Aspettavo l'assist giusto e finalmente è arrivato. A distanza di un anno dalla travolgente vittoria del referendum sull'acqua che tanti comitati e comitatini hanno festeggiato come la liberazione dall'oppressore straniero, l'acqua pubblica a Vasto: - è più buona? - è più abbondante? (qui c'è già la risposta) - è meno cara? - la manutenzione rete più costante? - il servizio più efficiente? - miglioramenti avviati? Insomma quella vittoria ha smosso le "acque"? Oppure non?
No, non ha mosso le acque, ma la privatizzazione non è la panacea di tutti i mali. Innanzitutto la penuria d'acqua ha ragioni globali e legate al cambiamento climatico. Da un punto di vista gestionale poi, le città in cui l'acqua è in mano ai privati non se la passano meglio di Vasto, anzi, i costi delle bollette sono aumentati e i servizi sono rimasti gli stessi. Del resto basta vedere cosa ha portato la privatizzazione dell'energia. Il consumatore è infatti preda dei vari raggiri delle nuove compagnie e nessun beneficio reale nella bolletta. Per non parlare poi delle varie operazioni di marketing invasive e rompico...
Questione di opinione. Il privato funziona quando il pubblico sa e vuole controllare; quando invece il pubblico si insinua e pretende poltrone nei CdA allora il sistema fa acqua. La Hera a Bologna funziona e anche bene. La Aspem a Varese funziona ancora meglio. Non devo fare l'elenco io. La liberalizzazione dell'energia elettrica è una direttiva europea alla quale l'Italia si è adeguata fra le ultime; le nostre tariffe non sono nemmeno tra le più alte nonostante la nostra condizione di dipendenza. Senza dimenticare che due quote sono imposte dall'autorità per l'energia, e citiamo appena la quota per gli incentivi alle rinnovabili. Ma qui il soggetto è l'acqua e prendo atto che si è fatta festa per niente.
Il soggetto è l'acqua, ma le modalità di gestione e marketing sono sovrapponibili. Con la privatizzazione dell'energia siamo stati invasi da tanti giovani volenterosi che carpiscono informazioni dalle vecchiette e firmano per le malcapitate contratti fittizi con relativi costi. Bel progresso. Però è vero, ci è stato imposto dall'Europa. Diversamente per l'acqua ci possiamo ancora salvare. Dici bene che le aziende private gestiscono bene gli aquedotti bolognesi e di Varese. Per forza, erano efficientissimi già sotto la gestione pubblica. Voglio vedere queste aziende private alle prese di acquedotti come quelli siciliani che sono un colabrodo.
4 commenti:
Aspettavo l'assist giusto e finalmente è arrivato.
A distanza di un anno dalla travolgente vittoria del referendum sull'acqua che tanti comitati e comitatini hanno festeggiato come la liberazione dall'oppressore straniero, l'acqua pubblica a Vasto:
- è più buona?
- è più abbondante? (qui c'è già la risposta)
- è meno cara?
- la manutenzione rete più costante?
- il servizio più efficiente?
- miglioramenti avviati?
Insomma quella vittoria ha smosso le "acque"? Oppure non?
No, non ha mosso le acque, ma la privatizzazione non è la panacea di tutti i mali. Innanzitutto la penuria d'acqua ha ragioni globali e legate al cambiamento climatico. Da un punto di vista gestionale poi, le città in cui l'acqua è in mano ai privati non se la passano meglio di Vasto, anzi, i costi delle bollette sono aumentati e i servizi sono rimasti gli stessi. Del resto basta vedere cosa ha portato la privatizzazione dell'energia. Il consumatore è infatti preda dei vari raggiri delle nuove compagnie e nessun beneficio reale nella bolletta. Per non parlare poi delle varie operazioni di marketing invasive e rompico...
Questione di opinione.
Il privato funziona quando il pubblico sa e vuole controllare; quando invece il pubblico si insinua e pretende poltrone nei CdA allora il sistema fa acqua.
La Hera a Bologna funziona e anche bene.
La Aspem a Varese funziona ancora meglio.
Non devo fare l'elenco io.
La liberalizzazione dell'energia elettrica è una direttiva europea alla quale l'Italia si è adeguata fra le ultime; le nostre tariffe non sono nemmeno tra le più alte nonostante la nostra condizione di dipendenza. Senza dimenticare che due quote sono imposte dall'autorità per l'energia, e citiamo appena la quota per gli incentivi alle rinnovabili.
Ma qui il soggetto è l'acqua e prendo atto che si è fatta festa per niente.
Il soggetto è l'acqua, ma le modalità di gestione e marketing sono sovrapponibili. Con la privatizzazione dell'energia siamo stati invasi da tanti giovani volenterosi che carpiscono informazioni dalle vecchiette e firmano per le malcapitate contratti fittizi con relativi costi. Bel progresso. Però è vero, ci è stato imposto dall'Europa. Diversamente per l'acqua ci possiamo ancora salvare. Dici bene che le aziende private gestiscono bene gli aquedotti bolognesi e di Varese. Per forza, erano efficientissimi già sotto la gestione pubblica. Voglio vedere queste aziende private alle prese di acquedotti come quelli siciliani che sono un colabrodo.
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