TINDARO PONTILLO, BAGNINO STORICO, ORA IN PENSIONE |
di LINO SPADACCINI
Come ogni anno, con le spiagge affollate ed i pericoli del mare sempre in agguato, si ripropone il problema della sicurezza dei bagnanti, garantita dalla presenza dei bagnini.
Il 23 giugno del 1931, l’amministrazione comunale di Vasto, per la sicurezza dei bagnanti, istituì per l’intera stagione balneare il servizio di vigilanza e l’impiego di due bagnini. Tra i bagnini storici è d’obbligo ricordare Emidio (Midiuccio) Novembre, il primo bagnino della spiaggia di Vasto Marina, oppure Espedito (Spidète) Sarodi, indimenticabile figura di bagnino, dal timbro di voce inconfondibile e dal linguaggio piuttosto colorito, ed ancora Tindaro Pontillo fino ad arrivare a Nicola “Abo il bagnino” Tenaglia, ormai da quasi cinquant’anni presente sulla nostra spiaggia presso lo stabilimento “da Mimì”, con la sua invidiabile abbronzatura.
Grazie a questi angeli
custodi, oggi sostituiti da giovani bagnini ben preparati e muniti di apposito
patentino, ma anche grazie ad un progressivo cambiamento delle abitudini dei
bagnanti, in Italia i morti per annegamento e gli incidenti sono in forte calo.
Da
alcuni documenti conservati presso l’Archivio Comunale di Casa Rossetti, è
possibile ricostruire le storie di alcuni salvataggi.
Il
7 agosto 1916, verso le ore 18, Paolo Martone stava annegando, risucchiato
dalla corrente verso uno scoglio pericolosissimo. Percepito il pericolo, un
altro bagnante che si trovava in zona, Benedetti Ettore, intervenne per salvare
il Martone, ma a causa del mare agitato e della forte corrente, anche lui stava
annegando. Richiamato dalle grida di aiuto dei due giovani, accorse il soldato
Belemmi Felice, il quale “toltasi
prontamente la sola giubba, si gettò risolutamente fra le onde, e dopo aver
dato mano al Benedetti che stava riguadagnando la riva, soccorse e trasse in
salvo da certa e imminente morte il Martone, con pericolo della propria vita”.
Per questo gesto eroico, la municipalità vastese deliberò “di encomiare e di segnalare alla considerazione delle competenti
autorità, per un’adeguata ricompensa”.
L’altro
episodio che voglio segnalare risale al settembre del 1911, avvenuto al largo
di Punta Penna, quando il signor Spagnuolo Giovanni, 33 anni di Napoli, operaio
addetto alla costruzione del Porto, salvò da sicura morte il diciannovenne,
Raucci Carlo di San Tammaro, suo collega di lavoro. Questo il racconto
dell’episodio fatto dal diretto interessato: “Eravamo a bordo del veliero Antonio Magliulo una squadra di operai, in
sette, per la pesatura e discarica della pozzolana e visto che il tempo si
faceva minaccioso, decidemmo d’abbandonare il legno per ritornare a terra con
un battello. Eravamo distanti di circa cinquecento metri dal bastimento quando
improvvisamente la nostra imbarcazione venne investita da un ciclone e siccome
gli operai furono vinti da sgomento, io Spagnuolo Giovanni, già Sotto Capo
della R. Marina, cercavo frenare tutti per evitare che la barca si
capovolgesse. Riuscito vano ogni consiglio di calma e distanti da terra oltre
150 metri, diedi ordine di spogliarsi e gettarsi in mare per raggiungere a
nuoto la riva. Però tra noi vi era il Raucci Carlo che non sapeva nuotare ed
allora buttai a mare i miei ed i suoi indumenti tuffandomi in acqua e trascinandomi
il Raucci che faticosamente potei raggiungere la riva salvandolo con mare che
diventava sempre più furioso…”.
Per
chiudere una piccola raccomandazione: fate il bagno sempre con la massima
attenzione non sopravvalutando mai le vostre capacità. La prudenza non è mai
troppa.
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