A GIACINTO Palazzuolo mi uniscono cinque favolosi anni passati nell’I.T.C. “F. Palizzi” nei primi anni ’60,. Avevamo formato un quartetto di amicizia e complicità che quasi a mezzo secolo di distanza ci unisce ancora: A. Carmenini, S. Cinquina, E. La Verghetta e G. Palazzuolo. Le scelte professionali ci hanno divisi: due a Roma, uno a Padova e lui a Vasto a presidiare la nostra città. Quelli della mia generazione lo ricordano come uno dei pilastri della difesa della ProVasto, anche se sono sempre stato un suo tifoso e mi sono vantato di essere suo amico l’ho invidiato per aver vestito quella maglia che è stata la nostra massima aspirazione. Qualcuno, che mangiava pane e pallone, durante lo “struscio” lo rimproverava di non aver la necessaria cattiveria per sfondare in questo sport. Ma noi eravamo d’accordo con G. Obino, altro compagno di scuola, che ribadiva era difficile per l’avversario passare davanti ai quei “due metri di spalle”.
Dall’esperienza scolastica posso senza ombra di dubbio affermare che la cittadinanza ha perso un perno forgiato sulla competenza e sulla dedizione.
Saperlo al Comune, è stato come avere un punto di riferimento, un legame anche con la parte burocratica di Vasto, una risorsa che non ho mai utilizzato, ma sapevo che c’era.
In questi giorni sarà inondato da tante belle parole, ma fortunatamente è sempre stato un ottimo nuotatore, e saprà discernere le onde buone da quelle cattive.
Desidero chiudere ringraziandolo ancora per avermi in quegli anni fatto “scroccare” giornalmente la lettura di “Stadio” (oggi inglobato dal Corriere dello Sport).
1 commento:
Da ENZO LA VERGHETTA
A GIACINTO Palazzuolo mi uniscono cinque favolosi anni passati nell’I.T.C. “F. Palizzi” nei primi anni ’60,. Avevamo formato un quartetto di amicizia e complicità che quasi a mezzo secolo di distanza ci unisce ancora: A. Carmenini, S. Cinquina, E. La Verghetta e G. Palazzuolo. Le scelte professionali ci hanno divisi: due a Roma, uno a Padova e lui a Vasto a presidiare la nostra città. Quelli della mia generazione lo ricordano come uno dei pilastri della difesa della ProVasto, anche se sono sempre stato un suo tifoso e mi sono vantato di essere suo amico l’ho invidiato per aver vestito quella maglia che è stata la nostra massima aspirazione. Qualcuno, che mangiava pane e pallone, durante lo “struscio” lo rimproverava di non aver la necessaria cattiveria per sfondare in questo sport. Ma noi eravamo d’accordo con G. Obino, altro compagno di scuola, che ribadiva era difficile per l’avversario passare davanti ai quei “due metri di spalle”.
Dall’esperienza scolastica posso senza ombra di dubbio affermare che la cittadinanza ha perso un perno forgiato sulla competenza e sulla dedizione.
Saperlo al Comune, è stato come avere un punto di riferimento, un legame anche con la parte burocratica di Vasto, una risorsa che non ho mai utilizzato, ma sapevo che c’era.
In questi giorni sarà inondato da tante belle parole, ma fortunatamente è sempre stato un ottimo nuotatore, e saprà discernere le onde buone da quelle cattive.
Desidero chiudere ringraziandolo ancora per avermi in quegli anni fatto “scroccare” giornalmente la lettura di “Stadio” (oggi inglobato dal Corriere dello Sport).
Enzo La Verghetta
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