Ferrara e le "Effemeridi"
Quando la satira cittadina sulla vita quotidiana diventa storia e arte
Quando la satira cittadina sulla vita quotidiana diventa storia e arte
Espedito Ferrara |
di Lino Spadaccini
Uno dei punti di forza del quindicinale Histonium, diretto dal compianto Espedito Ferrara, era la
pubblicazione delle Effemeridi, brevi scenette di vita quotidiana, molto spesso
realmente accadute.
Il termine “effemeride” ci riporta alle tavole in cui si
indicano le posizioni, anno per anno, degli astri sulla sfera celeste; si può
intendere anche un’opera storica che registra gli avvenimenti giorno per
giorno,
oppure si può parlare di una pubblicazione periodica, soprattutto a carattere storico, letterario e scientifico. Così le Effemeridi pubblicate sull’Histonium possono essere ricondotte quasi a un diario storico cittadino, in cui vengono riportate in maniera satirica scene di vita quotidiana, molto spesso realmente avvenute, altre volte di pura fantasia, ma entrate nel gergo e nei racconti del popolino, che riescono a far emergere vizi, debolezze, semplicità, ignoranza e, perché no, anche pregi e virtù di una cittadina da poco uscita dalle dolorose vicende del secondo conflitto mondiale.
oppure si può parlare di una pubblicazione periodica, soprattutto a carattere storico, letterario e scientifico. Così le Effemeridi pubblicate sull’Histonium possono essere ricondotte quasi a un diario storico cittadino, in cui vengono riportate in maniera satirica scene di vita quotidiana, molto spesso realmente avvenute, altre volte di pura fantasia, ma entrate nel gergo e nei racconti del popolino, che riescono a far emergere vizi, debolezze, semplicità, ignoranza e, perché no, anche pregi e virtù di una cittadina da poco uscita dalle dolorose vicende del secondo conflitto mondiale.
La presentazione di alcune scenette sono
il miglior modo per apprezzare la bellezza e la genuinità delle Effemeridi.
A proposito dell’antica rivalità tra i petroni e i mariani
Espedito Ferrara scrisse:
Durante una bella predica nella chiesa di S. Maria Maggiore
il dotto oratore riesce a commuovere l’uditorio: lu piagn’amare!...
Uno soltanto, duro, gira lo sguardo qua e là indifferente.
Il vicino, dandogli una gomitata, gli dice:
– E ttu picché nen
piègne?...
– J’ so’ de Sam Bitre,
piagne a la cchîsa mà!...
Imprevisti durante una rappresentazione della compagnia Filodrammatica:
Il caro don Paolo Martone era originale nelle sue battute.
Si recitava “Padre Giuliano”, l’eroico cappellano pugnalato da un barbaro
abissino. Don Paolo impersonava il protagonista. Al momento culminante, mentre
i soldati italiani cadevano sul palcoscenico ingombrando tutto lo spazio, don
Paolo (Padre Giuliano) viene colpito mortalmente. Don Paolo, prima di cader
giù, guarda, osserva in cerca di un posticino libero: nulla. Scorge a qualche
passo un soldato italiano morto (Carmine Ragni) e sottovoce:
– Carminù…
– Oh…
– Fratellà…
– Dom Ba’…
– Scànzete, ch’aja
murì pure jà!
I contrasti politici tra i cattolici, “fedeli” allo
scudocrociato, e gli eterni nemici comunisti e missini, hanno fatto da sfondo a
molte scenette, come ad esempio quella accaduta in una macelleria:
– Mezzo chilo di
salsicce.
– Bianche?
– Bianche sì, stéme
sott’a le vutaziune e è mmeje a dichiararse prèime.
– Jè, interviene
Cesarino, democristiano accanito, le vuje
rìsce, pecché me piace a ttritèrle prime e ddoppe le vutazìune.
Sempre in periodo di elezioni:
Una vecchietta si avvicina al tavolo della commissione
elettorale e dice:
– Jè vuje vutà pe’
Ggesu Crèste!
– E scè – borbotta
il rappresentante della lista di sinistra – Ggesu
Crèste ha da minì ffà lu seneche a lu Uaste!...
Ed ancora:
– Pe cchi vute, zizi?
– chiedeva X. Y. ad una cara vecchietta.
– Eh, ffije mé, ne le
sì? Je vote pe la Croce de Ggesù Crešte.
– Nà, zizì, ha da vutà
pe lu core de Ggisì!
– Core de Ggisì, sci
bbindatte!
– Mo te spieche,
insisteva X. Y. mostrando un modulo di voto, le vite šta fiamme? È la fiamme de lu core de Ggesù; e sta M. S. I., sì
lègge, sugnurì?
– … Sacce legge,
crištiane mé…
– …mbèh, vuol dire
Maria Santissima Immacolata!...
– Caruccia maà…
– Canda vì vvutà, je
fì na crucetta a ffianghe e te la fì nghe lu core de Ggesù e nghe lu core de
Marije.
– Fije mè, mo te
sbèje, disse la vecchietta, aricurdete che ssopr’ a sta terre la croce va
sèmbre sopre a n’addra croce, me sì capè?
Non ci stancheremmo mai di leggere queste simpatiche
scenette, trasformate nel tempo in vere e proprie barzellette. Per chiudere
leggiamo i desideri infranti di un accanito giocatore del lotto:
Giovanni, accanito giocatore, si disperava per avere un ambo
certo certissimo da varare sulla ruota di Napoli. Una notte sogna la cara anima
di zì Ggiusèppe e ossessionato dal lotto, grida pur dormendo:
– Zì Giusè, dàmme du’
nnìmere, via sì, ddu’ nnìmmere!
E il morto, con accento napoletano, calcando le parole gli
risponde:
– Giuva’, fatìche!...
fatiche!...
LINO SPADACCINI
LINO SPADACCINI
Espedito Ferrara, primo a sinistra, con i membri dell'associazione Pro emigranti del compianto Silvio Petroro. Al centro l'ex assessore Angela Poli Molino. |
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