sabato 21 gennaio 2012

Mostra Scalarini: Murolo si rammarica per la mancanza di Jubatti nell'organizzazione della mostra

 dal Prof. Luigi Murolo riceviamo e pubblichiamo

Caro Pino,
sono rimasto molto sorpreso dall’assenza del tuo nome nell’organizzazione della mostra su Scalarini che si inaugurerà a Palazzo d’Avalos il 21 gennaio.
Chi, come me, ti conosce come frequentatore del grande circolo caricaturistico milanese legato a Giovanni Mosca (oltre che collezionista raffinato e brillante cultore del ritratto carico), può solo rammaricarsi di vedere “dimenticata” una competenza come la tua. Del resto – ed è qui la singolarità del caso – si sarebbero potuti rivolgere a te per disporre dei materiali scalariniani pubblicati su riviste appartenenti al tuo fondo. E, invece, nulla di tutto questo. Niente, cioè, che potesse rilevare la funzione dei collezionisti (soprattutto se residenti in città) nella trasmissione delle conoscenze. Si potrebbe dire: nessuno può conoscere tutto. E, in qualche modo, è vero. Ma per chi si candida a curare una mostra ciò è inammissibile. L’ignoranza non è una scusante, ma un’aggravante.
E’ bene ribadirlo. L’unica testimonianza di parte vastese fino a oggi nota sul campo di internamento di Istonio Marina è quella di Giorgio Pillon pubblicata da Pino Jubatti come prefazione alla ristampa (1982) di un testo di Luigi Anelli. Non solo. Ma si deve sempre a quella pièce la conoscenza della presenza di Scalarini – e, soprattutto, di Raffaello Giolli – a Vasto.
1982, dicevo. Una data di cinque anni anteriore al 1987, data in cui Carmine Spartaco Capogreco inizia la sua monumentale ricerca sull’internamento civile nell’Italia fascista (1940-1943) pubblicata da Einaudi. Un’operazione culturale che guardava al futuro se si pensa che, grazie al tandem Pillon/Jubatti, per Vasto non sarebbe valso ciò che Capogreco dice delle altre città sede di “campi”: «Nella seconda metà degli anni Ottanta intrapresi un lungo viaggio che mi portò a visitare – dopo averne completato la mappatura – tutti i luoghi dei campi italiani. Potei così constatare lo stato di abbandono o la completa distruzione degli edifici o delle baracche, e il conseguente mancato riconoscimento sociale come “luoghi di memoria”». Invito a leggere ciò che Capogreco scrive di Villa Sorge a Lanciano. Ciò vale da solo a stabilire quanto sia stato essenziale il lavoro di Pillon/Jubatti. Lo affermo senza mezzi termini. È grazie a quello scritto che il campo di Istonio Marina comincerà a avere il riconoscimento sociale di “luogo della memoria”. Ma con un dato straordinario. Che solo gli internati – salvo qualche studente per tesi – sono gli utilizzatori della Biblioteca Comunale di Vasto. A conferma della funzione assolta da un’istituzione locale nell’approvvigionamento del “pane” culturale della libertà.
Ecco. Sarebbe bastato solo questo a dare a Pino una “lode” civica. La promozione per la conoscenza di una bella pagina della storia contemporanea della città. Ma si chiede troppo. La riconoscenza non è di questo mondo. In ogni caso, chiedo pubblicamente a Pino se vuole venire a parlare di Scalarini e di Giolli al Liceo Scientifico il 27 gennaio, Giorno della memoria. Ne ho parlato con il Dirigente scolastico. È ben lieta di conoscerlo e ospitarlo.
Luigi Murolo


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