giovedì 27 settembre 2012

Chieti ha i requisiti per restare Provincia, ma i politici pescaresi vogliono portare la sede a Pescara


Da Camillo D'Amico PD riceviamo e pubblichiamo
Il Consiglio delle Autonomie Locali (C.A.L.) ha formulato una proposta sul riordino delle province con voto a maggioranza ma adesso dovrà essere il consiglio regionale a deliberare una proposta concreta, equilibrata, razionale e partecipata a governo e parlamento nazionale.
“E’ utile e necessario chiarire che il Consiglio delle Autonomie Locali (C.A.L.) doveva formulare una proposta.  L’ha fatto.  Adesso toccherà al Consiglio Regionale deliberare la proposta definitiva a governo e parlamento poi seguirà un apposito disegno di legge. Inoltre, solo per una questione di doverosa chiarezza e per dirimere ulteriori ed inutili polemiche che il presidente della provincia di Pescara, Guerino Testa, ed il sindaco, Luigi Albore Mascia, hanno subito animato circa la futuribile città capoluogo di provincia, è bene ricordare che Chieti non è provincia soggetta a riordino perchè contempla entrambi i requisiti previsti dalla norma prevista nella spending review. Il voto espresso dal C.A.L., puramente consultivo ed indicativo
ma non vincolante, è stato frammentato e risente degli strumentali campanili di territorio e delle conflittualità interne ai partiti tanto che, più di un rappresentante, ha inteso il proprio mandato non come rappresentante degli interessi di un territorio ma della propria comunità. L’augurio è che il consiglio regionale, nelle sue articolazioni, avverta l’utilità e la necessità di consultare, tra gli altri, anche i rappresentanti dei Consigli Provinciali; noi siamo stati eletti democraticamente dai cittadini ma assolutamente dimenticati. Sugli eletti nelle province da tre anni si stanno abbattendo fuorvianti e gratuite affermazioni mediatiche di ogni tipo come depositari di costi e privilegi (!!!) e, la  vicenda del riordino pur necessaria ed auspicata, è stata malamente raccontata ai cittadini. Il rischio della perdita dell’ente provincia non è la semplice difesa degli organi elettivi e di governo dell’ente ma di tutta una serie di uffici dell’apparato tecnico, fiscale, previdenziale, assistenziale e della sicurezza dello stato che a questa fanno capo. E’ quindi ragionevole attenderci una proposta organica dalla maggioranza di centro – destra alla guida della regione Abruzzo così come anche la chiarezza di eventuali funzioni aggiuntive andranno conferite alle nuove province oltre quelle già statuite dalla norma sulla spending review. Noi abbiamo con chiarezza espresso la nostra posizione ossia: Chieti provincia ma senza interrompere il già avviatissimo processo di aggregazione sociale, economico e culturale con la limitrofa e viciniora Pescara. Da governo e parlamento attendiamo un tempo più ampio per il ridisegno delle circoscrizioni provinciali, che si contestualizzi con una riscrittura più ampia dell’articolazione istituzionale dove il potere decisionale torni in capo al cittadino elettore ad ogni livello così come l’auspicata riduzioni dei costi e privilegi della politica.”
Camillo D’AMICO
consigliere provinciale e capogruppo P.D

2 commenti:

Gino Selva ha detto...

Capisco le perplessità di D'Alessandro ma a sentire gli enti sembra che sono tutti utilissimi ed indispensabili nel luogo dove stanno e con quell'organico.
Ogni volta che si fa una legge in tal senso ecco che spuntano le deroghe, le eccezion, i rinvii, i tavoli di concertazione.
Spostiamo tutti gli uffici a Pescara e finiamola.

Alessandro ha detto...

Invece D'Amico ha perfettamente ragione. Che senso ha una sede provinciale a Chieti quando c'è la vicina Pescara? Chieti non è raggiungibile con il treno, trovare parcheggio con l'auto è un inferno e in generale è una città scomoda.
Vogliono togliere il tribunale a Vasto, ma in realtà dovrebbero togliere quello di Chieti e accorparlo a Pescara e lasciare quello di Vasto.