venerdì 19 ottobre 2012

Pubblicato un altro interessante libro su Spataro, ma ricordiamo anche il suo sostenitore Alessandro Borrelli (Masanille)!


Attivista della DC e collaboratore dello statista per oltre 30 anni. Celeberrimo rimane il suo “Evviva don Peppino” gridato in tutte le manifestazioni.

E’ da poco in libreria - e verrà presentato anche a Vasto - “Giuseppe Spataro - Tra popolarismo e democrazia cristiana”  scritto Prof. Stefano Trinchese, Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia della d’Annunzio, un libro in cui si ricolloca nella sua giusta dimensione la figura di don Peppino, la sua statura di uomo politico e di statista di primario rilievo nazionale.

Per capire come era la DC  di Spataro a Vasto, vogliamo ricordare in questa occasione  la figura di uno degli attivisti più popolari nel dopoguerra, Alessandro Borrelli, da tutti conosciuto come ” Masanille”, uomo di popolo e capopopolo, molto vicino  al sen. Spataro per oltre 30 anni. Anzi più volte donna Letizia, moglie dello statista, ha detto che Alessandro era come
un figlio. 
Anni '50, Borrelli in prima fila ( a destra) con Spataro e altre autorità
Borrelli era nato a Vasto nel 1920, ma appena finita la guerra, si interessò subito alla politica. Fu tra i primi, a  24 anni,   a  frequentare la sezione DC appena costituita  (28 giugno 1944) con segretario Carmine Ragni.

Nel luglio 1946, già accanito sostenitore della DC,  si trovò in mezzo a quella gigantesca rissa tra democristiani e comunisti davanti la sezione DC a Palazzo d’Avalos, dove furono sparati anche colpi di arma da fuoco  che ferirono seriamente alla gamba una povera ragazza DC, Anna Marinucci che morì dopo 20 giorni per cancrena all’arto ferito.

“Masanille”, dinamico e simpatico trascinatore di popolo, si mise a totale disposizione del partito e di Giuseppe Spataro, il quale contraccambiò con una sincera amicizia per tutta la vita. Borrelli da allora divenne l’uomo di fiducia di Spataro a Vasto, il tuttofare, quello che gli risolveva problemi di ogni genere.  E ciò durò fino alla morte di “don Peppino”.

Anni '50 festa di carnevale: da sinistra Borrelli con la moglie Antonia,
il sindaco Ritucci Chinni, a lato la signora  Sina Petroro
Al fidanzamento Alessandro, tra il serio e il faceto,  avvertì subito la futura moglie  Antonia Ragni : “Guarda che ci sta prima Spataro e poi tu!”. Ed era proprio così: al punto che alla nascita del primo figlio Nicola (1959), lasciò la moglie con le prime doglie – “tanto ci vuole tempo”, disse -  per seguire Spataro in una manifestazione al Porto di Punta Penna. Fu avvertito del lieto evento dal marito dell’ostetrica che si recò al porto con un po’ di ritardo e vedendolo gli disse: “Ma che fai qua,vai a casa che è nato tuo figlio!”

Manifestazione a Punta Penna, Borrelli "al lavoro" in primo piano.
Dietro, il prima fila il sindaco Florindo Ritucci Chinni 
 Borrelli aveva la Dc nel sangue: fu l’animatore più verace di tutte le iniziative del partito, quello che invitava la gente ai comizi, cercando di riempire ogni volta piazze e sale. Era quello che faceva scattare il primo applauso ai comizi con il famoso motto “Evviva don Peppino!”, gridato a tutta voce.
Ogni volta che Spataro tornava a Vasto Alessandro organizzava tutto nei minimi dettagli. E si metteva a disposizione per tutte quelle piccole necessità di cui anche un importante politico ha bisogno.

Il lavoro principale si faceva durante la campagna elettorale. Masanille girava “casa casa”, come altri, a chiedere voti per Spataro, specialmente nelle zone di periferia;  oppure accompagnava don Peppino  negli incontri organizzati dal partito a Vasto o nel circondario. E poi spesso lo invitava a pranzo a casa sua per un momento di relax  sulla sua poltrona, tanto il rapporto era intimo. Stiamo parlando di anni ’50 e ‘60.  Alcune volte se c’erano alti funzionari del ministero o sottosegretari, Alessandro invitava anche quelli. Sembra che molti di costoro hanno imparato a gustare il brodetto alla vastese proprio a casa di Masanille!
Simpatizzanti DC, al centro in alto Spataro, più in basso Borrelli
 Un episodio rimasto nella memoria di molti è una sorta di “ingresso trionfale” di Spataro da Porta Nuova fino alla sezione a Palazzo d’Avalos, dopo uno dei successi politici  dei primi anni della Repubblica. Corso Palizzi in festa, tanta gente, tante bandiere, addirittura coperte alle finestre,  e un imbarazzato Spataro – così schivo e riservato -  portato in braccio da Masanille e altri attivisti fino alla sezione DC!

Gli anni dell’immediato dopoguerra furono anni molto difficili, senza lavoro, con centinaia di famiglie vastesi che hanno preso la via dell’ Australia. Spataro fu più volte ministro, assumendo incarichi in importanti dicasteri.   A lui si rivolgevano migliaia di persone  per trovare una occupazione stabile. E Spataro operava su due fronti: creando posti di lavoro qui in zona – fu lui l’artefice della rinascita dell’Abruzzo, da noi fu avviata la SIV (1962), poco dopo la Marelli – oppure cercando di collocare i vastesi in amministrazioni dello stato. Senza forzare le procedure del tempo, moltissimi vastesi furono assunti alle Poste in  quel periodo. Lo stesso Borrelli fu per tutta la vita dipendente della sezione Guardiafili di Vasto Marina.
A volte, molte persone vedendo Masanille molto vicino a Spataro gli chiedevano se poteva intervenire presso il senatore. Cosa che Borrelli volentieri faceva. A volte con successo, a volte no.
A sinistra Borrelli, giovanissimo a fianco a Spataro
durante un battesimo in cattedrale
celebrato da don Felice Piccirilli
Questi sono stati anni caratterizzati da profonde trasformazioni di ordine economico, sociale e culturale, anni in cui dare una mano alla rielezione di un politico come Spataro significava assicurare  a Vasto (ed all’Abruzzo intero) un autorevole punto di riferimento “nella sede in cui si prendevano le decisioni importanti”. In questo,  anche una figura del popolo come Alessandro Borrelli, un semplice iscritto al partito, ha dato il suo fondamentale contributo.

Il senatore Spataro è venuto a mancare il 30 gennaio 1979, Alessandro Borrelli il 28 gennaio 2003. Due giorni vicini dello stesso mese: il destino ha voluto  tenerli vicini anche nelle ricorrenze!

Nicola D’Adamo

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