Pubblico delle grandi occasioni ieri sera a Piazza Barbacani per la presentazione del libro “Ne valeva la pena. Storie di terrorismi e mafie, di segreti di stato e di giustizia offesa” del magistrato Armando Spataro.
Nono appuntamento per l’iniziativa “Scrittori in piazza”, organizzata a cura dell’Associazione Liber di Vasto, con la presenza autorevole del magistrato della Procura della Repubblica di Milano Armando Spataro, che ha dato una vera e propria lezione di legalità, calamitando l’attenzione del numeroso pubblico presente.
Introdotto da Germana Benedetti della Nuova Libreria, seguito dall’intervento di Simona Marino, dell’Università Federico II di Napoli, che ha tracciato le linee guida del libro, che racconta non solo il suo impegno e quello di tanti altri suoi colleghi a difesa della Costituzione, ma anche storie di ricorsi dolorosi pagati con il sacrificio della vita.
Armando Spataro ha spiegato che questo libro (vincitore del Premio Capalbio 2010 e Premio Pavese 2011), nasce dalla rabbia dopo il caso del sequestro del presunto terrorista egiziano Abu Omar, vittima di atroci torture. Vicenda che ha scatenato vivaci reazioni contro il normale corso della giustizia da parte di due governi: prima quello Prodi e poi quello Berlusconi posero il segreto di Stato su alcune prove riguardanti la responsabilità nel sequestro di appartenenti ai servizi segreti italiani. “Una vicenda”, dice Spataro, “che mi ha sconvolto, ho persino mutato il mio modo di pensare il rapporto tra le istituzioni”, perché questa è stata l’ennesima dimostrazione che il potere politico “mal sopporta quel controllo di legalità che la Costituzione e le leggi attribuiscono alla magistratura”.
Parole forti ha usato il magistrato milanese contro l’ex Ministro della Giustizia Alfano, oggi segretario del PDL, in merito alla divisione dei poteri, perché si vuole declassare la magistratura, come succedeva negli anni ’40 quando al tempo di Mussolini tutti i magistrati obbedivano al potere politico. Il magistrato ha citato l’episodio dell’inaugurazione dell’anno giudiziario a Palazzo Venezia, quando alla fine del discorso tutti i 250 magistrati presenti si alzarono in piedi per applaudire il Duce. Critico Spataro anche contro la cosiddetta “riforma epocale”, presentata a marzo da Berlusconi attraverso due vignette su un foglio formato A4, dove si nota la classica bilancia della giustizia prima e dopo la riforma. “Se dovesse passare la riforma della giustizia a botte di fiducia”, ha detto Spataro, “dovremmo ricorrere ad un Referendum”.
Lino Spadaccini
Nessun commento:
Posta un commento