di LINO SPADACCINI
Scritta nell’estate del 1932,
Aria di città per molti aspetti
ricalca alcuni temi proposti in ‘Ssa fa’
Ddë, rappresentata l’anno precedente, come l’emigrazione e
l’umorismo nostalgico, questa volta troviamo non solo finzione, ma fatti
realmente accaduti e personaggi riconducibili alla recente storia cittadina:
uno su tutti Francesco Muratore, meglio conosciuto come Frangische Mmasciate,
famoso e indimenticabile vetturino vastese.
Nell’introduzione
alla
pubblicazione della commedia “Aria
di città” avvenuta nel 1990, per i tipi RES di M. Ferrara, Tito Spinelli
scriveva: “Parlare di una società
popolare vastese nelle commedie di Ferrara, dunque, non è azzardato. Gli
intrecci esposti sono alla portata di tutti ed evidenziano una fertile opzione
individuale, anche se la simpatia dello scrittore va maggiormente ai meno
abbienti per la loro capacità di permanere spontanei e di manifestarsi con un
linguaggio concreto e per la loro adattabilità all’avventura e per quel senso
di precario che presiede alla loro giornata. Non vi sono nobili o ricchi
borghesi nelle opere del Ferrara”, proseguiva Tito Spinelli, “né esistono ambienti asettici ove si
consumano vizi. Sotto tale aspetto la sua commediografia, pur senza essergli
debitrice, potrebbe riallacciarsi all’Anelli migliore…”.RAPPRESENTAZIONE DELLA COMMEDIA AL ROSSETTI |
Protagonista della commedia è
Pietro, personaggio un po’ confusionario e superficiale, da poco tornato in
città dalla capitale, che alterna la parlata vastese al romanesco, il quale per
far credere di aver raggiunto uno stato sociale elevato, si spaccia per
commissario. Il padre, Ferdinando, dopo essere emigrato ed aver messo da parte
un piccolo gruzzoletto, torna nel paese natio per passare gli ultimi di anni di
vita. All’inizio della commedia così presenta la sua famiglia al postino: «Jë so' lu Murrecäne; màjeme é
Mmarejìcce Deloredechéure, ma n' dé nejènde, lu quore é fforte gné qquélle de
nu tàure, je manghe le côrne, qualle scë, e ffëjeme se chiame Pietro, ma
annende a la mâmme j' ha da dëice dom Bierine, sì capë?!».
Mariuccia, moglie di Ferdinando, si presenta come
la casalinga dalla lingua lunga, che stravede per il figlio, contrapponendosi
alla bonarietà del marito: «Ma si
truhuàte na maje, troppe bbéune, troppe scéme; se nnà marite e dde bbéune, t'
avesse ggià fatt' accavallä le scäle... Ma sì che vvù fa': attinne a hesse,
attinne a le sumînde, ca tì hìune ne tì, gné la checacce de Pannellàune...»,
ma il litigio è all’ordine del giorno e, come afferma il figlio Pietro, «N' ze vonne bbene se nen fann' a
sciârre...».
ALTRA SCENA AL ROSSETTI |
Gli altri personaggi di “contorno”, abilmente messi in
scena da Espedito Ferrara sono Giuliana, la fidanza di Pietro, Sabbetta, la
comare di casa e Francesco, vetturino di Vasto, personaggio schietto e
autentico («Che mm' ha da fä lu cummussârie a mmà, l' assàmmene! Damme lu mo mm'
abbëje, leste leste, ca l' ove che n' ze scogne 'm Bâsche, n' ze scogne cchjì.
Andò je truhuâme! É Pparigge lu Huâste, è Londra, Bonossaire, Nevajorche,
Cicache ca ne je vedéme le faccie nustre! Nu crustiäne prime se cummuânne, e
ddoppe se lasse gné n' âsene 'm mezz' a la vë: hué, gnà é la combosizione del
mondo, signori miei!»).
A causa degli attacchi agli
istituti politici contemporanei all’opera, la rappresentazione di Aria di città fu censurata e a lungo
ostacolata dal regime fascista. Solo vent’anni dopo, nel 1956, venne riproposta
al pubblico, attraverso le colonne dell’Histonium,
diretto dallo stesso Ferrara.
Da allora, la commedia è
stata rappresentata in molte occasione, sempre con eguale successo, come ad
esempio per l’edizione del 1980, messo in scena dal “Gruppo 2 Pini”, prima nel
Teatro dell’Istituto Salesiani Don Bosco, il 1° marzo presso il Politeama
Ruzzi, “gremitissimo fino all’incredibile”,
ed il giorno successivo a Pollutri, su invito della Pro Loco. “Gli applausi a scena aperta e alla fine di
ogni atto”, sottolineava il settimanale cattolico l’Amico del Popolo, “sono stati
fragorosi ed insistenti premiando così l’autore, gli interpreti Gino
Pierabella, Antonietta Tana, Dario Saraceni, Gino Stivaletta, Giuseppe
Raimondi, Floriano Ricciardi, Gilda De Filippis, Luigi Marchesani, Maria Nicola
Marchesani, Marina Recinelli e Michele Laccetti, nonché i bravi registi Pietro
Palumbo e Dario Saraceni”.
Fra qualche mese avremo la possibilità
di assistere ad un nuovo allestimento di
Aria di città, messo in scena dal “Laboratorio Teatrale Parrocchiale di Stella Maris”, diretto da Anna
Maria D’Adamo.
FERRARA AL CENTRO, CON LA COMPAGNIA TEATRALE |
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