Da cameraman di TRSP a “Sales Account Manager” a Londra
Michele è molto
conosciuto in città perché oltre 10 anni
è stato il cameraman di TRSP. Cinque anni fa dopo la chiusura del tg locale ha
cercato lavoro a Londra. Non pensa di rientrare in Italia e dice: “Life is what
you make of it” ( la vita è fatta di ciò che tu vuoi).
Mike, da Vasto a Londra come mai?
Prima di
decidere che Londra sarebbe potuta diventare la mia “casa” ho avuto occasione
di visitare la Gran
Bretagna dal 1998 almeno 5 volte poiché mia zia materna ed i
miei cugini vivono in Galles del Sud e la decisione è maturata col tempo. La
voglia di conoscere una nuova cultura che si leggeva allora solo sui libri di
scuola e di università, migliorare l’inglese, uscire da Vasto, diventare
indipendente sono stati sempre il mio “pallino”. Il 2006 è stato l’anno
decisivo: dopo
alcuni problemi familiari fortunatamente risolti per il meglio e la chiusura del TG locale per cui lavoravo e la conseguente “riconversione” in altri programmi ma senza alcuna prospettiva di avanzamento nel campo lavorativo mi hanno fatto scattare la molla e decidere di lasciare Vasto nel febbraio del 2007.
alcuni problemi familiari fortunatamente risolti per il meglio e la chiusura del TG locale per cui lavoravo e la conseguente “riconversione” in altri programmi ma senza alcuna prospettiva di avanzamento nel campo lavorativo mi hanno fatto scattare la molla e decidere di lasciare Vasto nel febbraio del 2007.
Cosa ti ha dato Vasto come prima esperienza di lavoro?
Mi ha dato molto.
Nel campo lavorativo Vasto mi ha formato come persona e dopo 12 anni tra
collaborazione e lavoro a tempo pieno a TRSP mi ha certamente insegnato un
mestiere che però non ha preso le ali e quindi, come va di moda oggi, anche io
mi son dovuto “riconvertire” ad altro lavoro.
A Londra di cosa ti occupi?
Da circa due
anni lavoro per una società inglese che fornisce una soluzione fax via internet
(quindi abolendo le vecchie macchine fax) a società, a privati e a sviluppatori
di software. La ditta ha uffici sparsi un po’ in tutto il mondo e Londra è la
sede Europea. Io mi occupo del mercato italiano ed europeo (ad eccezione del
Regno Unito e Spagna) ed ho l’opportunità di dialogare sia in italiano che in
inglese con i miei clienti e partners commerciali. All’inizio pensavo che il fax
come prodotto fosse stato ormai quasi soppiantato dalla email ed invece mi sono
dovuto ricredere poiché il fax è
considerato ancora un documento legale ed infatti molte società di logistica,
aziende sanitarie e turistiche inviano e ricevono le loro informazioni via fax.
L’ambiente lavorativo è sicuramente diverso da quello italiano ed è
internazionale e nessuno può permettersi di dire come accade spesso in Italia:
ah tu sei straniero!
E con Vasto come la metti?
E’ lì
che ho le mie radici, i miei genitori. Ritorno volentieri due - tre volte l’anno.
Leggo molto spesso i siti di notizie locali per tenermi aggiornato su quello
che succede nella cara Vasto.
Cosa ti offre Londra che Vasto non è riuscita a darti?
Parliamo di due
realtà talmente differenti che non si possono mettere sullo stesso piano.
Ognuna ha le sue peculiarità e le sue cose da offrire. Essendo Londra una
metropoli multiculturale e facendosi tutti i fatti propri (they mind their own
business) a volte non si conoscono neanche i nomi dei vicini di casa. Come ben
sai, Nicola, Londra è una città che non dorme mai, si trova tutto dietro
l’angolo, infatti parlare di distanze qui è relativo, si ha l’opportunità di
conoscere gente nuova ed interessante (anche per scambiare due chiacchiere) ed
il mercato del lavoro, anche se la crisi si sente anche qui, è molto più aperto
che in Italia. Proprio qualche settimana fa leggevo un articolo da un sito web locale
di Vasto e una ragazza intervistata raccontava che Vasto “non è una città per
giovani” e che Lei ha deciso di migrare verso altri lidi: sono totalmente d’accordo
con lei, so anche che mi farò anche
qualche nemico dicendo ciò ma sfido a controbattere con validi motivi.
Che progetti hai per il tuo futuro?
Il mio futuro lo
vedo fuori dall’Italia perché con l’attuale situazione lavorativa italiana non
c’è molta “speranza” per chi ha voglia di fare ed innovare, troppo burocrazia ed
occorre avere le “conoscenze” giuste e mi fermo qui perché la discussione
sarebbe troppo lunga. La voglia di conoscere posti nuovi, gente nuova, sviluppo
personale e lavorativo sono sempre nella mia testa e potrei dire che questo è
il mio progetto per il futuro. Nei momenti di riflessione, ho sempre in mente 2
frasi che per me sono il caposaldo della mia permanenza nel Regno Unito: ut sementen feceris, ita metes e life is what you make of it.
Auguriamo a Mike - di cui abbiamo sempre apprezzato la dinamicità e l'estrema qualità del lavoro ai tempi di TRSP - un in bocca al lupo per i migliori successi professionali in terra di Albione.
NDA
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