Purtroppo nel corso degli
anni nulla o quasi è cambiato. Come più volte segnalato sulla stampa e sui
blog, la brutta usanza di lasciare la spazzatura per le strade, oppure
abbandonare in zone appartate qualsiasi tipo di arredamento o rifiuti ingombranti
come divani, televisori, frigoriferi, materassi, accessori in ceramica per i
bagni, pneumatici, ecc. è ormai all’ordine del giorno. Purtroppo è anche un
problema di cultura e sembra quasi essere tornati nell’Ottocento, al tempo del
sindaco Pietro Muzii, che ha dovuto faticare non poco per combattere contro
l’ignoranza della gente.
Allora proviamo a vedere cosa
succedeva nella prima metà dell’Ottocento a Vasto.
Per la pulizia delle strade i
cittadini tutti i sabati, alle prime ore del mattino, oppure quando comunicato
con apposito bando dal 1° Eletto, erano tenuti a spazzare la metà della strada
lungo la propria proprietà. Inoltre,
coloro che abitavano nelle case lungo la
strada del Muro delle Lame (oggi Via Adriatica), erano obbligati a spazzare l’intera
strada, dalla propria abitazione sino alle mura orientali della città. Questa
pratica, stabilita nel Regolamento di Polizia Urbana, non era compiuta di buon
grado da tutti i cittadini e spesso sulle strade era facile trovare immondizia
di qualsiasi genere.
Per mantenere le strade
interne pulite, il Muzii propose l’affidamento dei lavori di spazzamento delle
strade ad una persona capace, dietro
adeguata retribuzione: “Egli avrà dunque il dritto esclusivo di
profittare delle immondezze, e sarà soggetto alle pene di Polizia in ogni caso
che negligentasse lo spazzamento che dev’essere perenne. Con questo mezzo
avremo ottenuto la pulizia delle strade sudette, mezzo da me promosso, e da voi
mi auguro che sarà sostenuto sul fine di toglierci dalle lordure, che ci
circondano on ogni via con nostro detrimento…”. L’appalto venne affidato al
signor Giovanni Teutonico per la somma di 30 ducati annui pagabili mensilmente.
In caso di negligenza dimostrata durante il suo operato, lo spazzino rischiava
un’ammenda di 2,90 ducati e tre giorni di detenzione.
Nell’agosto del 1842, il
Muzii denunciò ancora una volta la negligenza di alcuni cittadini che
continuavano a buttare per le strade le acque
immonde:“La nettezza delle strade
interne in questa Città, tanto encomiata dai forestieri, e dai cittadini, tanto
utile alla salute pubblica, viene nel fatto attaccata dalla protervia di
taluni, che seguitano a gittarvi le
acque immonde, non ostante la resistenza che viene loro fatta dal guardiano
urbano, che non ha forza e mezzi a combatterli.
La massa del popolo gioisce all’odierna
pratica della pulitezza delle strade, sforzandosi ognuno di vincere le antiche
abitudini, e di superare
quella ritrosia che nasce da un certo incomodo che si soffre nel non potersi
gittare le immondizie dalle finestre delle proprie case, o per mezzo delle cosi
dette spazzarole.
Son pochi coloro, i quali per evitare il loro privato
incomodo, mettono in disprezzo il comodo pubblico. E questa censurabile
condotta forma il cattivo esempio, il quale infievolisce il generale entusiasmo
che mostrasi per la interna polizia della città, non valendosi che vi siano
delle eccezioni alla regola generale…”.
Tra le denunce di pubblici
disordini, conservate presso l’archivio storico, ve ne sono alcune curiose, ma
per brevità ne citiamo solo una, presa da una lettera del 26 giugno 1842,
scritta dal Sindaco Pietro Muzii e indirizzata al Sottintendente: “Stasera il guardiano urbano nell’avere
imposto a Chiara Malatesta, che abita vicino la chiesa di S. Antonio, a nettere
un picciolo tratto delle mura della città il quale prossimamente all’abitazione
della medesima era allordato, è stato pubblicamente insultato da essa Chiara…”.
Questo era quello che normalmente veniva riservato ai guardiani urbani, che
avevano il compito di vigilare: sempre e solo ingiurie.
La nostra città nel tempo è
cambiata ed è cresciuta molto. Ci sono tanti cittadini che fa il proprio
dovere, tutti i giorni con puntualità e nei modi corretti. Purtroppo, ci sono
ancora tante persone che se ne fregano e macchiano l’immagine della nostra
bella Vasto con atti deplorevoli.
Anche da parte del Comune non
basta applicare solo sanzioni: occorre un maggiore controllo e soprattutto deve
studiare un sistema più snello e veloce per dare la possibilità alle famiglie
di poter smaltire nei modi corretti i rifiuti ingombranti. Solo per fare un
esempio, non è possibile che l’ufficio predisposto per la raccolta
differenziata vada in tilt per un semplice videoregistratore. Alla fine, e solo
dopo varie insistenze, hanno prenotato il ritiro dopo un mese. Ma chi non
aspetta, oppure non ottiene risposta, il videoregistratore o lo butta in un
cassonetto oppure per strada.
Lino Spadaccini
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