Una lunga lettera per contestare
il progetto del Campus automotive di recente approvato dalla Giunta Regionale è
stata scritta dal consigliere regionale
Giuseppe Tagliente al presidente Gianni Chiodi. In particolare si contestano
alcune circostanze:
-anzitutto che del progetto, che
impegnerà soltanto in una prima fase ben 38 milioni di euro, non
si sia parlato
in maggioranza
- in secondo luogo che esso sia
quanto mai inopportuno alla luce di alcune considerazioni sull’andamento del
mercato dell’auto.
Perché, si chiede, anche
Tagliente, non sono state coinvolte anche la aziende operanti in Abruzzo nello
stesso settore? Sevel e NSG Pilkington perché non hanno aderito?
Con 38 milioni di euro si
sarebbero create infrastrutture in gradi di ammodernare il sistema portuale
abruzzese e dare così seriamente una mano alle imprese in termini di
abbattimento di costi e di logistica.
All’attenzione del Signor
Presidente della Giunta Regionale, Gianni Chiodi.
L’Aquila
Oggetto: perché ritengo che il
progetto “Campus dell’innovazione automotive e metalmeccanica” sia un dispendio
inutile ed improduttivo di milioni di euro
Carissimo Presidente,
La prima è quanto meno ovvia.
Perchè nel momento in cui
Marchionne ritiene, come hanno riportato i giornali, che non sia assolutamente
il tempo giusto per investimenti nel settore auto, la Regione decide di avviare di
corsa questa iniziativa?
A tal proposito mi limito a guardare le notizie acquisite con un documento del 24/09/2012,
secondo cui soltanto il costo per un primo stralcio del progetto ( repetita juvant: “per un primo stralcio”) è di 45 milioni di
euro da finanziare con fondi FAS per circa 38 milioni (pari ad un contributo di
oltre l’85%), e rimango perplesso in assenza di dati confortanti. In altre parole, mi avrebbe fatto piacere che nel
documento fosse stato riportato l’incremento occupazionale previsto in
corrispondenza a tale investimento, ma tale dato non emerge da nessuna parte.
Ergo, la Regione
investe 38 milioni di soldi pubblici su una speranza che fruttino “qualcosa”. Non Le sembra che oggettivamente il ritorno di
questo investimento sia un po’ bassino?
In secondo luogo, mi avrebbe
fatto piacere anche che nello stesso documento fossero riportate in dettaglio
le singole voci di costo grazie alle quali si ottiene il suddetto importo, di
cui Bersani direbbe certo che non sono bruscolini. Qualcuno potrebbe obiettare
che in politica bisogna guardare il quadro generale, pensare alle strategie di
lungo periodo, ma, secondo me, questo approccio non va più bene: penso che i
politici debbano oggi sporcarsi le mani e rompersi la testa nel guardare dentro
quei conti in profondità con la diligenza del buon padre di famiglia, perché è
questo che chiedono gli elettori ed è questo ciò che può fermare il rifiuto
della politica.
Mi avrebbe fatto molto piacere,
caro presidente, sapere inoltre che quale sarà il costo complessivo del
progetto, considerando che i 45 milioni sono solo un primo stralcio.
Non conoscendo la cifra complessiva
dell’intero progetto non posso azzardare valutazioni di merito, ma non riesco proprio
a togliermi dalla testa quel tal Marchionne, col maglioncino a girocollo, che
non vuole oggi investire una lira, che sia una, nell’automotive. Mi può quindi
far sapere quale sarà l’esborso totale per questo Campus e se vale davvero la
pena finanziarlo? Anche perché faccio veramente fatica a comprendere questo
progetto. In una delle pagine del documento illustrativo sono riportate in
premessa le minacce che gravano sulle imprese del settore automotive in Italia:
ricerca di global player, frammentazione e sottocapitalizzazione delle imprese,
mancanza di componentisti italiani di primo livello, carattere sistemico
dell’innovazione, localismo delle imprese italiane … Per quanti sforzi io
cerchi di fare non riesco a capire come il progetto possa risolvere queste
minacce.
Spero che la Grazia mi illumini a breve,
come Paolo sulla via di Damasco, ma, per favore, che sia un’illuminazione a
luce elettrica ( concentrata e chiara ) e non a candele ( oscura e fumosa ).
Per l’Abruzzo, dove un terzo
dell’occupazione e buona parte dell’export regionale viene da due sole aziende,
Sevel e NSG, ed in cui la crisi è oggi più congiunturale che strutturale, mi
domando infine perchè non sono stati coinvolti nel progetto il management di
queste aziende al fine di capire quali potrebbero essere gli investimenti che
possono aiutare a superare l’attuale momento. Ecco un altro dei punti sui quali
aspetto lumi, in mancanza dei quali mi risulterà difficile capire perché questi
fondi non siano stati più proficuamente dirottati altrove, sul sistema portuale
ad esempio, che, opportunamente adeguato e modernizzato, può dare davvero un
supporto alle imprese in termini di costi e di logistica.
Nel documento ci sono poi diverse
altre “incomprensioni” , ma non intendo certo tediarLa con tutte queste piccolezze.
Gliele risparmio, ma se volesse sono a Sua disposizione per illustrarglieLe a
voce.
In conclusione, non posso non
riportarle tuttavia il mio fastidio sull’ultima pagina del citato documento,
quella delle risorse umane. Senza offesa, sembra scritta sotto dettatura di un
padrone delle ferriere del primo novecento. Ci sono molte, troppe cose che mi
hanno dato fastidio in quella pagina, ma la più odiosa è il considerare una
legge dello stato, emessa per una migliore assistenza dei disabili, le legge
104, come una forma di assenteismo. Allora anche la maternità sarebbe
assenteismo?
In attesa di un Suo cortese cenno
di riscontro in merito a queste mie sintetiche osservazioni, voglia gradire i
miei più cordiali saluti.
Vasto, 12.10 2012
il consigliere regionale
(Giuseppe Tagliente)
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