Critiche al Piano di Recupero del Prof. Cervellati
L’arch. Francescopaolo D’Adamo ex assessore alla Cultura contesta duramente le norme del Piano di Recupero del Centro Storico che prevedono la “demo-ricostruzione”, vale a dire la demolizione totale o parziale dell’edificio e la loro ricostruzione.
“Forse non ci si rende conto dell’effetto devastante di un simile provvedimento”dice l’architetto esperto di centro storico. “Se si permette la demolizione andremo a perdere le caratteristiche più peculiari del nostro centro. L’esempio più eclatante: gli ex Palazzi scolastici di Corso Italia. E fa terribilmente paura la norma che dice che le ristrutturazioni sono interventi tesi a “rendere funzionale l’edificio modificandone l’assetto interno ed esterno” (art. 12 delle NTA) e che il rifacimento deve avvenire “con le medesime caratteristiche”. Quanto costa oggi rifare una volta “a cielo di carrozza” e dove si trovano le maestranze adatte?”
“Ai miei amici di Alleanza per l’Italia – aggiunge l’arch. D’Adamo - ho già detto di presentare emendamenti per bloccare le norme sulle demolizioni che porterebbero alla distruzione del centro storico di Vasto: qui si deve restaurare e ristrutturare senza demolire, bisogna solo usare le migliori tecniche come in tanti altri centri storici d’Italia. I tecnici preparati sanno come intervenire”. E così conclude: “Poi ci sono due cose che non si capiscono nelle Norme del Piano Cervellati: chi è la persona che si assume la responsabilità di dire che quell’edificio va demolito; e poi quali sono gli edifici che possono essere demoliti perché “in condizioni statiche generali tali da rendere tecnicamente impossibili altri tipi di interventi” (art. 11 NTA)”.
1 commento:
da Enzo La Verghetta riceviamo e pubblichiamo
Falsi d’autore
La famosa Maria Cazzetta comprava la legna per vendere la cenere. A Vasto si decide di demolire l’originale per costruire un falso. Vogliamo diventare famosi per essere la città “ del falso centro storico d’autore”. Ma in quale parte del mondo avviene questo? Tralasciando i problemi tecnici a cui fa riferimento l’arch. Francescopaolo D’Adamo, la difficoltà di reperire le maestranze in grado di realizzare le volte a cielo di carrozza e altri manufatti di cui si è persa la competenza; la domanda che nasce spontanea è: ma quanto ci costerà? Altra obiezione che condivido pienamente è: chi decide quali sono i palazzi da demolire?
Io come tanti cittadini ci domandiamo ma il comune di Vasto è diventato tanto ricco da potersi permettere questo progetto faraonico? Continuo a domandare dietro questo progetto c’è un piano economico finanziario che ne giustifica la fattibilità? O andiamo avanti al grido di “facimme a muine” perché non dobbiamo dimenticare che a Palazzo Chigi continuano a cantare “bambole non c’è una lira”.
Concludendo, ma queste sono le vere priorità dei cittadini vastesi?
Enzo la Verghetta
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