? Era a conoscenza di ciò che afferma la Penna: ” il Comune non poteva intervenire su un immobile che "non era di sua proprietà", ventilando anche il rischio di un eventuale intervento della Corte dei Conti”? Se il latte è versato ora l’attuale sindaco cosa vuol fare? Non può mica continuare a far finta che il problema non esiste. Sicuramente non risponderà alla domanda. Qualcuno può gentilmente chiedere, anche a mio nome, a Massimo Desiati, D’Alessandro o a chi per loro, non mi interessa il colore della casacca, perché non pone in sede di consiglio comunale questo quesito, pretendendo una risposta seria?
Ma la curia in tutto ciò non può contribuire alla risoluzione del problema e donare al comune il palazzo che necessita di investimenti troppo onerosi per le sue possibilità?
Il Comune (sindaco Pietrocola) ha accettato un accordo molto svantaggioso: ha ceduto la "proprietà" del palazzo del Carmine alla Curia ed in cambio ha avuto un immobile da ristrutturare (con una marea di soldi) e da restituire dopo 60 anni !
Sì, senza dubbio, ma a questo punto penso che la salvaguardia di uno stupendo palazzo debba prevalere sugli interessi particolari. Di certo la curia non è e non sarà in grado di ristrutturare un edificio del genere, per questa ragione dovrebbe fare il primo passo.
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