- Ragioni procedurali
Arriviamo a questo congresso con una lettera di convocazione spedita tardi, non arrivata a molti, nonostante la data del congresso sia stata stabilita nel corso di una riunione dell’Ufficio adesioni tenutasi il 5 dicembre.
Contestiamo il fatto che nel testo della lettera di convocazione non siano riportate le modalità per la presentazione della candidatura alla Segreteria, dando per scontata una ufficialità di comunicazione che i blog per statuto non rivestono e manifestando un atteggiamento verticistico del partito a discapito del coinvolgimento della base.
Il PD sta regolamentando praticamente ogni procedura, non c’è bisogno di commissioni creative che improvvisino regole.
Sul Sito del PD regionale Abruzzo è possibile scaricare Il documento “VADEMECUM PER I CONGRESSI DI CIRCOLO” ( 2010) in cui al punto 5 si legge: In apertura dei lavori, come primo adempimento, è eletta la Presidenza dell’Assemblea … e al punto 6: Le candidature a coordinatore di circolo e liste collegate per il coordinamento di circolo sono presentate alla Presidenza dell’Assemblea, entro un termine che essa stessa deve fissare subito dopo la propria elezione.
Diverse sono le modalità per la elezione a Segretario cittadino, figura prevista dove ci sia l’Unione Comunale cioè più circoli e si legge nell’articolo 13: le candidature a Segretario cittadino devono essere presentate alla Commissione Provinciale con firma di almeno il 5% degli iscritti dell’Unione Comunale entro le ore 20 del giorno precedente la data di svolgimento della prima Assemblea di circolo facente parte dell’Unione Comunale, con la piattaforma politica del candidato.
In riferimento a quanto appena esposto anticipiamo la nostra intenzione di presentare ricorso.
Si può essere insofferenti ed annoiati per questo nostro richiamo alle regole, ma non è pesante burocrazia: le regole sono alla base della vita civile e la condivisione delle regole rappresenta uno dei fondamenti di aggregazione all’interno di un partito e non solo uno strumento di tutela delle minoranze.
Ci piacerebbe al termine di un tesseramento che porta ad un “congresso vero” voluto da tutti, decantato come trasparente e controllato, che si sappia quale sia il numero reale complessivo dei tesserati, che a quanto pare non corrisponde al numero comunicato sulla lettera di convocazione.
Potrebbe essere interessante uno studio retrospettivo che quantizzi l’affluenza dei tesserandi nella sezione di Piazza del Popolo nei giorni dedicati al tesseramento.
Nel corso dello stesso direttivo in cui si approvò la costituzione dell’Ufficio adesioni, si decise anche di realizzare un momento pubblico, in piazza o nel corso di un incontro-dibattito: un modo per comunicare anche visivamente la presenza del PD in città e facilitare l’approccio con i simpatizzanti, occasione di incontro mancata!
Abbiamo già espresso il nostro disagio e la nostra avversione per la eccessiva ingerenza del Responsabile organizzativo per la segreteria provinciale che, invece di essere garante della fase propedeutica congressuale, così come previsto dalla delega conferitagli dai commissari della sezione del Pd di Vasto, in disprezzo alle procedure di garanzia e tutela di tutti gli iscritti al Partito democratico, dovendo fare l’arbitro ha vestito gli abiti del tifoso, arrivando a sottoscrivere la candidatura a segretario.
- Ragioni politiche
Siamo allibiti di fronte alla resistenza alla richiesta di una discussione aperta e a questo continuo riferirsi a parole a un “ congresso vero” e nei fatti averlo svuotato di qualsiasi forma di confronto democratico. Far passare il concetto che tutto ruoti intorno ad un nome ed una faccia significa svilire il partito, il congresso è idee, pensieri e, anche, candidature a confronto. In teoria si auspica il superamento di fazioni e di contrasti vecchio stile legati a personalismi, in pratica si usa il personalismo come strumento di cambiamento.
Rimarchiamo la chiusura ad un confronto aperto e plurale, a conclusione di un percorso accidentato e turbolento partito ormai da oltre un anno, incontri richiesti e mai fatti: una delle ultime sollecitazioni è stata nel corso dell’incontro del gruppo prima dell’ultimo consiglio comunale, chiedendo al Capo Gruppo di farsi promotore per una occasione di discussione sugli argomenti caldi che hanno investito l’amministrazione di recente e che avrebbero potuto rappresentare un terreno di confronto non spiccatamente partigiano.
