martedì 13 marzo 2012

ESPEDITO FERRARA: Speciale VENTENNALE DELLA MORTE (PUNTATA 3/10)


Ferrara e le "Effemeridi"
Quando la satira cittadina sulla vita quotidiana diventa storia e arte

Espedito Ferrara
di Lino Spadaccini

Uno dei punti di forza del quindicinale Histonium, diretto dal compianto Espedito Ferrara, era la pubblicazione delle Effemeridi, brevi scenette di vita quotidiana, molto spesso realmente accadute.

Il termine “effemeride” ci riporta alle tavole in cui si indicano le posizioni, anno per anno, degli astri sulla sfera celeste; si può intendere anche un’opera storica che registra gli avvenimenti giorno per giorno,
oppure si può parlare di una pubblicazione periodica, soprattutto a carattere storico, letterario e scientifico. Così le Effemeridi pubblicate sull’Histonium possono essere ricondotte quasi a un diario storico cittadino, in cui vengono riportate in maniera satirica scene di vita quotidiana, molto spesso realmente avvenute, altre volte di pura fantasia, ma entrate nel gergo e nei racconti del popolino, che riescono a far emergere vizi, debolezze, semplicità, ignoranza e, perché no, anche pregi e virtù di una cittadina da poco uscita dalle dolorose vicende del secondo conflitto mondiale.
La presentazione di alcune scenette sono il miglior modo per apprezzare la bellezza e la genuinità delle Effemeridi.



A proposito dell’antica rivalità tra i petroni e i mariani Espedito Ferrara scrisse:
Durante una bella predica nella chiesa di S. Maria Maggiore il dotto oratore riesce a commuovere l’uditorio: lu piagn’amare!...
Uno soltanto, duro, gira lo sguardo qua e là indifferente.
Il vicino, dandogli una gomitata, gli dice:
E ttu picché nen piègne?...
J’ so’ de Sam Bitre, piagne a la cchîsa mà!...

Imprevisti durante una rappresentazione della compagnia Filodrammatica:
Il caro don Paolo Martone era originale nelle sue battute. Si recitava “Padre Giuliano”, l’eroico cappellano pugnalato da un barbaro abissino. Don Paolo impersonava il protagonista. Al momento culminante, mentre i soldati italiani cadevano sul palcoscenico ingombrando tutto lo spazio, don Paolo (Padre Giuliano) viene colpito mortalmente. Don Paolo, prima di cader giù, guarda, osserva in cerca di un posticino libero: nulla. Scorge a qualche passo un soldato italiano morto (Carmine Ragni) e sottovoce:
– Carminù…
– Oh…
– Fratellà…
– Dom Ba’…
– Scànzete, ch’aja murì pure jà!

I contrasti politici tra i cattolici, “fedeli” allo scudocrociato, e gli eterni nemici comunisti e missini, hanno fatto da sfondo a molte scenette, come ad esempio quella accaduta in una macelleria:
– Mezzo chilo di salsicce.
– Bianche?
– Bianche sì, stéme sott’a le vutaziune e è mmeje a dichiararse prèime.
– Jè, interviene Cesarino, democristiano accanito, le vuje rìsce, pecché me piace a ttritèrle prime e ddoppe le vutazìune.

Sempre in periodo di elezioni:
Una vecchietta si avvicina al tavolo della commissione elettorale e dice:
Jè vuje vutà pe’ Ggesu Crèste!
E scè – borbotta il rappresentante della lista di sinistra – Ggesu Crèste ha da minì ffà lu seneche a lu Uaste!...

Ed ancora:
Pe cchi vute, zizi? – chiedeva X. Y. ad una cara vecchietta.
Eh, ffije mé, ne le sì? Je vote pe la Croce de Ggesù Crešte.
Nà, zizì, ha da vutà pe lu core de Ggisì!
Core de Ggisì, sci bbindatte!
Mo te spieche, insisteva X. Y. mostrando un modulo di voto, le vite šta fiamme? È la fiamme de lu core de Ggesù; e sta M. S. I., sì lègge, sugnurì?
… Sacce legge, crištiane mé…
…mbèh, vuol dire Maria Santissima Immacolata!...
Caruccia maà…
Canda vì vvutà, je fì na crucetta a ffianghe e te la fì nghe lu core de Ggesù e nghe lu core de Marije.
Fije mè, mo te sbèje, disse la vecchietta, aricurdete che ssopr’ a sta terre la croce va sèmbre sopre a n’addra croce, me sì capè?

Non ci stancheremmo mai di leggere queste simpatiche scenette, trasformate nel tempo in vere e proprie barzellette. Per chiudere leggiamo i desideri infranti di un accanito giocatore del lotto:
Giovanni, accanito giocatore, si disperava per avere un ambo certo certissimo da varare sulla ruota di Napoli. Una notte sogna la cara anima di zì Ggiusèppe e ossessionato dal lotto, grida pur dormendo:
Zì Giusè, dàmme du’ nnìmere, via sì, ddu’ nnìmmere!
E il morto, con accento napoletano, calcando le parole gli risponde:
Giuva’, fatìche!... fatiche!...


LINO SPADACCINI

Espedito Ferrara, primo a sinistra, con i membri dell'associazione Pro emigranti
del compianto Silvio Petroro. Al centro l'ex assessore Angela Poli Molino.



Nessun commento: