di LINO SPADACCINI
I tredici cavalieri
Chi furono i tredici cavalieri della
storica “Disfida di Barletta”? A questa domanda non è facile rispondere perché
se è pur vero che conosciamo i nomi, poco sappiamo di loro, con la conseguenza
che varie città, nel corso dei secoli, hanno cominciato a contendersi la
paternità degli eroi.
Ettore Fieramosca.
Appartenente alla nobile famiglia dei Fieramosca o Ferramosca, Ettore nacque a
Capua nel 1476. Avviato giovanissimo alla carriera militare, già all’età di 17
anni aveva il comando di una compagnia di balestrieri a cavallo, con la quale
combatté contro Carlo VIII per Ferdinando II, che seguì anche dopo la
sconfitta. In tante battaglie il Fieramosca dette prova di forza e coraggio, ma
a stroncarlo, nel gennaio del 1515, mentre era in Spagna, a Valladolid, fu una
malattia.
Francesco Salamone.
Di nobile famiglia originaria di Venezia o di Genova, diramatasi in Sicilia,
divenne soldato di ventura e guadagnò la notorietà per la partecipazione alla
Disfida di Barletta. Partecipò nel 1521 all’assedio di Parma a capo delle
coorti pontificie, dove per i meriti acquisiti in battaglia, venne insignito
della cittadinanza onoraria dall’allora governatore della città, Francesco
Guicciardini.
Marco Corollario
detto Marco di Matteo. Probabilmente originario di Scapoli o di Napoli su
di lui le notizie sono molto frammentarie e imprecise. Durante la disfida finì
fuori campo di combattimento, trasportato nell’impeto dell’inseguimento del
proprio avversario. Morì a Napoli nel 1524.
Guglielmo Albimonte.
Di antica famiglia che possedeva la baronia di Motta d’Affermo nel messinese.
Come tutti i cavalieri della disfida ricevette in premio un feudo in Calabria,
ma fu costretto a restituirlo nel 1506. Si distinse alla battaglia di Ravenna
del 1512 e si trasferì, in età adulta a Capua, dove morì nel 1532.
Mariano Abignente.
Nato a Sarno (SA) nel 1471. A Barletta rimase ferito alla coscia. Nel 1509
comandò una compagnia di 100 balestrieri all’assedio di Santa Severina, per
sedare il Conte Andrea Carafa. Partecipò alla battaglia di Ravenna sotto gli
ordini di Prospero Colonna, poi passò sotto il conte di Potenza. Nel 1888 la
città di Sarno ha eretto un monumento al prode cavaliere.
Giovanni Capocci.
Ne rivendicano i natali i comuni di Tagliacozzo e Spinazzola. A Barletta fu
disarcionato e sembra che, combattendo da terra, abbia ucciso Graiano d’Asti
(il traditore). Partecipò alla battaglia di Ravenna.
Giovanni Brancaleone
o Bracalone. Cavaliere romano, forse di Gennazzano. Anche lui combatté a
Ravenna nella compagnia di Prospero Colonna e fu fatto prigioniero. Stessa
sorte, nel 1515, a Villafranca Piemonte. Condotto in Francia, fu riscattato per
la cospicua somma di trentamila ducati.
Ludovico Abenavoli.
Di famiglia originaria normanna, discesa da uno dei 12 Cavalieri che fondarono
la città di Aversa. Gli Abenavolo ebbero signoria di molti feudi, alleanze
illustri e godettero nobiltà in Teano ed in Capua.
Ettore Giovenale,
detto Peraio o Ettore Romano. Di antica nobiltà romana. Cavaliere di grande
valore, partecipò a tutte le principali battaglie degli inizi del ‘500.
Fanfulla da Lodi.
Molto controverse le notizie su di lui. Secondo alcuni il suo norme era Tito e
la sua patria Lodi, secondo altri la città natale è Parma. Quasi sicuramente
trovò la morte nella battaglia di Pavia del 24 febbraio 1515.
Romanello da Forlì.
Fu attivo, oltre che in Romagna, soprattutto in Abruzzo, sotto Giordano Doria e
Astorre Baglione, in Basilicata, Puglia e Lazio. Prese parte alla battaglia di
Ravenna e morì probabilmente nel 1525.
Miale da Troia.
Dovrebbe essere nativo di Troia, cittadina pugliese, ed Ettore de Pazzis il suo
vero nome. Secondo altri è di origine toscana ed ancora di Paliano, in provincia
di Frosinone.
Lino Spadaccini
Nessun commento:
Posta un commento