Un ultimo tentativo di richiesta di apertura alla costruzione plurale ed accogliente del congresso è stato fatto al Commissario Camillo Di Giuseppe, apparentemente disponibile alla richiesta ma in realtà, come poi abbiamo letto nel suo comunicato, fermo su date e scadenze.
La politica non esiste senza la storia, non è solo nella fusione di forze diverse la difficoltà al radicamento del PD, non è tentando di cancellare la pluralità del pensiero degli ex-popolari, degli ex-socialisti o di quella parte non considerata degli ex-DS che si va oltre la frammentazione e la faziosità. In più occasioni abbiamo sottolineato quanto abbia pesato sul radicamento e sulla crescita del PD l’essere nati da una fusione a freddo, ma riteniamo che non si vada oltre questo limite dimenticando le origini o fingendo una identità di pensiero mai consolidata. La strada è quella lunga e faticosa del confronto, quella che ci porta a vedere la differenza di pensiero come la grande ricchezza di questo partito. Non condividiamo la tecnica della paura dell’altro né per le persone né per le idee.
Mimetizzato da pacificazione e rinnovamento è in corso in realtà un atto di forza, muscoli mostrati in anticipo, forza anche di chi come propria storia politica ha quella di altri partiti che, con tutto il rispetto, hanno poco della idea di riformismo moderno del PD.
Non condividiamo questo richiamo anche sgradevole al nuovo, al ringiovanimento a tutti i costi, alla giovinezza come volano di rinnovamento. La freschezza e l’aria nuova in un partito si respirano nelle idee, nella ricerca del confronto , nelle regole e obiettivi condivisi, nel rispetto tra persone che resiste a visioni e prese di parte differenti. Essere partito giovane non dipende dall’anagrafe. La tanto sbandierata giovinezza del candidato alla segreteria, è un dato di fatto non un merito, così come non è un merito essere donna. In questo caso la giovinezza rischia di essere una foglia di fico, troppo piccola per coprire adeguatamente gli interessi dettati da antichi giochi di potere.
Le ambizioni di ognuno di noi isolate, piccole perché individuali, vanno contenute e maturate perché contribuiscano alla grande ambizione del successo unitario del Partito Democratico e non usate per condizionare la discussione. Il mal mimetizzato organigramma delle candidature dell’uno o dell’altro a questo o quell’organismo come elemento condizionante la scelta della segreteria piuttosto che il dibattito sulle linee politiche è un retaggio retrivo dei partiti e il superamento di questa visione richiede coraggio: temiamo che sia proprio questo il motivo alla base di tanta resistenza, la mancanza di coraggio!
- Ragioni amministrative
Dopo le primarie, che hanno segnato un momento di rilancio della figura del Sindaco e del PD (primo partito in città) questo congresso avrebbe dovuto costituire la chiusura di un iter e l’apertura di una nuova stagione politica in cui, con pari dignità, fossero partecipi tutte le “anime” del partito per la costruzione di una piattaforma politica ampia che portasse alla individuazione prima, di una linea condivisa e contestualizzata e poi, degli uomini e donne a cui delegare segreteria e dirigenza.
Abbiamo fattivamente contribuito alla affermazione del PD e alla vittoria elettorale di Luciano Lapenna, siamo stati una presenza costruttiva e leale nell’amministrazione, nonostante questo frequentemente additati come responsabili di questo o quel malumore, anche se nei momenti più critici siamo stati pronti e forti a sostenere le posizioni del Sindaco e del PD ( parco della costa teatina, biomasse).
La sintesi di quanto accaduto da ottobre 2010 ad oggi, che per ragioni oggettive, con il commissariamento, era demandata al Sindaco è venuta meno già durante il percorso, ma riteniamo grave che in questa fase, pur essendo nella condizione di relazionarsi con le figure istituzionali e non del partito, a tutti i livelli, il sindaco non abbiano ritenuto di promuovere una discussione ampia e articolata.
Ribadiamo: promuovere il confronto, non determinarne l’orientamento.
Il silenzio del Sindaco è stato in realtà un accondiscendente appoggio a quanto si è consumato.
Questo documento sarà il nostro unico intervento ad un congresso che riteniamo proceduralmente viziato, di cui non riconosciamo la validità e che non intendiamo legittimare con la nostra presenza.
Maria AMATO
Giuseppe FORTE
Domenico MOLINO
Lina MARCHESANI
Nicola TIBERIO
Angelo BUCCIARELLI
Pino D’AURIZIO
Teresa DI SANTO
Raimondo PASCALE
Paolo MARINO
Vasto 04.01.2012
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