mercoledì 25 aprile 2012

Giuseppe Ayala: "Far funzionare la Giustizia è facile. Ma lo si deve volere!"

Il magistrato invitato a Vasto dall'Università delle Tre Età per presentare il suo ultimo libro "Troppe coincidenze"

Il direttivo dell'Università delle Tre Età con il giudice Ayala



L’Università delle Tre Età presieduta da Margherita Giove ha invitato ieri a Vasto Giuseppe Ayala - ora consigliere di Corte d’Appello a L’Aquila - per la presentazione del suo secondo libro Troppe Coincidenze edito da Mondadori.
Un libro che è la continuazione del primo -  ha detto il Giudice - e che ripercorre i suoi anni in Parlamento a partire dal 1992, ricostruendo le troppe “coincidenze” che hanno caratterizzato le relazioni tra mafia, "poteri occulti" e politica, disegnando un quadro opaco che coinvolge criminalità mafiosa e pezzi deviati dello Stato.
“Noi (pool antimafia ndr) non siamo stati fermati dalla Mafia, ma da pezzi dello Stato”, ha detto candidamente in apertura il magistrato davanti alla folta platea che affollava il salone delle udienze del tribunale di Vasto. E dalla sua “analisi ragionata degli eventi accaduti” ha ricostruito tutti i passaggi che c’erano stati in quegli anni.
Ha parlato della mancata elezione di Andreotti a presidente della Repubblica perché aveva “tradito” la Mafia. Ed ampiamente anche della mancata riforma della Giustizia che “pone l’Italia, secondo la BCE, al 156° posto nel mondo, dopo l’Angola  e il Gabon!”.
“Far funzionare la Giustizia è facile” ha detto Ayala. “Ma lo si deve volere!”, ricordando che nel 1996, lui sottosegretario, Flick ministro, vararono una serie di disegni di legge noti come “Pacchetto Flick” che non andarono mai avanti. La legge sul “conflitto di interessi” non andò mai avanti  - ha aggiunto - perché Berlusconi poteva far saltare la Bicamerale (organismo che in quegli anni doveva riformare in modo condiviso la Costituzione). Alla fine la Bicamerale comunque saltò e la legge non si fece mai più.
L’effetto di tutte queste delusioni è stato che Ayala alla fine ha lasciato la politica ed è tornato a fare il magistrato all’Aquila.
Nell’ultima parte del libro, ha concluso Ayala, "ho ripubblicato un saggio che mi aveva chiesto MicroMega nel 1988. Sembra scritto ieri, avevamo già capito tutto”.
Quello che si può rilevare oggi  è che il paese intero ha subito un processo di meridionalizzazione: lo scambio, l’erogazione di un diritto come favore, ha preso piede anche a nord.
Ed in conclusione Ayala ha citato un passo di Leonardo Sciascia  suo “concittadino” padre di una sua compagna di liceo: "Forse tutta l'Italia va diventando Sicilia… A me è venuta una fantasia, leggendo sui giornali gli scandali di quel governo regionale: gli scienziati dicono che la linea della palma, cioè il clima che è propizio alla vegetazione della palma, viene su, verso nord, di cinquecento metri, mi pare, ogni anno… La linea della palma… Io invece dico: la linea del caffè ristretto, del caffè concentrato… E sale come l'ago di mercurio di un termometro, questa linea della palma, del caffè forte, degli scandali: su su per l'Italia, ed è già oltre Roma…
In apertura ci sono stati i saluti della responsabile Cultura dell'università delle Tre Età Romilda Santone e della presidente Margherita Giove, del presidente degli avvocato Artese e del Sindaco Lapenna. In conclusione un caloroso saluto da parte di Mario Della Porta  ex presidente della Corte d'Appello dell'Aquila, in cui tuttora opera Ayala.
Nicola D'Adamo
due foto della manifestazione (Michele Tana) 




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