domenica 14 ottobre 2012

Rifiuti: anche nell''800 Pietro Muzii sindaco fece una dura ordinanza, ma i cittadini continuavano a buttare nelle strade di tutto e ingiuriavano anche i vigili urbani!

Giro di vite e multe salate per chi non rispetta le regole per un corretto conferimento dei rifiuti”. Con queste parole inizia il comunicato stampa emesso del Comune, in seguito all’ordinanza n.306 del sindaco Luciano Lapenna, che prevede, tra l’altro, sanzioni che vanno da 25 a 500 euro per coloro che conferiscono rifiuti in zone diverse da quelle di residenza.
Purtroppo nel corso degli anni nulla o quasi è cambiato. Come più volte segnalato sulla stampa e sui blog, la brutta usanza di lasciare la spazzatura per le strade, oppure abbandonare in zone appartate qualsiasi tipo di arredamento o rifiuti ingombranti come divani, televisori, frigoriferi, materassi, accessori in ceramica per i bagni, pneumatici, ecc. è ormai all’ordine del giorno. Purtroppo è anche un problema di cultura e sembra quasi essere tornati nell’Ottocento, al tempo del sindaco Pietro Muzii, che ha dovuto faticare non poco per combattere contro l’ignoranza della gente.
Allora proviamo a vedere cosa succedeva nella prima metà dell’Ottocento a Vasto. 
Per la pulizia delle strade i cittadini tutti i sabati, alle prime ore del mattino, oppure quando comunicato con apposito bando dal 1° Eletto, erano tenuti a spazzare la metà della strada lungo la propria proprietà. Inoltre,
coloro che abitavano nelle case lungo la strada del Muro delle Lame (oggi Via Adriatica), erano obbligati a spazzare l’intera strada, dalla propria abitazione sino alle mura orientali della città. Questa pratica, stabilita nel Regolamento di Polizia Urbana, non era compiuta di buon grado da tutti i cittadini e spesso sulle strade era facile trovare immondizia di qualsiasi genere.
Per mantenere le strade interne pulite, il Muzii propose l’affidamento dei lavori di spazzamento delle strade ad una persona capace, dietro adeguata  retribuzione: “Egli avrà dunque il dritto esclusivo di profittare delle immondezze, e sarà soggetto alle pene di Polizia in ogni caso che negligentasse lo spazzamento che dev’essere perenne. Con questo mezzo avremo ottenuto la pulizia delle strade sudette, mezzo da me promosso, e da voi mi auguro che sarà sostenuto sul fine di toglierci dalle lordure, che ci circondano on ogni via con nostro detrimento…”. L’appalto venne affidato al signor Giovanni Teutonico per la somma di 30 ducati annui pagabili mensilmente. In caso di negligenza dimostrata durante il suo operato, lo spazzino rischiava un’ammenda di 2,90 ducati e tre giorni di detenzione.
Nell’agosto del 1842, il Muzii denunciò ancora una volta la negligenza di alcuni cittadini che continuavano a buttare per le strade le acque immonde:“La nettezza delle strade interne in questa Città, tanto encomiata dai forestieri, e dai cittadini, tanto utile alla salute pubblica, viene nel fatto attaccata dalla protervia di taluni, che seguitano a gittarvi le acque immonde, non ostante la resistenza che viene loro fatta dal guardiano urbano, che non ha forza e mezzi a combatterli.
La massa del popolo gioisce all’odierna pratica della pulitezza delle strade, sforzandosi ognuno di vincere le antiche abitudini, e di superare quella ritrosia che nasce da un certo incomodo che si soffre nel non potersi gittare le immondizie dalle finestre delle proprie case, o per mezzo delle cosi dette spazzarole.
Son pochi coloro, i quali per evitare il loro privato incomodo, mettono in disprezzo il comodo pubblico. E questa censurabile condotta forma il cattivo esempio, il quale infievolisce il generale entusiasmo che mostrasi per la interna polizia della città, non valendosi che vi siano delle eccezioni alla regola generale…”.
Tra le denunce di pubblici disordini, conservate presso l’archivio storico, ve ne sono alcune curiose, ma per brevità ne citiamo solo una, presa da una lettera del 26 giugno 1842, scritta dal Sindaco Pietro Muzii e indirizzata al Sottintendente: “Stasera il guardiano urbano nell’avere imposto a Chiara Malatesta, che abita vicino la chiesa di S. Antonio, a nettere un picciolo tratto delle mura della città il quale prossimamente all’abitazione della medesima era allordato, è stato pubblicamente insultato da essa Chiara…”. Questo era quello che normalmente veniva riservato ai guardiani urbani, che avevano il compito di vigilare: sempre e solo ingiurie.
La nostra città nel tempo è cambiata ed è cresciuta molto. Ci sono tanti cittadini che fa il proprio dovere, tutti i giorni con puntualità e nei modi corretti. Purtroppo, ci sono ancora tante persone che se ne fregano e macchiano l’immagine della nostra bella Vasto con atti deplorevoli.
Anche da parte del Comune non basta applicare solo sanzioni: occorre un maggiore controllo e soprattutto deve studiare un sistema più snello e veloce per dare la possibilità alle famiglie di poter smaltire nei modi corretti i rifiuti ingombranti. Solo per fare un esempio, non è possibile che l’ufficio predisposto per la raccolta differenziata vada in tilt per un semplice videoregistratore. Alla fine, e solo dopo varie insistenze, hanno prenotato il ritiro dopo un mese. Ma chi non aspetta, oppure non ottiene risposta, il videoregistratore o lo butta in un cassonetto oppure per strada.

Lino Spadaccini

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