domenica 19 agosto 2012

Alla riscoperta della nostra SCOGLIERA (7): oggi, CASARZA E "CUNCARELLE", belle e comode anche con un moderno parcheggio


di Lino Spadaccini

Durante una delle tante incursioni turchesche lungo la nostra costa, prima che potessero giungere i militi dal Vasto, dopo aver fatto un po’ di razzia, bruciarono l’unica casetta presente nella contrada e ripresero precipitosamente il largo. Da questo episodio, ricordato dal compianto Espedito Ferrara, derivò il nome della contrada: casàrze, ovvero casa arsa.
Indubbiamente questo luogo è una delle zone più amate e frequentate dai vastesi. Ci sono intere famiglie che frequentano solo questo tratto di costa, ne conoscono ogni scoglio, oserei dire quasi ogni pietra, una volta armati di fornacelle per cucinare direttamente sul posto deliziosi arrosti, oggi attrezzati con borse frigo colmi di buone pietanze cucinate a casa.
Da qualche anno, grazie alla sistemazione del vicino parcheggio, si può tranquillamente sostare sul lato del mare, senza dover lasciare la macchina lungo la statale ed essere costretti ad attraversare la pericolosa strada. Percorrendo un breve tratto dell’ex tracciato ferroviario, subito a sinistra si prende la stradina che vi condurrà fino alla spiaggia. Possiamo dividere la costa in due tratti: quella centrale lunga e ampia che termina sulla punta di sinistra dove un tempo c’era il trabocco (oggi sono visibili solo alcuni pali), mentre andando verso sud si susseguono una dopo l’altra, delle piccole baie, intime e incantevoli, con la presenza di massicci scogli che ne movimentano il paesaggio.
Proseguendo ancora in direzione della Marina, si giunge a Concarella, una piccola e accogliente insenatura che da l’idea di una piccola conca.

Voglio chiudere con una bella poesia “inedita”, scritta qualche tempo fa dal poeta e amico Fernando D’Annunzio. Il treno, appena partito dalla stazione di Vasto, si ferma inaspettatamente in località “Casarsa” (quando si percorreva ancora il vecchio tracciato ferroviario), suscitando una serie di ricordi ed emozioni nell’animo del poeta…

Scogli

Nel gioco verde e argènteo dei riflessi,
attraverso le chiome degli ulivi,
nel luccichìo rivedo in controluce
e riconosco i bruni scogli amici.

Scogli… erano isole nei giochi
che mi ricordano i bei giorni estivi,
le ardite imprese quando allor ragazzi
navigavamo a bordo di un cannizzo.

Scogli… di ognuno mi sovviene il nome
dato per gioco a ricordar la foggia.
Scogli… approdi delle prime nuotate
e trampolini di tuffi azzardati.

Scogli specchiati sull’argento vivo.
Scogli a sostegno di agili trabocchi.
Scogli dalle marette accarezzati.
Scogli erosi e frustati dai marosi.

Scogli incantati in magico scenario
che un bel mattino Inverno ha preparato,
incappucciati di candida neve,
posati su un vassoio di cristallo.

Ma il treno ahimè riparte, è luce verde.
Furtivamente accenno ad un saluto
e riguardo vedendoli sparire
in controluce i bruni scogli amici. 






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