sabato 17 marzo 2012

ESPEDITO FERRARA: Speciale VENTENNALE DELLA MORTE (PUNTATA 7/10)

Aria di città, la commedia che non piaceva al regime 

di LINO SPADACCINI
Scritta nell’estate del 1932, Aria di città per molti aspetti ricalca alcuni temi proposti  in ‘Ssa fa’ Ddë, rappresentata l’anno precedente, come l’emigrazione e l’umorismo nostalgico, questa volta troviamo non solo finzione, ma fatti realmente accaduti e personaggi riconducibili alla recente storia cittadina: uno su tutti Francesco Muratore, meglio conosciuto come Frangische Mmasciate, famoso e indimenticabile vetturino vastese.
Nell’introduzione alla
pubblicazione della commedia “Aria di città” avvenuta nel 1990, per i tipi RES di M. Ferrara, Tito Spinelli scriveva: “Parlare di una società popolare vastese nelle commedie di Ferrara, dunque, non è azzardato. Gli intrecci esposti sono alla portata di tutti ed evidenziano una fertile opzione individuale, anche se la simpatia dello scrittore va maggiormente ai meno abbienti per la loro capacità di permanere spontanei e di manifestarsi con un linguaggio concreto e per la loro adattabilità all’avventura e per quel senso di precario che presiede alla loro giornata. Non vi sono nobili o ricchi borghesi nelle opere del Ferrara”, proseguiva Tito Spinelli, “né esistono ambienti asettici ove si consumano vizi. Sotto tale aspetto la sua commediografia, pur senza essergli debitrice, potrebbe riallacciarsi all’Anelli migliore…”.

RAPPRESENTAZIONE DELLA COMMEDIA AL ROSSETTI

Protagonista della commedia è Pietro, personaggio un po’ confusionario e superficiale, da poco tornato in città dalla capitale, che alterna la parlata vastese al romanesco, il quale per far credere di aver raggiunto uno stato sociale elevato, si spaccia per commissario. Il padre, Ferdinando, dopo essere emigrato ed aver messo da parte un piccolo gruzzoletto, torna nel paese natio per passare gli ultimi di anni di vita. All’inizio della commedia così presenta la sua famiglia al postino: «Jë so' lu Murrecäne; màjeme é Mmarejìcce Deloredechéure, ma n' dé nejènde, lu quore é fforte gné qquélle de nu tàure, je manghe le côrne, qualle scë, e ffëjeme se chiame Pietro, ma annende a la mâmme j' ha da dëice dom Bierine, sì capë?!».
Mariuccia, moglie di Ferdinando, si presenta come la casalinga dalla lingua lunga, che stravede per il figlio, contrapponendosi alla bonarietà del marito: «Ma si truhuàte na maje, troppe bbéune, troppe scéme; se nnà marite e dde bbéune, t' avesse ggià fatt' accavallä le scäle... Ma sì che vvù fa': attinne a hesse, attinne a le sumînde, ca tì hìune ne tì, gné la checacce de Pannellàune...», ma il litigio è all’ordine del giorno e, come afferma il figlio Pietro, «N' ze vonne bbene se nen fann' a sciârre...».

ALTRA SCENA AL ROSSETTI
Gli altri personaggi di “contorno”, abilmente messi in scena da Espedito Ferrara sono Giuliana, la fidanza di Pietro, Sabbetta, la comare di casa e Francesco, vetturino di Vasto, personaggio schietto e autentico («Che mm' ha da fä lu cummussârie a mmà, l' assàmmene! Damme lu mo mm' abbëje, leste leste, ca l' ove che n' ze scogne 'm Bâsche, n' ze scogne cchjì. Andò je truhuâme! É Pparigge lu Huâste, è Londra, Bonossaire, Nevajorche, Cicache ca ne je vedéme le faccie nustre! Nu crustiäne prime se cummuânne, e ddoppe se lasse gné n' âsene 'm mezz' a la vë: hué, gnà é la combosizione del mondo, signori miei!»).
A causa degli attacchi agli istituti politici contemporanei all’opera, la rappresentazione di Aria di città fu censurata e a lungo ostacolata dal regime fascista. Solo vent’anni dopo, nel 1956, venne riproposta al pubblico, attraverso le colonne dell’Histonium, diretto dallo stesso Ferrara.
Da allora, la commedia è stata rappresentata in molte occasione, sempre con eguale successo, come ad esempio per l’edizione del 1980, messo in scena dal “Gruppo 2 Pini”, prima nel Teatro dell’Istituto Salesiani Don Bosco, il 1° marzo presso il Politeama Ruzzi, “gremitissimo fino all’incredibile”, ed il giorno successivo a Pollutri, su invito della Pro Loco. “Gli applausi a scena aperta e alla fine di ogni atto”, sottolineava il settimanale cattolico l’Amico del Popolo, sono stati fragorosi ed insistenti premiando così l’autore, gli interpreti Gino Pierabella, Antonietta Tana, Dario Saraceni, Gino Stivaletta, Giuseppe Raimondi, Floriano Ricciardi, Gilda De Filippis, Luigi Marchesani, Maria Nicola Marchesani, Marina Recinelli e Michele Laccetti, nonché i bravi registi Pietro Palumbo e Dario Saraceni”.
Fra qualche mese avremo la possibilità di assistere  ad un nuovo allestimento di Aria di città, messo in scena dal “Laboratorio Teatrale Parrocchiale di Stella Maris”, diretto da Anna Maria D’Adamo.

Lino Spadaccini


FERRARA AL CENTRO, CON LA COMPAGNIA TEATRALE



Nessun commento: