Figlio di Stanislao e nipote del famoso miniaturista
Floriano e del dottore Giuseppe, su Emanuele Pietrocola in realtà non si hanno
molte notizie. Quello che sappiamo è che nel 1870 era ancora a Vasto dove
riceveva gli abbonamenti per la Nuova
Antologia di scienze, lettere ed arti. Probabilmente intorno al 1880 si
trasferì a Napoli, città con maggiori opportunità di lavoro, e nel 1885 rilevò
la “Tipografia editoriale dell’indicatore
generale del commercio”, sita nella strada Cisterna dell’olio, 44.
Proprio nel 1885 diede vita alla Biblioteca Popolare, una serie di 35 volumetti di piccolo formato,
con cadenza settimanale, di facile lettura ed accessibile alle masse, scritti
da
autorevoli saggisti sugli argomenti più disparati: Gli Antropofagi, I vulcani, Il bramanismo, L'invenzione della stampa, La schiavitù, La Terra, Nani e giganti, La Giovine Italia, I terremoti, Il Sole, Spiritismo, I viaggi al Polo Nord, La rivoluzione francese, Le razze umane, Il giuoco del lotto ed ancora altri.
autorevoli saggisti sugli argomenti più disparati: Gli Antropofagi, I vulcani, Il bramanismo, L'invenzione della stampa, La schiavitù, La Terra, Nani e giganti, La Giovine Italia, I terremoti, Il Sole, Spiritismo, I viaggi al Polo Nord, La rivoluzione francese, Le razze umane, Il giuoco del lotto ed ancora altri.
Nel 1886 pubblicò l’interessante saggio del vastese Luigi
Manzi dal titolo Le crisi agrarie e
commerciali presso i Romani, ma quello che è più interessante è che la
città di riferimento della tipografia
non è Napoli bensì Vasto. Altri esempi interessanti, sempre pubblicati nella
sua città natale, sono i due volumi di Vincenzo De Lucia, Saggio filosofico e L’Hegel
in Italia, entrambi stampati nel 1888.
Il Pietrocola si specializzò soprattutto sulla pubblicazione
di libri giuridici, ma il volume più rappresentativo e più caro ai vastesi, è
senz’altro la Guida alle preparazioni
anatomiche (1889) dell’illustre medico Francesco Laccetti.
Negli ultimi anni di vita il tipografo non doveva passarsela
molto bene, come dimostrate da alcune moratorie accordategli per salvare
l’azienda, l’ultima delle quali arrivata proprio qualche giorno prima della sua
morte.
“Avvilito da un male, che da un pezzo l’aveva colpito, il povero
Emanuele, come noi lo chiamavamo e come lo chiamavano tutti gli amici, vedeva
logorare di giorno in giorno se stesso, e tra il dubbio e il dolore si
trascinava in una continua alternativa di momentanei sollievi e di ricadute,
che lo prostravano oltre ogni dire”. Con queste parole il periodico Istonio, diretto da Emilio Monacelli, ne
annunciava la morte. Una morte prematura avvenuta a soli 52 anni, che ha
portato via un uomo amato da tutti per la sua giovialità e vivacità. “Ed ora il povero Emanuele è morto”, si
legge ancora sull’Istonio, “è morto a Napoli, dove da molti anni aveva
fissato la sua dimora a capo di un accreditatissimo stabilimento tipografico;
ma anche lontano dalla città nativa egli si sentiva sempre ligato, fortemente
ligato a Vasto ed a’ vastesi, e per gli amici, ne’ momenti lieti o dolorosi,
ebbe sempre un pensiero, e la folla de’ ricordi non lo abbandonò mai”.
Morto scapolo, la stamperia venne rilevata da P.A. Molina,
che continuò per molti anni l’opera del tipografo vastese, mantenendone anche
l’autorevole nome: “Tip. E.Pietrocola successore P.A.Molina”.
Lino Spadaccini
2 commenti:
Interessante articolo. Posso aggiungere che la madre di Emanuele fu Rosa Codagnone nata a Vasto il 20.9.1827 come risulta dalla gazzetta ufficiale del regno d'Italia 1868 n.331 (pubblicata su internet) che alla vedova di Stanislao assegna una pensione.
Sono passati due anni dal mio precedente commento e nel frattempo ho scoperto molto altro. Rosa Codagnone era la figlia di Angela Miscione e di Vitaliano Codagnone che fu sindaco di Vasto nel periodo immediatamente precedente l'unità d'Italia. Ma non mi sono fermato qui grazie a Luigi Marchesani e alla sua storia di Vasto. A pag 399 ho trovato una biografia di Vincenzo Codagnone 1754-1815 padre di Vitaliano.
Non so a quanti possa interessare ma ho deciso di condividere la piccola scoperta trovata per amore di conoscenza e gusto della ricerca.
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