sabato 2 aprile 2011

San Francesco di Paola: le origini dell'omonima chiesa in piazza Rossetti

Il 2 aprile la Chiesa festeggia San Francesco da Paola, eremita. Nato a Paola in Calabria da poveri contadini, il 27 marzo 1416,  San Francesco da Paola viene ricordato soprattutto per aver fondato l’Ordine dei Minimi in Calabria, prescrivendo ai suoi discepoli di vivere esclusivamente di elemosine, senza poter possedere nulla di proprio né toccare denaro, e di mangiare sempre e soltanto cibi quaresimali.
Anche a Vasto esiste una chiesa dedicata a S. Francesco di Paola, anche se viene comunemente chiamata Chiesa dell’Addolorata, per la presenza all’interno della bella omonima statua dell’artista napoletano Giacomo Colombo.





Le origini della chiesa sono alquanto confuse a causa della mancanza di notizie certe. Nel ‘400 esisteva una cappella dedicata a S. Maria de’ Guarlati dove si venerava un’immagine ritenuta miracolosa. Si racconta che la gentildonna Bellalta de Palatio, moglie di Notar Buccio de Alvappario, essendo malata, fece un voto alla Madonna di visitare le chiese a piedi nudi se fosse guarita. Non essendo riuscita a mantenere il voto, la donna espresse il desiderio di essere sepolta in questa chiesa. Sulla lastra tombale era riportata la seguente iscrizione: DOMINA BELLALTA DE PALATIO CONJUX BUCII NOTARII DE ALVAPPARIO HIC JACERE JUSSIT EX VOTO IN INFIRMITATE LATIIS, NUDIS PEDIBUS: EX QUO VIVENS VOTUM SOLVERE NON POTUIT, HIC A SUIS FUNERATA JACERE JUSSIT. AN. DOMINI CI CCCCIII (1404).
Quando la chiesa fu demolita per dar luogo al Convento dei Paolotti, la lastra tombale venne collocata sul muro occidentale della chiesa di S. Maria Maggiore.
Il popolo vastese era molto devoto all’immagine della Vergine e, per le grazie ottenute, la cappella venne chiamata S. Maria de’ Miracoli. Affianco alla chiesa venne costruita un’altra cappella dedicata a S. Rocco, come ringraziamento per lo scampato pericolo dalla peste e dalla carestia del 1478.
Nei primi anni del ‘600 dal Generale de’ Minimi di S. Francesco di Paola, fu inviato a Vasto Fra Gregorio Valenti, affinché si fondasse un convento del loro ordine. L’Università del Vasto fu ben contenta della proposta e nel 1604 donò la cappella di S. Maria dei Guarlati e quella di S. Rocco, con l’obbligo che nel convento vi fossero almeno due frati sacerdoti.
Le due chiese furono presto demolite e si costruì il convento e la nuova chiesa. Sull’altare maggiore venne ricollocato l’affresco dove era dipinto la Madonna che si conservava nella precedente cappella. I lavori terminarono nel 1611 e tre anni più tardi il convento entrò a far parte della Provincia dei Frati Minori d’Abruzzo.
Successivamente il Marchese del Vasto D. Cesare Michelangelo d’Avalos fece restaurare la chiesa, dandogli una nuova forma e la pittura della vergine venne spostata sulla parete del coro. La chiesa divenne così padronato dei d’Avalos, come dimostra lo stemma in pietra esistente ancora oggi al di sopra del portale.
Nel 1770 il convento venne soppresso e le rendite passarono al Convento di Caserta. Il convento ed il chiostro furono acquistati da Pietro Benedetti che li trasformò in abitazione. Intorno alla metà dell’Ottocento venne completata la facciata della chiesa in stile neoclassico, opera dell’ingegnere vastese Silvestro Benedetti (1816-1877).
Tra le opere d’arti conservate all’interno della chiesa ricordiamo la bellissima Pietà, pregevole opera scultorea dell’artista napoletano Giacomo Colombo, che ancora oggi viene portata in processione la mattina del Sabato Santo. Inoltre, si possono ammirare diversi quadri tra cui la Madonna del velo, tela cinquecentesca attribuita alla scuola di B. Luini; S. Carlo Borromeo, del pittore Nicola Maria Russo e S. Rocco di Filippo Andreola, entrambi allievi del Solimena; la tela dedicata a S. Lucia è opera del vastese Giovan Battista De Litiis (1693-1780); S. Francesco da Paola, opera di artista napoletano del XVII sec.; ed è possibile ammirare anche una Madonna col Bambino, realizzata in marmo, attribuita alla Scuola del Sansovino.
In ultimo, è d’obbligo ricordare che l’8 agosto 1729, sotto il pavimento della chiesa, venne sepolto D. Cesare Michelangelo d’Avalos, l’ultimo dei Marchesi d’Avalos, dimoranti nella nostra città, come da sua volontà.

Lino Spadaccini


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